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Recensione Hitman Episodio 1: Parigi

di: Luca Saati

Quando si parla di lancio a episodi i giocatori iniziano subito a gridare allo scandalo. Eppure noi siamo convinti che questo modello di distribuzione può garantire ottimi risultati se ben implementato. Un chiaro esempio lo sono le avventure di TellTale Games, ma d’ora in avanti possiamo aggiungere anche Hitman nella lista di videogiochi adatti al lancio episodico. Il motivo è molto semplice: IO Interactive è tornata alle origini della serie con Hitman proponendo missioni slegate dal punto di vista narrativo e con una flebile (al momento) trama verticale a legare il tutto. Ogni missione quindi ha una storia a sé esattamente come accadeva nei precedenti episodi della serie Hitman permettendo al videogioco di adattarsi alla perfezione con la distribuzione episodica. Insomma non ci troviamo dinanzi a un nuovo Absolution dove la trama ricopriva un ruolo molto importante a fronte di una certa linearità di fondo che coinvolgeva l’intera produzione. Fatta questa doverosa introduzione vi diamo il benvenuto nel mondo degli assassini.

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Un assassino a Parigi

Il primo episodio di Hitman è composto da tre missioni, di cui le prime due che fanno da tutorial e una terza principale ambientata a Parigi. L’episodio vede l’Agente 47 incontrare per la prima volta il suo contatto all’ICA, ovvero Diana Burnwood che i fan della serie conosceranno molto bene. Le prime due missioni quindi vedono il nostro pelato assassino fare l’addestramento per entrare nelle grazie dell’agenzia che in futuro gli assegnerà numerosi contratti da svolgere.

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E se vi dicessimo che è possibile eliminare un bersaglio con il sedile eiettabile del jet?

Queste missioni, che abbiamo già visto nella beta che ha anticipato il lancio del primo episodio, permettono al giocatore di entrare in confidenza con il gameplay di Hitman. Chi ha giocato Absolution, e più in generale i precedenti episodi della serie, si sentirà immediatamente a casa. Pur presentando una certa linearità, le due missioni tutorial permettono immediatamente di testare la grande libertà messa a disposizione dagli sviluppatori. Abbiamo una mappa e il nostro obiettivo, il come arrivare da lui dipende solo da noi. Questa libertà viene evidenziata proprio dal gioco, infatti dopo aver completato la prima missione in modo guidato è lo stesso titolo a chiederci di rigiocarla una seconda volta cambiando completamento l’approccio. Questa libertà raggiunge poi la sua massima espressione nella missione ambientata a Parigi dove abbiamo due obiettivi in un enorme mappa sandbox completamente esplorabile. Non vogliamo anticiparvi nulla, ma ci limitiamo a dirvi che ci sono numerosi modi per eliminare i nostri obiettivi come avvelenargli il cibo, travestirci come un loro collaboratore per riuscire ad avvicinarci a loro lontani da occhi indiscreti, far sembrare tutto un incidente e altro ancora.

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47 può diventare addirittura un modello in quel di Parigi

Le meccaniche di gioco sono quelle classiche della serie. Potete travestirvi per poter accedere a zone altrimenti inaccessibili, esplorare l’ambiente o ascoltare le conversazioni degli NPC per trovare nuovi metodi per colpire gli obiettivi. Come da tradizione il gioco da il meglio di sé con lo stealth e incentiva un approccio silenzioso, nessuno comunque vi vieta di fare il Rambo della situazione uccidendo chiunque vi capiti a tiro grazie a meccaniche da sparatutto solide. Ritorna anche l’istinto visto in Absolution seppure pesantemente modificato. L’istinto si limita adesso a evidenziare elementi dello scenario con cui è possibile interagire e di vedere oltre le sagome dei personaggi oltre le pareti. La barra che vi permetteva di non far saltare la vostra copertura quindi è sparita completamente. Per bilanciare questo aspetto gli sviluppatori hanno inserito nelle mappe di gioco degli NPC, segnalati da un apposito indicatore sulle loro teste, capaci di scoprire il vostro travestimento. Bisogna quindi tenere sempre alta la guardia cercando di stare alla larga da questi personaggi per non rischiare ogni volta di vedere la vostra copertura saltare. A proposito di NPC c’è da segnalare un’intelligenza artificiale non sempre al top che si imbambola in alcune occasioni permettendoci di aggirarla con facilità.

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Ecco uno dei vostri obiettivi. Spetta a voi decidere come eliminarlo.

Sulla longevità di questo primo episodio bisogna fare un piccolo discorso a parte. Dipende tutto da quanto vi fate catturare dal gioco. Completare una prima volta l’episodio vi chiederà non più di quattro ore. Qui entra però il fattore rigiocabilità. Infatti ogni missione propone una serie di sfide secondarie che per poter essere portate a termine vi costringeranno a rigiocare più e più volte ogni contratto. Troviamo poi la modalità Escalation che propone contratti via via sempre più difficili. Infine c’è spazio anche per le creazioni degli utenti come già visto in Absolution. In pratica potete prendere gli scenari delle missioni principali e cambiare il bersaglio impostando anche una serie di obiettivi secondari come l’arma del delitto o il costume con cui effettuare l’eliminazione. Potete poi condividere questi contratti con gli altri giocatori o in alternativa affrontare quelli già creati dagli utenti. A questo uniteci il fatto che al completamento di ogni missione otterrete un punteggio e presto finirete nel voler migliorare le vostre prestazioni partita dopo partita. Insomma se riuscirete a farvi catturare da Hitman già in questo primo episodio potrete passare più di una decina di ore di gioco.

Sempre più pelato

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La mole poligonale che muove il Glacier Engine di Hitman ha dell’incredibile

Hitman sfrutta il motore Glacier che IO Interactive utilizza per tutte le sue produzioni. Dove la software house ha fatto un grande lavoro è nel level design. In particolare la mappa di Parigi stupisce per la sua grandezza che permette di sfruttare vari approcci. Altro punto a favore del gioco è nella mole poligonale che muove con delle mappe di gioco piene di personaggi non giocanti. Questo fattore però ha un costo visto che il frame rate ne risente. Su quest’ultimo elemento bisogna però aprire una piccola parentesi. Nelle impostazioni è possibile sbloccare o bloccare il frame rate. Con il frame rate sbloccato la fluidità è instabile passando dai 60 ai 30 fps. La situazione invece diventa più stabile nel momento in cui si decide di bloccare il frame rate a 30 fotogrammi al secondo. Troviamo anche qualche problema minore come compenetrazioni poligonali e qualche bug che fortunatamente non compromettono l’esperienza di gioco. Infine anche i caricamenti meritavano un po’ di ottimizzazione visto che risultano troppo lunghi. Di buon livello infine la componente sonora con un ottimo doppiaggio in inglese (i testi sono in italiano) e un buon accompagnamento musicale.

Commento finale

47 è tornato ed è in grandissima forma. Il primo episodio di Hitman infatti mette in mostra un gameplay solidissimo che fa la felicità dei fan della serie. D’altro canto però ci sembra giusto sottolineare che i detrattori del brand non trovano nessuna novità capace di fargli cambiare idea sul gameplay. Dal punto di vista dei contenuti ci troviamo dinanzi un prodotto dagli alti e bassi: se infatti vi fate catturare dalla rigiocabilità delle missioni principali e dalle modalità secondarie come i Contratti ne avrete a che fare per oltre dieci ore, in caso contrario invece non giocherete per più di quattro ore. In conclusione Hitman è un prodotto promettente, se i prossimi episodi manterranno questo standard e svilupperanno meglio la trama verticale ci troveremo dinanzi a un gioco da avere assolutamente.