Recensione Impact Winter
di: Luca Saati“L’inverno sta arrivando” direbbero i fan di Game of Thrones. Mai frase fu più adatta per parlare di Impact Winter, survival che in piena primavera arriva su PS4 e Xbox One grazie alla partnership siglata tra gli sviluppatori Mojo Bones e il publisher Bandai Namco Entertainment.
accettare i cookie con finalità di marketing.
“L’inverno è arrivato”
Il clima sul pianeta terra è cambiato drasticamente dopo l’impatto di un meteorite. Il freddo la fa ormai da padrone e il nostro protagonista, Jacob, si rifugia all’interno di una chiesa sommersa dalla neve insieme ad altri quattro sopravvissuti. Jacob e compagni devono resistere 30 giorni, il drone Ako-Light ha infatti intercettato una trasmissione radio che annuncia l’arrivo dei soccorsi.
Le prime fasi del gioco le passerete con il tutorial del gioco che vi insegnerà le basi per sopravvivere al mondo di Impact Winter. Primo elemento da tenere in considerazione sono proprio gli altri sopravvissuti: ognuno è dotato di abilità proprie, tra chi conosce le tecniche di caccia, chi è esperto nel fai da te, chi può cucinare piatti per il gruppo e infine uno scienziato a cui si deve il merito di aver costruito il drone citato poco sopra. Ogni personaggio porta con sé delle quest personali utili ad approfondire la backstory e imparare nuovi trucchi per sopravvivere in questi 30 giorni.
Le missioni del gioco ci porteranno fuori dalla chiesa costringendoci a esplorare la zona circostante chiamata Void. L’esplorazione quindi svolge un ruolo fondamentale per la sopravvivenza del proprio gruppo. La mappa del Void è di discrete dimensioni ed è caratterizzata da grotte sotterranee, edifici sommersi da montagne di neve, casupole e non solo. Qui troveremo un po’ di tutto come carburante, medicine, oggetti per il crafting e molto altro. Non si potrà però esplorare per ore e ore il Void visto che bisogna tenere conto della batteria del proprio drone (utile per scansionare e illuminare l’area) che andrà ricaricata spesso ritornando nel proprio rifugio, inoltre il proprio zaino ha una capienza limitata all’inizio, per questo motivo vi converrà fare scorta e ritornare in Chiesa per mettere tutto a posto e ripartire. Più avanti sarà possibile ingrandire il proprio zaino e posizionare delle tende da campeggio che fungono da checkpoint per allontanarsi più del dovuto dal proprio rifugio.
Tutta la parte gestionale lascia però a desiderare con i personaggi che vanno tenuti continuamente d’occhio per farli sopravvivere. Durante i 30 giorni infatti i personaggi rischiano di morire di fame, di sete o per il freddo. Possono inoltre capitare anche alcuni imprevisti come emorragie e altre malattie. Il problema però è che gli NPC non riescono a gestirsi da soli le risorse costringendo ogni volta il giocatore a mantenere acceso il fuoco, distribuire i medicinali del deposito, e spartirsi il cibo. Ad aiutare non ci sono neanche i menù e l’inventario a riquadri troppo macchinosi per rendere la parte gestionale sufficientemente fluida e accessibile.
Dal punto di vista tecnico Impact Winter fa il suo onesto lavoro, merito anche della visuale dall’alto e dello stile adoperato che non richiedono ingenti risorse. L’anno extra che il team di sviluppo si è preso per pubblicare il gioco su console gli ha permesso di ottimizzare il comparto tecnico e ripulirlo da bug e altri problemi. Peccato solo per delle animazioni a tratti legnose e qualche calo di frame rate quando si esplora il Void.
Commento finale
Impact Winter sulla carta è un survival con un’ambientazione affascinante e con delle caratteristiche interessanti, ma con delle lacune che rendono l’esperienza di gioco a tratti legnosa e alla lunga monotona. Un acquisto che ci sentiamo di consigliare solo agli appassionati del genere, tutti gli altri giocatori invece difficilmente cambieranno idea con il titolo di Mojo Bones