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Recensione Hello Neighbor

di: Luca Saati

Soltanto poche settimane fa su queste pagine elogiavamo un titolo imprescindibile per gli amanti dell’horror, SOMA, l’ultima opera di Frictional Games. La software house ha praticamente dato origine a quel sottogenere di giochi horror in prima persona cui il protagonista è indifeso e non deve far altro che fuggire e nascondersi dal proprio nemico. Passiamo praticamente dalle stelle alle stalle perché quest’oggi purtroppo vi parliamo di un videogioco horror che vi sconsigliamo assolutamente, Hello Neighbor, di tinyBuild.

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Ciao vicino

Non fatevi ingannare dalla grafica carina e coccolosa, Hello Neighbor è un horror a tutti gli effetti, o meglio prova ad esserlo fallendo miseramente, ma non per colpa dell’aspetto estetico. Nel gioco veniamo messi nei panni di un ragazzino che mentre gioca col suo pallone sente nei pressi di una villetta delle urla che attirano la sua attenzione. Avvicinandosi silenziosamente alla residenza, scopriamo che il padrone di casa ha probabilmente rapito qualcuno e lo tiene ben nascosto dietro una porta. Spetta quindi al protagonista scoprire il segreto di questo losco individuo in un’avventura divisa in tre atti completabili in due o tre ore al massimo.

I problemi di Hello Neighbor arrivano non appena muoviamo i primi passi nei panni del ragazzino. Nel videogioco di tinyBuild infatti non è mai chiaro ciò che si deve fare, manca qualsiasi tipo di indicazione capace di far capire almeno l’obiettivo al giocatore generando quindi dopo poco tempo un grande senso di frustrazione. Col passare dei minuti la situazione non migliora, scopriremo che il protagonista sarà capace di afferrare buona parte degli oggetti sparsi nel mondo di gioco e di utilizzarli per creare piattaforme da scavalcare, risolvere degli enigmi e usare come diversivi, il problema è che i controlli risultano imprecisi e la fisica che gestisce il tutto è a dir poco pessima rendendo anche difficile una semplice operazione come mettere una scatola sopra l’altra. Altro elemento che genera così tanta frustrazione da spingere a buttare il pad nello schermo è l’intelligenza artificiale del vicino che, pur presentando alcuni elementi positivi come un occhio sempre attento a notare ogni elemento fuoriposto, risulta completamente casuale e fin troppo infallibile.

Il senso di tensione, ansia e paura che produzioni di questo tipo tentano di proporre va immediatamente ad esaurirsi in Hello Neighbor a causa dell’insensata scelta di tinyBuild di rimuovere il game over. In pratica ogni qualvolta veniamo catturati dal nemico non riceveremo nessun tipo di penalità, semplicemente ritorniamo al punto di partenza con tutti gli oggetti che abbiamo raccolto nell’inventario e gli elementi dello scenario posizionati nello stesso punto in cui li abbiamo lasciati. Hello Neighbor si trasforma quindi in un noiosissimo trial & error dato che non avrà nessun senso preoccuparsi di non farsi catturare dal nemico per via della mancanza di un game over, di conseguenza anche una semplice operazione come il nascondersi dentro un armadio o sotto il letto diventa inutile.

Dell’horror di tinyBuild salviamo dunque solo il comparto artistico in grado di renderlo unico e immediatamente riconoscibile. La grafica colorata e lo stile super deformed si adattano molto bene ai toni del gioco.

Commento finale

Hello Neighbor è la classica dimostrazione che a un videogioco non bastano idee interessanti per poter funzionare. Il concept di base e il comparto visivo del gioco di tinyBuild riescono ad attirare nei primissimi minuti il giocatore, salvo poi farlo pentire amaramente di aver speso la bellezza di 30 euro per un videogioco frustrante e noioso come pochi. Peccato, Hello Neighbor meritava sicuramente un destino migliore.