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Recensione Iron Sky: Invasion

Come sia andata a finire la storia dell’umanità al termine del secondo conflitto mondiale è cosa, si spera, risaputa da tutti. Ciò che si ignora, però, è che in seguito alla disfatta del Terzo Reich un gruppo di gerarchi fedeli al defunto Hitler si sia ritirata in gran segreto sulla Luna, con il recondito scopo di restaurare la potenza germanica e tentare nuovamente di ottenere la supremazia sul pianeta Terra. Beh, almeno questo è il modo in cui si sono ufficialmente svolte le cose all’interno della misconosciuta pellicola Iron Sky, un demenziale b-movie uscito poco più di un anno fa e di cui Reality Pump Studios si è occupata dell’adattamento videoludico.

di: Simone Cantini

Come sia andata a finire la storia dell’umanità al termine del secondo conflitto mondiale è cosa, si spera, risaputa da tutti. Ciò che si ignora, però, è che in seguito alla disfatta del Terzo Reich un gruppo di gerarchi fedeli al defunto Hitler si sia ritirata in gran segreto sulla Luna, con il recondito scopo di restaurare la potenza germanica e tentare nuovamente di ottenere la supremazia sul pianeta Terra. Beh, almeno questo è il modo in cui si sono ufficialmente svolte le cose all’interno della misconosciuta pellicola Iron Sky, un demenziale b-movie uscito poco più di un anno fa e di cui Reality Pump Studios si è occupata dell’adattamento videoludico.

Anni luce dalla perfezione

Bei tempi quelli in cui era possibile scorrazzare per il cosmo in lungo e in largo, impegnati in estenuanti e pirotecnici dogfight a bordo delle navicelle di Wing CommanderX-Wing e Tie Fighter. Anni sicuramente felici per tutti gli amanti dei simulatori di volo spaziali, in cui i prodotti targati Origin Systems e LucasArts imperversavano sugli schermi dei personal computer di mezzo mondo (e forse più). E seguendo la scia di queste gloriose produzioni, Reality Pump Studios si cimenta in questo oggigiorno rarissimo esponente di una realtà videoludica che sembra smarrita per sempre. Peccato che le cose non sia andate proprio per il verso giusto. Avviato il gioco notiamo subito, purtroppo con marcato disappunto, come le modalità di gioco di Iron Sky: Invasion siano drammaticamente ridotte all’osso: l’unica possibilità concessaci, stranamente, è quella di intraprendere la campagna single player. Dite quindi addio a più che auspicabili esperienze alternative che si allontanino dalla semplice successione di missioni. Una simile povertà di contenuti, però, avrebbe comunque potuto giovare al titolo, se solo fosse stata studiata e realizzata in maniera più accurata: nessuna trama da seguire, solo una mappa costellata di missioni slegate tra loro e tra cui scegliere, senza un preciso ordine di continuità. Anche questo non sarebbe certo un insormontabile ostacolo, se almeno il team si fosse preso la briga di rendere quanto meno variegata l’esperienza di gioco. Invece, come nel peggiore degli incubi, ci troviamo al cospetto di due sole tipologie di missioni, cerca e distruggi e scorta, che ci accompagneranno rocciose ed immutabili per tutte le circa 9 ore necessarie al completamento del gioco. Forse davvero troppo poco, anche per un tie-in tratto da un film a bassissimo budget. A funestare ulteriormente il tutto ci pensano le meccaniche di gioco che, seppur volutamente arcade, si sono rivelate sin troppo semplicistiche, affossate inoltre da una IA avversaria incapace di fornire agli scontri il giusto mordente. In un simile scenario a poco servono la possibilità di recuperare materiali utili (recuperabili dai relitti avversari) ad upgradare i nostri velivoli ed il sistema di gestione dell’energia delle navicelle.

Cosmico ma non troppo

Potendo contare su di un motore già rodato, lo stesso impiegato nella realizzazione di Two Worlds (sempre ad opera di Reality Pump Studios), l’aspetto grafico di Iron Sky: Invasion riesce nell’arduo compito di risollevare lievemente le sorti dell’intera produzione, grazie ad una realizzazione estetica che, pur non stupendo, riesce ad accontentare l’occhio del giocatore. Pregevole, inoltre, l’inserimento di filmati in full motion video, utilizzati nelle varie scene di intermezzo e di fattura più che buona, grazie anche all’utilizzo di alcuni degli attori presenti nella pellicola originale. Discreto anche il doppiaggio, disponibile unicamente in lingua inglese (presenti, fortunatamente i sottotitoli in italiano). Incomprensibili, specie alla luce di quanto scritto nel paragrafo precedente, l’assenza di una qualsiasi modalità multigiocatore che, data la natura del gioco, avrebbe senza dubbio aggiunto carattere a questa blanda ricetta.

Iron Sky: Invasion fallisce nel tentativo di riportare in auge un genere tanto caro agli anni 90, a causa di una sin troppo spiccata povertà ludica: una campagna in singolo monotona e priva di mordente non riesce a salvare dal baratro della mediocrità il titolo del team polacco. Sicuramente avrebbe giovato l’inserimento di una modalità multigiocatore, assenza davvero inspiegabile in una simile tipologia di gioco. Purtroppo Iron Sky: Invasion, a dispetto delle premesse sulla carta interessanti, va ad affiancarsi alla nutrita schiera di fallimentari tie-in.