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Recensione Jackie Estacado, due anni dopo …

The Darkness 2 prende le mosse due anni dopo gli avvenimenti narrati nel primo episodio. Jackie è riuscito a tenere sotto controllo la Tenebra, impresa che in passato sembrava impossibile, ed è diventato un boss della malavita temuto da tutti. Nessun rivale e una vita agiata, in altre parole. Tutto sembra procedere normalmente fino a quando a inizio il gioco ...

di: Giorgio "Nadim" Catania

Ognuno ha dei demoni interiori. Degli scheletri nell’armadio o qualche scrupolo di coscienza. È normale, nessuno è perfetto e tutti commettiamo, nella nostra vita, qualche peccato. In fin dei conti siamo umani, ed errare è una prerogativa dell’essere umano.
Anche Jackie Estacado ha fatto molti sbagli, nella sua vita. Troppi, ad essere sinceri: di scheletri nell’armadio lui ne ha a non finire e la sua coscienza è tutt’altro che pulita. E questo non è legato solo al ruolo che ricopre, quello di signore del crimine nella città di New York, ma a qualcosa di ben più oscuro, di infinitamente più terribile. Il suo demone interiore non è un qualcosa di astratto, bensì una concreta realtà, qualcosa con cui nessuno vorrebbe mai avere a che fare. Dentro di lui infatti alberga una creatura che non appartiene a questo mondo, ma a quello degli Inferi.
Jackie Estacado è il portatore della Tenebra.

Ti ricordi di me, scimmia?


Sono passati cinque lunghi anni da quando uscì nei negozi il primo, indimenticabile The Darkness. Per chi se lo fosse perso, evitando fastidiosi spoiler, basti sapere che era uno sparatutto in prima persona che narrava le vicende che coinvolgevano un giovane sgherro della mafia di New York, Jackie Estacado, durante i giorni del suo ventunesimo compleanno. Ad inizio gioco Jackiescopriva di possedere la terribile capacità di richiamare a sé la Tenebra, signora dell’oltretomba, e di poterne usare i poteri per i propri scopi. Sopravvissuto ad un tradimento, Jackie aveva deciso di vendicarsi del torto subito, ed era andato alla ricerca di chi gli aveva voltato le spalle. Una trama fantasiosa ma nulla di più, verrebbe da pensare in un primo momento. Ma così non è: il gioco infatti non solo ruotava attorno alla sete di vendetta del protagonista, ma anche attorno al suo triste passato vissuto in un orfanotrofio e alla sua relazione sentimentale con una bella e simpatica ragazza, Jenny Romano, unico raggio di luce nella vita di Jackie. La storia creata dal team di sviluppo Starbreeze Studios, che prendeva ispirazione dall’omonimo fumetto, è riuscita così a rendere The Darkness un FPS diverso dagli altri, capace di alternare sessioni d’azione ad altre puramente esplorative, ad altre ancora in cui le relazioni con gli altri personaggi giocavano un ruolo importante. Le ambientazioni stesse avevano un fascino tutto loro: si andava dalle strade cupe della Grande Mela, a covi pieni di sgherri, ad altre ben più… demoniache. Insomma, un titolo che faceva di trama, atmosfera e varietà di situazioni i suoi punti forti. Il tutto condito da un’infinità di colpi di scena, personaggi indimenticabili e un gameplay originale. Oltre che da violenza, tanta sana violenza.
In altre parole, uno dei migliori sparatutto di questa generazione di console.

Liiiiiiiibeeeeeraaaa la Teeeeneeeebraaaaaaa!

The Darkness 2 prende le mosse due anni dopo gli avvenimenti narrati nel primo episodio. Jackie è riuscito a tenere sotto controllo la Tenebra, impresa che in passato sembrava impossibile, ed è diventato un boss della malavita temuto da tutti. Nessun rivale e una vita agiata, in altre parole. Tutto sembra procedere normalmente fino a quando a inizio gioco, in procinto di gustare una deliziosa cena assieme a due stupende ragazze, il nostro eroe – se così lo si può definire – viene attaccato da un gruppo armato e ben organizzato. La situazione precipita in pochi istanti eJackie, messo alle strette, si vede costretto ad evocare la Tenebra e ad utilizzare nuovamente i suoi poteri oscuri per avere salva la vita. In suo aiuto arriva anche un simpatico Darkling, uno dei servi della Tenebra già incontrato nel precedente episodio, pronto a dargli manforte. Comincia così il videogioco vero e proprio, che vedrà Jackie opporsi ad una misteriosa setta, capeggiata da un losco individuo il cui unico scopo è quello di appropriarsi della Tenebra.
Nonostante i colpi di scena non manchino neppure in questo episodio, così come alcuni momenti forti e altri toccanti, e la caratterizzazione dei personaggi si riveli abbastanza buona, bisogna dire che i risultati ottenuti dai ragazzi di Digital Extreme – software house che ha lavorato al titolo – non raggiungono i fasti del passato, soprattutto per quanto riguarda la profondità narrativa. Questo non toglie che comunque il titolo si lasci giocare e godere tranquillamente, e che alcune trovate si rivelino comunque molto interessanti, lasciando in alcuni momenti il giocatore con il fiato sospeso.

Nessuno può fermarti, Jackie!

Una volta preso in mano il controller e cominciato a giocare, si impareranno presto tutti i comandi necessari per sopravvivere ai numerosi scontri che si dovranno affrontare. Ecco quindi cheJackie, come in ogni buon FPS che si rispetti, può sparare con le armi che trova lungo la via o che prende ai cadaveri dei suoi nemici: può portare con sé un’arma pesante, scegliendo tra mitragliatori d’assalto e fucili a pompa, e due leggere, come pistole e Uzi da usare in coppia. Vi è una discreta varietà e ogni giocatore scoprirà presto quali sono i suoi ferri preferiti, anche se nelle sessioni più avanzate le armi da sole non basteranno a zittire gli sgherri che si incontreranno. Questo perché, com’è abbastanza ovvio, i poteri della Tenebra rivestono un ruolo di primo piano nel gameplay, capaci di far decollare il divertimento durante ogni combattimento e dimostrare tutta la violenza del gioco.
Evocata nelle sessioni in cui ci si deve far strada con la forza, la Tenebra si presenta al giocatore tramite due serpenti oscuri posti ai lati dello schermo. Uno di loro serve per assestare potenti colpi agli avversari, l’altro invece per afferrare gli oggetti con cui si può interagire – alcuni necessari per continuare l’avventura, altri da lanciare con cattiveria contro i nemici, ma tutti contrassegnati da un lieve riflesso violaceo. Combinate assieme, però, queste due “braccia” dimostrano la loro vera forza: se qualche sciocco si avvicina troppo a Jackie durante le sparatorie, dopo averlo stordito lo si potrà afferrare con il serpente sinistro per poi ucciderlo cruentemente utilizzando anche l’altro, attivando così, in base ai tasti premuti, vari tipi di esecuzioni, tanto micidiali quanto utili. Queste infatti non solo permetteranno a Jackie di recuperare la salute persa, ma anche di ottenere munizioni extra o di ricaricare gli altri poteri oscuri, ottenuti con il procedere dell’avventura.
Ma questi poteri non li si riceverà automaticamente, bensì li si dovrà sbloccare tramite un apposito menù di potenziamento, spendendo dei punti – ottenuti eliminando nelle maniere più varie possibili gli adepti della setta – in una delle quattro specialità presenti. Anche in questo caso vi è sufficiente varietà nella scelta: oltre a poteri nuovi si potranno ottenere bonus per le armi, nonché nuovi e micidiali colpi ed esecuzioni assai più utili. Tutto ciò consente a Jackie di “crescere” in maniera adeguata mano a mano che il suo viaggio continuerà, potendo affrontare così nemici sempre più agguerriti, facendo sembrare le meccaniche di gioco vagamente simili a quelle dei GdR (ma senza andare a intaccare l’anima FPS del titolo).

Restiamo vicini Jackie!

La campagna a giocatore singolo procede così in maniera serrata ma lineare, con tante sparatorie cruente e meno libertà esplorativa. Tra una missione e l’altra Jackie avrà modo di riposarsi un po’ nella sua immensa villa, permettendo al giocatore di approfondire la storia dietro al gioco, sia relazionandosi con i propri tirapiedi sia grazie alle spiegazioni sulle reliquie ottenute durante l’avventura – i tipici collezionabili. Però la storia giungerà in poche ore all’epilogo, lasciando un po’ di amaro in bocca. Tutto quello che aveva caratterizzato il precedente episodio (trama, dialoghi, esplorazione, momenti di pausa e riflessione… perfino la possibilità di scegliere tra vari tipi di Darkling) è stato sacrificato in virtù di una regia votata più all’azione e alle sequenze spettacolari.
Per compensare ciò il team di sviluppo ha pensato di aumentare la varietà di nemici (che diverranno sempre più potenti con il proseguimento dell’avventura), dare maggior personalità all’unicoDarkling presente (che stabilisce con Jackie un rapporto più profondo di quanto non ci si aspettasse) e di aggiungere una modalità extra, che può essere giocata da soli o in cooperativa, per un massimo di quattro giocatori.
Una volta selezionata quest’ultima dal menù principale, il giocatore dovrà scegliere con quale personaggio affrontare la nuova, ma comunque non troppo lunga, avventura parallela. Quattro sono i possibili protagonisti alternativi, ognuno caratterizzato da un’arma speciale e da poteri unici, nonché da un caratteraccio tutto suo. Le missioni che si affronteranno si andranno ad allacciare direttamente con la trama principale, facendo luce su alcuni eventi di cui Jackie sente solo parlare.
L’idea di base sembra interessante e dal grande potenziale, ma a conti fatti il tutto si rivela semplicemente come un prolungamento quasi forzato della campagna, con l’utilizzo di location già viste e di obiettivi alla fine un po’ simili tra loro. Infatti ciò che è peggio è che le missioni si riducono quasi sempre al semplice annientamento delle orde di nemici, talvolta apparentemente infiniti, che si frapporranno tra il giocatore e la meta da raggiungere. Insomma, in questo caso la componente sparatutto prevale pesantemente su tutto il resto, anche su quella di crescita dei personaggi stessi – che possono acquisire qui ben poche nuove abilità.
Massacrare in compagnia i nemici può rivelarsi divertente, probabilmente di più che uccidersi l’un l’altro come avveniva nelle modalità competitive del precedente capitolo, però se si è alla ricerca di qualcosa di più profondo e vario, sia dal punto di vista del gameplay che da quello narrativo, conviene cercare altrove. Perché in The Darkness 2 la modalità cooperativa si riduce ad una grande carneficina prolungata. Forse, vista la particolarità della produzione, sarebbe stato meglio rinunciare a questa modalità accessoria e concentrarsi di più sull’esperienza single player…

Staaaaaiiii lontanooooo dalla luceeeee!

Per quanto riguarda il comparto tecnico, non ci sono particolari critiche da muovere a The Darkness 2. La grafica, che è passata da uno stile realistico ad uno ben più cartoon, è davvero di ottimo livello. Sebbene in un primo istante possa sembrare strano vedere i personaggi in cel-shading, stile di solito adottato per giochi molto meno dark (Catherine a parte), dopo pochi minuti si fa l’abitudine e, anzi, si rimane impressionati dalla bellezza generale di ogni schermata.
Le location sono ricche di dettagli e in parte anche interattive, i nemici e gli sgherri di Jackie sono rappresentati magnificamente e ben animati, i serpenti demoniaci e il Darkling sono come sempre molto evocativi. Anche i giochi di luci ed ombre sono di discreta fattura, anche se in questo caso il primo episodio tendeva a premiare chi rimaneva sempre all’ombra con alcuni effetti grafici più ricercati, che facilitavano anche i passaggi nelle zone con meno luce. Solo le texture talvolta appaiono un po’ sgranate, specialmente se ci si avvicina troppo ad alcuni elementi di scenario. Nulla di fastidioso però.
Anche sul versante sonoro c’è da dire che il lavoro svolto è di buona fattura, con un doppiaggio in italiano davvero ben riuscito – particolarmente ispirata la voce di Johnny Powell, folle esperto della Tenebra e di tutte le reliquie di cui entrerete in possesso. L’unica critica che si può muovere a riguardo al titolo è legata alla sincronizzazione labiale, talvolta un po’ troppo approssimativa. Per il resto, dagli effetti sonori delle armi alle musiche di sottofondo, non c’è proprio di che lamentarsi.

Non scordarti di me, Jackie…

The Darkness 2 è di sicuro un buon prodotto, capace di stupire in quanto a comparto grafico e sonoro e di farsi apprezzare per la campagna a giocatore singolo. Campagna che però, per quanto ben progettata e forte di alcuni momenti interessanti, si allontana un po’ troppo dallo stile di quella – magnifica e toccante – del primo episodio. In questo capitolo infatti viene posto oltremodo l’accento sulla componente shooter, cosa che per alcuni non è necessariamente un male, ma che per chi ha amato le meccaniche del precedente episodio invece potrebbe esserlo. Ciò è più che mai vero per la modalità cooperativa, divertente in un primo momento sì, ma che alla lunga può stufare per l’eccessiva ripetitività, votata al massacro indiscriminato di qualunque cosa si muova su schermo. E ciò ne va a scapito della longevità, già inficiata dall’eccessiva brevità della storia principale.
Se siete quindi alla ricerca di un buon prodotto, magari di un FPS senza troppe pretese e capace di tenervi occupati per qualche ora, non abbiate timori e comprate The Darkness 2. Se invece avete adorato il primo capitolo, sappiate però che potreste rimanere in parte delusi da questo seguito.
Perché di momenti toccanti come quelli vissuti nell’appartamento di Jenny e tra le macerie dell’orfanotrofio, purtroppo, non ce ne sono. E questo è davvero un gran peccato.