Recensione Jurassic World Aftermath Collection
di: Simone CantiniQuello tra Michael Crichton ed il mondo del cinema è sempre stato un rapporto molto fitto e solido, come dimostrano i numerosi adattamenti da sala dei suoi romanzi, oltre alle dirette incursioni dietro la macchina da presa. Da Il Mondo dei Robot a Timeline, passando per La Grande Rapina al Treno e Congo, la storia che ha visto intrecciare penna e la pellicola è davvero sconfinata, ma è innegabile come il vero simbolo di questa commistione sia rappresentato da Jurassic Park che, a partire dal primo film firmato da Steven Spielberg, ha dato vita ad uno sconfinato numero di episodi collaterali, al punto da originare una vera e propria saga, il tutto all’insegna della crossmedialità. E figlio di questa fitta schiera di eredi più o meno legittimi appartiene Jurassic World Aftermath Collection che, dopo aver esordito in ambito virtuale, è da poco approdato anche su Nintendo Switch (con la versione PSVR2 in arrivo il prossimo anno).
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A spasso con i rettili
L’incipit di gioco non è certo un inno all’innovazione e all’originalità, ma serve unicamente a dare il via a questo survival horror in stile Outlast e simili. Tutto ha inizio due anni dopo la distruzione di Jurassic World, quando la dottoressa Mia Everett decide di organizzare una spedizione su Isla Nublar per recuperare dei file relativi al suo lavoro in merito al genoma dei raptor. Ovviamente non ci poteva certo aspettare una scampagnata, quindi ecco che, poco prima di atterrare sul luogo, l’aereo su cui viaggia il team di recupero viene attaccato dagli pteranodonti, si schianta a terra e lascia il nostro silenzioso eroe come unico componente in grado di portare a termine la missione. Per farlo dovrà farsi strada all’interno di un laboratorio di ricerca, ovviamente infestato di letali raptor, mentre la dottoressa Everett fornirà istruzioni via radio. Tra semplici enigmi, momenti stealth e poche altre, piccole, variazioni sul tema, le circa 6 ore necessarie a portare a termine Jurassic World Aftermath Collection scorrono via senza troppi sussulti, con il passaggio all’ibrida Nintendo che ha causato una fisiologia perdita di intensità rispetto all’originale controparte virtuale. Oltre a portarsi dietro un fastidioso bug che, quasi in chiusura di avventura, mi ha impedito di raggiungere gli agognati titoli di coda: vero che il team è al lavoro per correggere l’intoppo, ma chiudere un occhio su di una simile leggerezza, ancora più a diversi giorni dalla release ufficiale, risulta un po’ difficile.
Lotta per la sopravvivenza
Trattandosi di un gioco nato inizialmente in ambito virtuale, Jurassic World Aftermath Collection offre un’esperienza ludica interamente in prima persona. Il nocciolo del gameplay ruoterà attorno all’attraversamento di varie aree, di volta in volta in cerca degli obiettivi che ci verranno indicati dalla Everett. Purtroppo, però, non saremo soli in questo viaggio, dato che a darci (quasi) incessantemente la caccia troveremo i letali raptor, che dovremo evitare o distrarre per non incappare in uno spiacevole game over. Essendo completamente inermi, l’unico modo che avremo per sopravvivere sarà, pertanto, quello di nasconderci al bisogno, magari sfruttando cunicoli o armadietti, in grado di metterci al riparo dagli affilati artigli degli spietati sauri. Dalla nostra avremo anche un peculiare dispositivo, in grado di attivare vari congegni elettronici, tramite i quali attirare momentaneamente l’attenzione delle varie minacce. Ad eccezione di un paio di sezioni in grado di proporre qualche piccola variazione sul tema, e ad una manciata di semplici enigmi, il gameplay di Jurassic World Aftermath Collection si esaurisce qua, ed è evidente come, una volta spogliato della tensione garantita dalla realtà virtuale, gran parte del fascino finisca per scemare rapidamente. Ad inficiare ulteriormente un giudizio non troppo lusinghiero, troviamo anche un design degli ambienti alquanto monotono, oltre ad un eccessivo backtracking e ad un’IA nemica a tratti ai limiti del frustrante. In tal senso non sono state rare le situazioni in cui, per sfuggire alle amorevoli attenzioni dei raptor, siano stati necessari svariati tentativi, dato che riuscivano sempre a comparire in maniera implacabile proprio vicino a noi, rendendo impossibile ogni via di fuga. A non sfigurare rispetto all’installazione originale, invece, è il comparto tecnico della produzione, che può contare su di un cel shading davvero efficace, caratterizzato da un uso interessante dei colori e che è accompagnato da delle pregevoli animazioni dei vari dinosauri. Il top, comunque, è rappresentato dal fronte sonoro, che può vantare su di un cast di doppiatori di assoluto livello (Laura Baley per la Everett o lo stesso Jeff Goldblum per il professor Malcolm). Per non parlare, poi, dell’effettistica generale, che ha nei sinistri versi dei raptor il suo maggiore punto di forza. Peccato davvero per quel bug in grado di compromettere l’intera esperienza, che mi auguro venga risolto entro breve.
Di solito il passaggio dalla realtà virtuale alla fruizione canonica non è mai indoloro quando parliamo di videogiochi, e Jurassic World Aftermath Collection non riesce, purtroppo, a sfuggire a questa consuetudine. Il titolo sviluppato da Coatsink, difatti, poggiava gran parte del proprio fascino proprio sull’ansia trasmessa dal vivere in prima persona i vari eventi, sensazione che esce drasticamente ridimensionata una volta che confiniamo il tutto all’interno dello schermo di Nintendo Switch. Lo stesso concept ludico, fiaccato da qualche incertezza di troppo, non riesce a mitigare il tutto, consegnandoci un titolo tutto sommato solido e ben costruito, ma che finisce per esaurire in breve tempo tutte le sue trovate. Se siete fan del brand, ad ogni modo, merita comunque un giro, ma prima di sbilanciarvi in eventuali acquisti vi consiglio di tenere d’occhio il rilascio delle varie patch.