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Recensione SOMA

di: Luca Saati

Frictional Games è sicuramente uno dei team che ha consentito al genere horror di continuare a vivere negli anni di crisi. Se oggi possiamo goderci titoli come Alien: Isolation, Outlast e Resident Evil 7, il merito è proprio del team che ha dato vita ad Amnesia, serie a cui i tre titoli sopracitati si saranno ispirati sicuramente. SOMA, l’ultima creazione di Frictional Games uscito qualche giorno fa su Xbox One, e disponibile da un annetto abbondante su PS4, porta avanti la filosofia della software house spostando però l’attenzione e il terrore sulla psicologia dei personaggi.

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Rapture… sei proprio tu?

Per non rovinarvi la sorpresa, ci limitiamo a dire l’essenziale della storia di SOMA. Nel gioco interpretiamo Simon, un ragazzo che per non si sa quale motivo si ritrova in un centro di ricerca oscuro e abbandonato. I primi attimi in SOMA causano spaesamento: perché ci troviamo qui e soprattutto come ci siamo arrivati? Un senso di straniamento che poi non fa altro che aumentare quando scopriremo che in questa stazione di ricerca si trovano pericolosi esseri, simili a dei robot, che ci danno la caccia e come in realtà il tutto si trova nelle profondità marine. Sensazioni analoghe le abbiamo provate solo nei primi attimi di Bioshock.

Pathos-II come Rapture insomma, anzi l’ambientazione di SOMA riusce a fare ancora meglio a tratti dato che in questo caso non sappiamo neanche come ci siamo arrivati. Tutte le domande che vi porrete durane l’avventura troveranno risposta in una storia in grado di coinvolgervi e farvi immedesimare al 100% nei panni del protagonista grazie all’ottima scrittura, caratterizzazione dei personaggi (Simon parla, per fortuna niente protagonista muto come di solito capita in questi giochi) e all’atmosfera che si respira a Pathos-II.

Ciò che stupisce di SOMA è il suo riuscire a spaventare senza l’uso dei soliti jump scare, sfruttando al meglio l’elemento psicologico per creare un costante senso di ansia e tensione per tutte le circa 8 ore che vi saranno necessarie per arrivare ai titoli di coda. Una longevità assolutamente corretta per questo tipo di esperienza, anzi forse proprio sul finale si avverte un po’ di stanchezza, per questo motivo il nostro consiglio è di godervi il gioco a piccole dosi.

Dal punto di vista del gameplay, SOMA sfrutta la medesima struttura già apprezzata nel filone degli horror che tanto vanno di moda. Visuale in prima persona, nessuna possibilità di combattere contro i nemici, puzzle ed esplorazione ambientale. Gli stessi nemici possiamo considerarli in un certo senso degli enigmi, dato che ognuno possiede delle caratteristiche proprie con punti deboli da sfruttare per superarli indenni. Preferiamo non addentrarci troppo su questo aspetto per non rovinarvi la sorpresa, ma il lavoro di design svolto dai ragazzi di Frictional Games è semplicemente geniale.

Più standard, ma non per questo banali, le altre componenti del gioco come l’esplorazione e i puzzle. Gli enigmi richiedono per lo più di raccogliere alcuni dispositivi e di attivarli presso un PC, in altri casi invece di interagire con i macchinari azionando leve e quant’altro per aprire la strada e proseguire quindi nell’avventura. Niente di troppo complicato comunque, basta guardarsi un poco attorno e la soluzione viene da sé. A quest’ultimo aspetto è legata a doppio filo l’esplorazione degli scenari, che alternano claustrofobici corridoi a zone ambientate fuori dalla stazione di ricerca, e quindi nelle profondità marine, caratterizzate da spazi più aperti e ad ampio respiro, ma non per questo meno ansiogeni, anzi. Sparsi per lo scenario non mancano poi una serie di elementi con cui interagire per scoprire alcuni retroscena riguardanti Pathos-II arricchendo così ulteriormente il background narrativo.

Tecnicamente Frictional Games ha fatto un buon lavoro restituendo un buon impatto visivo, stupendo in particolar modo nelle profondità marine, accompagnandolo da un buon sistema d’illuminazione, un design degli ambienti ispirato ed effetti gradevoli come le tempeste che oscurano la visuale sott’acqua. Eccellente il comparto sonoro in grado di far rizzare i peli in alcuni momenti per la paura, di ottimo livello anche il doppiaggio in inglese (i testi sono in italiano).

Segnaliamo che su Xbox One è presente la Safe Mode. Si tratta di una modalità di gioco che rende l’esperienza più accessibile per coloro che vogliono semplicemente godersi la storia. I nemici non vi attaccheranno e il loro comportamento è stato rivisto proprio per adattarsi a questa modifica. Un’aggiunta gradevole che a qualcuno potrebbe far piacere, ma il nostro consiglio è comunque quello di godersi l’esperienza di gioco tradizionale. Su PS4 la Safe Mode arriverà invece a Febbraio 2018 con un aggiornamento gratuito.

Commento finale

SOMA è un videogioco brillante grazie a una storia coinvolgente che mescola gli elementi psicologici a quelli sci-fi, e un’ambientazione affascinante capace di generare tensione per tutta l’avventura. I fan dell’horror non devono farsi scappare assolutamente la possibilità di visitare Pathos-II, credeteci non ve ne pentirete e se ve ne pentirete è solo per la paura in grado di generare l’opera di Frictional Games.