Recensione Hitman Episodio 3: Marrakesh
di: Luca SaatiContinua l’avventura dell’agente 47 con il terzo episodio di Hitman. Dopo aver visitato con grande gioia la splendida Sapienza, il nostro assassino pelato riceve una nuova missione che lo porta in Marrakesh in quello che è un clima decisamente più ostile rispetto a quanto siamo stati abituati finora.
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Una prigione dorata
Da una parte si avverte aria di colpo di stato, dall’altra c’è una rivolta in città. Le cose in Marrakesh non sono assolutamente tranquille rispetto a quanto visto nella bella cittadina del Sud Italia e nella capitale francese. Gli obiettivi sono Claus Strandberg e Reza Zayadan. Il primo è un banchiere corrotto che ha rubato milioni di dollari ai cittatini marocchini che si rifugia nel suo consolato dopo essere sfuggito dalle manette grazie proprio al contributo del nostro secondo obiettivo. Quest’ultimo spera di poter approfittare della rivolta scatenatasi in Marrakesh dinanzi al consolato svedese per tentare un colpo di stato orchestrandolo in una vecchia scuola abbandonata. Si respira insomma un clima molto più teso, cosa che si può notare non appena iniziamo l’episodio in un mercato all’aperto dove i cittadini si sono ammassati davanti le televisioni per seguire le vicende al consolato svedese.
Marrakesh è composto da diversi vicoli che collegano il già citato mercato all’aperto alla piazza principale. Nelle piccole stradine la situazione è decisamente più tranquilla anche se capita di incrociare militari e personaggi che attaccano manifesti di propaganda per invogliare le persone a rivoltarsi contro il proprio governo. Più ci addentriamo nella città e più il clima si fa rovente. Nella zona centrale infatti troviamo proprio il consolato svedese circondato praticamente da cittadini sul piede di guerra che reclamano la testa di Strandberg. In una zona più defilata invece troviamo la scuola abbandonata in cui il generale dell’esercito progetta il suo colpo di stato.
IO Interactive insomma ha fatto un buon lavoro sulla costruzione e sulla caratterizzazione della città marocchina. Anche in questo caso gli sviluppatori mettono a disposizione del giocatori numerosi modi per eliminare i due obiettivi. Di questi però solo quello situato nel consolato riesce a rappresentare una sfida all’altezza degli standard di 47 dato che il generale è invece il bersaglio più semplice da eliminare visto finora nell’opera di IO Interactive. La facilità di approccio di quest’ultimo inoltre va a inficiare anche sulla longevità, ci abbiamo messo poco più di un’ora per completare una prima volta la missione. Da Marrakesh ci aspettavamo quel qualcosa in più dopo l’ottimo secondo episodio. Purtroppo quella scintilla è venuta a mancare rendendo questo episodio il peggiore dei tre rilasciati finora. Che sia chiaro, non ci troviamo dinanzi a un brutto episodio, anzi, semplicemente arrivati alla fine siamo rimasti con un po’ di amaro in bocca.
A proposito di longevità, come sempre la voglia di voler scoprire altri metodi d’approccio ci ha fatto rigiocare più e più volte l’episodio. Non dimentichiamoci poi dell’Escalation Mode e del nuovo contratto dei sei di Sarajevo (in esclusiva PS4) che vanno ad aumentare ulteriormente la longevità. Insomma abbiamo passato una buona manciata di ore con questo episodio nonostante i problemi citati poco sopra. Concluso l’episodio abbiamo assistito a una nuova cutscene che prosegue la trama verticale di Hitman confermando il filo conduttore che lega le tre missioni affrontate finora. Anche in questo caso la storia tiene nascoste tutte le sue carte in attesa di un’importante svolta narrativa.
Dal punto di vista tecnico confermiamo le impressioni avute finora. Il lancio del terzo episodio è stato accompagnato da una nuova patch che ottimizza il gioco ripulendolo da un po’ di “sporcizia” come bug e compenetrazioni poligonali e diminuendo i tempi di caricamento. Il Glacier Engine inoltre si conferma il miglior motore nella gestione dei personaggi non giocanti, il numero di NPC su schermo anche in questo caso ha davvero dell’incredibile.
Commento finale
Marrakesh è un leggero passo falso rispetto ai due episodi che lo hanno preceduto. La longevità più ridotta e l’eccessiva semplicità di approccio di un obiettivo infatti non rende giustizia al nostro Agente 47. Nonostante le criticità descritte in questa sede, comunque Hitman si conferma un prodotto solido e di buona qualità. Ci auguriamo di assistere a una sorta di riscatto con il prossimo episodio.