Recensione Lara Croft and the Temple of Osiris
C'era un periodo in cui la saga di Tomb Raider non se la passava molto bene, mentre dall'altra parte della barricata c'era un suo collega appena arrivato che le aveva rubato lo scettro di miglior cercatore di tesori. Fu soltanto il reboot del 2013 chiamato semplicemente Tomb Raider a far rinascere la serie, ma circa tre anni prima Square Enix e Crystal Dynamics tentarono un'altra strada, uno spin-off chiamato Lara Croft and the Guardian of Light che riscosse un buon successo di critica e pubblico.
Così, mentre in quest'ultimo periodo tutto il mondo del web sta a domandarsi se il nuovo Tomb Raider uscirà solo in esclusiva Xbox o se in futuro approderà anche sulle console di Sony, Square Enix e Crystal Dynamics ci riprovano con la strada dello spin-off proponendoci Lara Croft and the Temple of Osiris disponibile da pochi giorni sia su PS4 che su Xbox One.
di: Luca Saati
C’era un periodo in cui la saga di Tomb Raider non se la passava molto bene, mentre dall’altra parte della barricata c’era un suo collega appena arrivato che le aveva rubato lo scettro di miglior cercatore di tesori. Fu soltanto il reboot del 2013 chiamato semplicemente Tomb Raider a far rinascere la serie, ma circa tre anni prima Square Enix e Crystal Dynamics tentarono un’altra strada, uno spin-off chiamato Lara Croft and the Guardian of Light che riscosse un buon successo di critica e pubblico.
Così, mentre in quest’ultimo periodo tutto il mondo del web sta a domandarsi se il nuovo Tomb Raider uscirà solo in esclusiva Xbox o se in futuro approderà anche sulle console di Sony, Square Enix e Crystal Dynamics ci riprovano con la strada dello spin-off proponendoci Lara Croft and the Temple of Osiris disponibile da pochi giorni sia su PS4 che su Xbox One.
Tombe egizie
La trama, che a dirla tutta non è il punto forte della produzione e si presenta come un mero pretesto per andare avanti, vede la nostra avventuriera e il suo ‘collega’Carter intenti a cercare un antico manufatto egizio nel tempio di Osiride. Il manufatto viene trovato ma appena viene toccato questo si attiva colpendo i due archeologi con una maledizione e risveglia il malvagio dio Set che vuole portare morte e distruzione nel mondo. Ad aiutare Lara e Carter ci saranno anche due divinità egizie chiamate Iside e Horus, risvegliatesi insieme a Seth. Insieme i nostri quattro eroi dovranno esplorare una serie di tombe per trovare i pezzi che compongono il dio Osiride che li aiuterà nella lotta contro Set.
Four is megl che two
Il gameplay alla base di Lara Croft and the Temple of Osiris è lo stesso del capitolo precedente. Ci troviamo quindi dinanzi a un videogioco con visuale isometrica che mischia sequenze puzzle e platform a sequenze action che possono ricordare i double stick shooter. Quest’ultime fortunatamente non rappresentano il cuore centrale della produzione visto che tende a dare maggiore importanza alla parte puzzle/platform che non risultano mai troppo complessi ma comunque ben realizzati.
I quattro protagonisti presentano la prima novità di questo gioco. Infatti se nel capitolo precedente la componente cooperativa poteva impegnare un massimo di due giocatori, questa volta il numero massimo è quattro. Questi sono essenzialmente divisi in due gruppi, da una parte abbiamo Lara e Carter che hanno due pistole come arma principale, possono utilizzare una torcia per illuminare le zone buie, e un rampino per arrivare in punti altrimenti inaccessibili. Horus e Iside invece hanno un bastone magico come arma principale, che può essere sfruttato anche per attivare alcune piattaforme, e possono creare una sorta di scudo magico che può essere utilizzato anche come una sorta di scalino dagli altri giocatori.
Quindi la collaborazione tra i vari componenti della squadra è fondamentale, bisogna sfruttare al meglio le peculiarità dei personaggi e in tal senso aiuta moltissimo anche l’ottimo level design creato da Crystal Dynamics. Infatti la struttura delle varie mappe, le boss fight e il numero di nemici si adattano in base a quanti utenti stanno giocando. Giocare da soli è quindi possibile (in tal caso controllate solo Lara che possiede sia le sue abilità che quelle di Iside e Horus) ma sappiate che così facendo perderete molta dell’esperienza di gioco e del divertimento generale. Già in due, ma soprattutto in quattro, l’esperienza migliora esponenzialmente e cambia totalmente dal giocare da soli. Segnaliamo però un sistema di drop in e drop out che ci ha fatto storcere il naso non poco. Infatti ogni qualvolta si collega o scollega un giocatore la partita si interrompe e riprende dal checkpoint, costringendo a rigiocare alcune porzioni di gioco che magari avevamo appena fatto un attimo prima. Una situazione frustante questa specie quando si sta giocando con completi sconosciuti che vanno e vengono quando gli pare e piace.
Dopo un tutorial che ci spiega le meccaniche principali del gioco veniamo catapultati in quello che è un vero e proprio hub centrale attorno al quale si trovano le varie tombe da esplorare per trovare i pezzi di Osiride. La cosa che più ci ha convinto di questo hub è che rappresenta a tutti gli effetti un livello a se stante con i suoi nemici da affrontare, i puzzle e le sue sequenze platform. L’esplorazione dei livelli rappresenta un punto fondamentale in quanto sparsi per i livelli si trovano tutte una serie di bonus che estendono la propria salute, la barra delle munizioni, o anche nuove armi da equipaggiare. Eliminare i nemici, rompere i vasi, o compiere altre azioni di gioco permette di ottenere dei diamanti che rappresentano la moneta di gioco da utilizzare per aprire una serie di forzieri al cui interno si trovano anelli o collane che, se indossati, permettono di attivare alcuni bonus e malus alle statistiche (come la velocità, resistenza, potenza delle armi e così via) del nostro personaggio.
Per quanto riguarda la longevità una prima run può chiedervi non più di cinque ore, un tempo di gioco non così esteso. Per fortuna è presente un buon fattore rigiocabilità che può aggiungere ulteriori ore di gioco. Sparsi per i livelli ci sono infatti tutta una serie di collezionabili, delle tombe sfida, degli obelischi da attivare che danno il via a delle missioni che ci permettono di affrontare orde sempre crescenti di nemici, a tal proposito segnaliamo una buona varietà degli stessi. Infine ogni livello ha al suo interno una serie di obiettivi bonus da completare per ottenere un punteggio più alto da pubblicare nelle classiche classifiche online. Insomma una volta finita la storia il gioco ha qualcosa da offrire se sufficientemente stimolati.
Grafica divina?
Tecnicamente non siamo dinanzi a una produzione che sfrutta come si deve la potenza delle console di attuale generazione. Infatti il comparto grafico non fa di certo gridare al miracolo con una conta poligonale, texture e ombreggiature di qualità tutt’altra che eccelsa. Per fortuna a compensare il tutto ci pensa un ottimo level design e un altrettanto ottimo comparto artistico. Buono anche il frame rate quasi sempre fluido, talvolta c’è qualche piccolo calo ma niente che va a rovinare l’esperienza di gioco.
Di buona fattura la componente sonora con delle musiche molto piacevoli da ascoltare e un ottimo doppiaggio in italiano.
Commento finale
Lara Croft and the Temple of Osiris è un prodotto di buona qualità capace di regalare un discreto quantitativo di ore di divertimento soprattutto se giocato in cooperativa. Peccato che il gioco si può completare in poche ore e che giocato da soli si perde il meglio di quello che la produzione da offrire può dare. Comunque se avete amato Lara Croft and the Guardian of Light siamo sicuri che riuscirete ad apprezzare allo stesso modo anche questo capitolo.
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✔
- Level design notevole
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In co-op è molto divertente…
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✘
…ma molto meno divertente in singolo
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Campagna breve
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✘
Sistema di drop in e drop out da rivedere