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Recensione LEGO Bricktales

di: Marco Licandro

Fino ad oggi abbiamo visto svariati giochi a tema LEGO basati sui più popolari franchising, ripercorrendo la trama in maniera originale e simpatica, e ricreando gli ambienti ed i personaggi nell’inconfondibile stile a mattoncino che ormai tutti abbiamo imparato a conoscere. Ultimamente, LEGO ha iniziato a rilasciare giochi inediti basandosi sul proprio brand, come abbiamo visto ad esempio per LEGO Builder’s Journey, breve ma riuscito puzzle game con un’ottima giocabilità e visuali estremamente ben fatte, ed è proprio dopo quest’ultimo che abbiamo quindi tarato le aspettative prima di iniziare a giocare il nuovo LEGO Bricktales, solamente per vederle distrutte quasi immediatamente.

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Che inizi l’avventura, e possibilmente finisca presto.

In Bricktales avremo modo di creare il nostro personalissimo personaggio, scegliendo tra alcune opzioni di personalizzazione tra cui capelli, viso, colore della pelle, senza però avere una vasta gamma di scelta, essendo le varie opzioni sbloccabili durante il gioco, così che dovremo terminare la nostra creazione senza veramente scendere nel dettaglio e sentirci particolarmente soddisfatti. Pochi minuti saranno sufficienti per poter terminare il nostro protagonista ed iniziare quindi l’avventura.

Ambientata in mini mappe squadrate sospese nel vuoto, il titolo sfoggerà ambienti mattoncinosi e veramente carini al vedersi, con questa grafica giocosa e colorata in stile LEGO, che ci regalerà sin da subito un sorriso generando quella amata sensazione di soddisfazione e scoperta che, purtroppo per noi, durerà ben poco. Il solo fatto che la telecamera sia isometrica e fissa ostacola già di suo l’esplorazione, in particolare in punti che saranno sostanzialmente nascosti proprio dalla visuale forzata, che si girerà automaticamente sul personaggio solo quando questo venga a situarsi su un punto specifico, per poi tornare nuovamente a quella standard. Essendo il mondo tridimensionale e ricco di tunnel e spazi apparentemente vuoti, si fatica a capire questa scelta, ma al momento passeremo oltre.

Alla ricerca di un nostro parente scienziato, che a quanto pare è riuscito a creare un portale da una lavatrice, nonché costruire ulteriormente un robot, inizialmente smarrito ma che è riuscito ad evolversi da solo nella sua solitaria esperienza nello spazio, il nostro protagonista si troverà di fronte a situazioni e personaggi. Questi ultimi, in particolare, necessiteranno costantemente del nostro aiuto, anche semplicemente per muoversi da una parte all’altra della breve mappa, essendo la strada costantemente bloccata o semplicemente mancherà un ponte per poter accedere all’altra parte.

Il nostro personaggio potrà muoversi, interagire con personaggi, con l’ambiente nel caso abbia l’oggetto necessario, e saltare. Le varie mappe di gioco saranno collegate l’una all’altra da porte o grotte, e ciascuna avrà bisogno del suo breve caricamento per potervi accedere, anziché avere una grande mappa completamente fruibile dal giocatore. Man mano che l’avventura continua avremo nuovi oggetti e nuovi poteri che permetteranno di acquisire alcune abilità, come quella di saltare e atterrare con forza per terra danneggiando alcuni elementi, come potrebbero esserlo piante che ostacolano il cammino, nonché trovare le numerose banane, valuta di gioco per acquistare elementi di personalizzazione del personaggio e renderlo ancora più unico di quanto non lo sia stato prima per mancanza appunto di varietà.

Il gioco si svolgerà quindi con la semplice sequenza di esplorare l’ambiente incontrando ostacoli inizialmente insormontabili, conversare con gli NPC, ed infine entrare nella modalità costruzione così da creare un oggetto utile per poter permettere l’avanzamento del personaggio e dei nostri amici incontrati sul percorso. E qui iniziano i veri problemi.

PC e Console non sono la stessa cosa

Sembra banale doverlo dire, ma così è. Il sistema di controllo su un personal computer, costituito da una tastiera con una marea di tasti selezionabili e configurabili, ed un puntatore ad alta precisione, non sono proprio paragonabili a due analogici ed una manciata di pulsanti presenti invece su un controller. La modalità costruzione di Lego Bricktales, anima e cuore del gameplay ed essenziale per risolvere i vari puzzle di gioco, presenta una difficoltà non solo inerente ai puzzle stessi, quanto proprio ai comandi da utilizzare per poter costruire.

In termini di difficoltà intrinseca di gioco, inizialmente ci verrà chiesto di imitare oggetti e costruzioni presenti al lato, come succederà nel tutorial, e sarà quindi semplice capire che mattoncini utilizzare e dove posizionarli. Nonostante quindi le difficoltà nel posizionare correttamente i vari pezzi, e intuire le varie e complesse combinazioni di pulsanti da utilizzare (di cui parleremo da qui a breve), riusciremo ad avanzare senza ulteriori intoppi.

Il problema veramente insormontabile del titolo risulta essere proprio quello dei comandi, essendo l’intero sistema chiaramente strutturato in maniera estremamente meccanica e per un utilizzo su PC. Mentre infatti su Builder’s Journey, per fare un esempio con un titolo LEGO recente, vi era una estrema semplicità nel muovere e posizionare i mattoncini nel mondo di gioco, in Bricktales questo si trasforma in un incubo frustrante, per svariate ragioni.

Tentativi, pulsanti, e frustrazione

La griglia di posizionamento sarà uno spazio definito che andrà a cambiare in ogni puzzle, dove sarà possibile costruire senza poter andare oltre, ed è strutturata in tre dimensioni, con la possibilità di posizionare i mattoncini in maniera automatica, con risultati solitamente erronei ed imprecisi, oppure farlo in maniera millimetrica e quindi più affidabile, grazie alla combinazione di più tasti insieme. In particolare, la presenza delle tre assi X Y Z nel posizionamento dei mattoncini, significa che giocando avendo a disposizione una sola visuale non riusciremo a vedere esattamente dove posizioneremo i vari pezzi, con il risultato di lasciarli spesso sospesi per aria, connetterli in punti erronei, o addirittura trovandoci impossibilitati nel poterli collegare senza però capirne il perché, non essendoci indicazioni o errori chiari una volta completato il tutorial. Così come i più creativi di voi che creano LEGO inediti avendo a disposizione svariati pezzi differenti, sbizzarrendovi su come metterli insieme così da creare qualcosa di nuovo, Bricktales propone esattamente la stessa cosa, offrendo però pezzi specifici per una costruzione che ciononostante non ci viene mostrata, e di cui non avremo quindi una idea neanche vaga di come potrebbe essere montata.

Avendo il gioco una fisica ben presente, ogni costruzione andrà testata prima di poter essere approvata e immessa quindi nel mondo di gioco per poter poi essere utilizzata. Il test consisterà solitamente in un robot che camminerà su quanto appena costruito, così da verificarne la stabilità, e che il più delle volte farà crollare la nostra costruzione costringendoci quindi a revisare quanto fatto. Altre volte la verifica sarà orientata ad altri tipi di stabilità, come la pendenza nel caso di oggetti pesanti, o nell’uniformità del peso nel caso la nostra costruzione debba volare. Il gioco richiede quindi un impegno nel creare qualcosa che il giocatore non può vedere, ma che tuttavia gli viene richiesto di farlo in maniera stabile, sviluppando sì creatività e ingegno, ma con una struttura e dei comandi per il controller estremamente frustranti.

L’accoppiamento dei pulsanti sarà poi necessario visto la struttura del gioco, mancando il controller di un numero sufficientemente elevato per le esigenze del gameplay, e dovendo ricordarci quindi che con la levetta potremo ruotare la visuale, ma se volessimo muoverla dovremo abbinarla ad un altro pulsante specifico che andrà lasciato premuto, per poi rilasciarlo se volessimo ruotarla nuovamente. Nel caso non lo facessimo, a livello visivo ci sembrerà che un mattoncino sia nella corretta posizione, ma questo si aggancerà poi automaticamente in punti erronei, costringendoci quindi a passare alla modalità di precisione, ma dovendo in questo caso passare costantemente dal girare la visuale a muovere il mattoncino, richiedendo quindi un costante cambio meccanicamente stancante per il giocatore.

I puzzle poi si complicheranno sempre più, senza però spiegare nel dettaglio il da farsi. In particolare quando la costruzione dovrà ruotare (?) dal punto in cui l’abbiamo costruita, senza però collidere con alcuni muri posti volutamente affinché questa si rompa, forzandoci ad immaginare quindi – e senza nessun aiuto – come dopo il movimento la nostra struttura arrivi a destinazione senza collidere sui muri o collassare su sé stessa. Unico modo per scoprire se questa funziona? Eseguire il test, vedere la nostra costruzione disintegrarsi, e provare quindi ancora, e ancora, fino a trovare una soluzione che più che una costruzione sembrerà una accozzaglia di pezzi piazzati a caso. Sostanzialmente un incubo, ed è qui che la mia pazienza, anche come recensore, è arrivata al limite.

In conclusione

Come al solito, ci teniamo a ribadire come queste opinioni possano risuonare con alcuni giocatori, mentre altri potranno trovarsi perfettamente in disaccordo, perciò non demordete troppo su quanto detto, visto che i giocatori amanti dei LEGO e della creazione pura e classica potranno probabilmente apprezzare questo titolo. Ma per quanto ci riguarda, ci troviamo di fronte ad un vero disastro, che tristemente aveva le qualità per poter essere effettivamente un bel gioco. Bricktales non eccelle né per le grafiche, né per le musiche, né per la trama, ma assolutamente non eccelle per il gameplay, vero e proprio incubo del gioco, in particolare per la crescente frustrazione man mano che proseguiremo nell’avventura. I personaggi non sono particolarmente divertenti o distinti, mancando del carisma che ha sempre caratterizzato la serie lavorando con franchising esistenti, ma soprattutto il team ClockStone Studios che ha lavorato al titolo non ha chiaramente saputo adattare il concetto su console, ed essendo noi specializzati in queste, non possiamo fare altro che sconsigliarlo e aspettare un titolo LEGO valido, chissà nuovamente sfornato dal team di Light Brick Studio.