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Recensione Helldivers 2

di: Donato Marchisiello

Helldivers è ciò che si potrebbe tranquillamente definire uno “slow burn” game. Un titolo rilasciato “in sordina” che, molto lentamente, si è ritagliato un nutrito gruppo di fan. E siamo, circa dieci anni dopo, non solo a parlarvi del secondo capitolo del gioco, in questa sede testato nella sua versione Ps5, ma anche a ricordarvi che, al contempo, persino il primo capitolo è ancora vivo, sia a livello di eventi che di meri player giocanti. Ma non c’è di che sorprendersi: Arrowhead Game Studios, sviluppatore del gioco, già dagli albori dimostrò di che pasta era fatto, con l’originale e spensierato Magicka, pseudo ruolistico fondato sulla cooperazione e sulla creazione di abilità magiche “personalizzate”. Creare qualcosa di originale è da sempre stato il pallino dello studio, una caratteristica che è facile evincere in ogni sua produzione: in questo senso, Helldivers 2 è di già, per meriti di “retaggio”, candidato ad essere uno dei titoli cooperativi più importanti dell’anno. Ma com’è il gioco? Partiamo con la sua “masticazione” e “deglutizione”.

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Helldivers 2 è uno sparatutto con visuale in terza persona, corredato di vividi elementi strategici intrecciati in modo “inusuale” ad una ambientazione tra il serio ed il faceto. E’ impossibile, per chi non mastichi un pochino di “cinematografò” [cit.], non correlare la super pomposa “Super Earth”, la patria fittizia che ci troveremo a difendere, le altrettanto esagerate reclamé di reclutamento militare che parlano di grandezza, gloria, eroismo ecc., al tanto amato, seppur pienamente di Serie B, Starship Troopers. Film, per certi versi, generazionale, nella sua “ignoranza”, da cui Helldivers pesca a piene mani: l’universo relativo del gioco Arrowhead vede la razza umana minacciata su più fronti da terribili insetti alieni, e da una sorta di esercito robotico in stile “Terminator”- E quale sarà il compito di noi, integerrimi giocatori? Ma ovviamente difendere la nostra madre patria, imbracciando mitragliatore, casco e mantello ed avventurandoci in missioni pseudo-suicide ma dall’alto contenuto tattico (e, perché no, comico). Per chi si interrogasse sul passato recente, Helldivers 2 è un netto passo avanti di stampo tecnico: il primo capitolo era uno sparatutto con visuale isometrica, quindi “dall’alto”, mentre il capitolo attuale vede un netto “salto” verso una classica e più elaborata visuale in terza persona. Il risultato, ovviamente, del supporto di Sony (il gioco è una “esclusiva morbida” di PlayStation 5) che rende, a tutti gli effetti, Helldivers 2 in grado di competere con gli shooter più blasonati del momento.

Gameplay wise, il titolo di Arrowhead ha una struttura semplice e “complessa” allo stesso tempo. Nel gioco impersoneremo un soldato che, dopo un breve addestramento, verrà immediatamente catapultato al fronte intergalattico. Armati di un equipaggiamento standard, nelle primissime battute, nella plancia della nostra nave da combattimento spaziale, saremo chiamati a scegliere oculatamente la nostra missione. Oculatamente è la parola giusta visto che, Helldivers 2, è un titolo “ingannevole”: seppur tutto il contorno narrativo (ridotto all’osso e sostanzialmente, più una scusa estetica per “giustificare” ciò che accade nell’universo di gioco) sia sostanzialmente comico e sarcastico, il gameplay è tutta un’altra storia. Nonostante sia piuttosto divertente richiamare un bel bombardamento sulle teste dei nostri compagni di squadra, il gioco necessita di enorme cautela e gioco di squadra. Data la notevole mole numerica dei nemici anche alle difficoltà più base, la situazione di gioco è prona ad improvvisi cambi di regime: si passerà, infatti, piuttosto facilmente, da situazione di relax a fughe per la vita, in un gameplay loop piuttosto tensivo e che porta, per forza di cose, ad una certa dose di strategia e coordinazione pena il fallimento (piuttosto frequente alle difficoltà più elevate).

Aperta la mappa galattica, troveremo probabilmente la caratteristica più innovativa e interessante di Helldivers 2: lì’universo di gioco è “vivo” e le missioni che affronteremo, avranno un peso nell’economia della guerra perpetua che muove le fila del titolo Arrowhead. In sostanza, interi settori dello spazio vivranno un perenne conflitto tra le forze terrestri, i giocatori “vivi”, e le minacce gestite dal gioco (in realtà, a muovere le fila degli eventi c’è un “esperto figuro” di Arrowhead). Completare le missioni con successo aggiungerà dei “punti” allo sforzo bellico generale terrestre: raggiunto il punteggio prestabilito, si avrà “vinto” una battaglia (non la guerra, che è fatta per durare a lungo). Una feature divertente che, seppur aggiunga del “sale concettuale” ad una struttura tutto sommato in linea con un gaas classico, dona un pizzico di motivazione in più nel ripetere le stesse missioni. In effetti, al momento, il vero problema di Helldivers 2 è una certa ripetitività delle missioni, non solo meccanica ma più concretamente videoludica. I target sono pochi, le missioni secondarie (sparse casualmente per le mappe di gioco) sono anch’esse limitate, rendendo, al momento, un tantinello tedioso, alla lunga, rigiocare sempre gli stessi, pochi, obiettivi. Saremo, in sostanza, chiamati a distruggere uova d’insetto, abbattere enormi entomi, falcidiare eserciti di inesorabili terminator ecc ma, già dopo un paio d’ore, avremo visto quasi tutto visto che, ai livelli più alti, i più grandi cambiamenti riguarderanno il numero dei nemici e la loro “durezza”.

Una limitazione, vedendo il primo capitolo, solo figlia del momento e che, in sostanza, “danneggia” solo in modo limitato il cuore pulsante di Helldivers 2, che resta l’azione cooperativa. Una volta atterrati sul pianeta, generato nelle sue fattezze “interessanti” in modo casuale, ci accorgeremo ben presto delle asperità ponderate che gli sviluppatori hanno messo in campo. Helldivers 2 non è uno shooter veloce e furioso ma, anzi, il tutto riporta ad una estrema necessità di tattica. I nostri alter ego militanti, una sorta di mini-Iron Man, saranno piuttosto ben armati ma, al contempo, lenti e dai movimenti impacciati. Dunque, l’opzione Rambo è scartata di base visto che, di base, il nostro alter ego sarà “limitato” da una barra di stamina che si esaurirà piuttosto velocemente. Avremo un’arma primaria, una secondaria, un’arma “pesante” ed una serie di attacchi speciali, chiamati stratagemmi, che fungeranno da abilità “ultimate”, in grado di provocare pesantissimi danni agli avversari tra enormi raggi laser provenienti dall spazio, bombe nucleari, bombardamenti aerei ecc. Ma ognuno d’esse dovrà essere usate con parsimonia: ad esempio, ricaricare un’arma a metà caricatore ci farà perdere le munizioni restanti. Oppure, l’utilizzo degli stratagemmi sarà vincolato da un cooldown oppure da un numero limitato di utilizzi, prima di una necessaria “ricarica”. Va aggiunto che, per ogni stratagemma, dovremo inserire una combinazione di tasti specifica per poterla richiamare, oltre che poi fisicamente “lanciarla” in campo E, in ultima istanza, il fuoco amico: in Helldivers 2 sarà possibile “divertirsi” nell’uccidere i propri compagni di squadra in tantissimi modi diversi anche se, di base, i rientri saranno limitati oltre che, in generale, ogni missione avrà un tempo limite che non potremo sforare. Tutte caratteristiche ponderatamente limitanti e che mostrano come Arrowhead abbia costruito l’impianto di gioco per indurre i player a pensare prima di agire.

Avremo, in aggiunta, a disposizione un nutrito catalogo di armi, armature (ognua d’esse con statistiche e caratteristiche attive/passive specifiche), oltre che tutta una serie di modificazioni cosmetiche che potremo acquisire guadagnando i “dindini” specifici del gioco. E’ bene sottolineare che in Helldivers 2 vi sarà la presenza di microtransazioni e, conseguentemente, di una moneta “premium” che ci consentirà di accedere, però, unicamente ad oggetti di natura estetica. Va, al contempo, specificato che la succitata moneta, potrà comunque sia esser ottenuta semplicemente giocando. Gli oggetti essenziali, in sostanza, potranno essere ottenuti semplicemente esplorando i pianeti o come ricompensa (legata alle performance) di fine missione. La struttura di progressione, seppur ben impiantata, potrebbe essere all’inizio un po’ disorientante: non è infatti immediatamente chiaro quale “moneta” ci farà ottenere cosa (merito, forse, di un tutorial concentrato esclusivamente sulla parte più squisitamente meccanica del gioco) e ci vorrà più di qualche partita per afferrare il sistema nel suo complesso. In generale, ci sentiamo di affermare con certezza che Helldivers 2, a fronte di alcuni limiti contenutistici (momentanei, naturalmente), sia probabilmente uno dei titoli cooperativi più divertenti attualmente in circolazione. Senza dimenticare i costi: il prodotto di Arrowhead si attesta intorno ai 40 euro, poco più della metà di un titolo canonico. Un prezzo irrisorio, anche vedendo alla longevità del supporto post rilascio garantita dagli sviluppatori per il primo chapter di gioco, che ha quasi raggiunto i dieci anni di attività.

Anche tecnicamente, Helldivers 2 è un buon prodotto seppur afflitto da più di qualche grattacapo: esteticamente il gioco potrebbe esser classificato come un doppia A di pregevole livello, con alti (sicuramente, l’estetica dei combattenti umani) e qualche mediocrità (in primis, una certa ripetitività visiva degli ambienti che restano, comunque, belli da vedere). Avremo al momento, pochi biomi da osservare, seppur i pianeti saranno solo sufficientemente differenziati a livello puramente estetico. Nulla di epocale o di gravemente distruttivo per la complessiva fruibilità del gioco che resta, come già descritto, divertente. A livello di mera pulizia tecnica, Arrowhead ha compiuto un ottimo lavoro seppur qualche neo sia evidente: tolto il problema di matchmaking dei primissimi giorni, già praticamente arginato, resta qualche subitaneo crash di gioco (in alcuni casi, con relativo spegnimento integrale del sistema) e qualche raro lag in situazioni concitate, tra esplosioni, effetti di varia natura, numero di “corpi” in movimento a schermo ecc. Resta, invece, un lavoro ben eseguito e senza fronzoli da un punto di vista più meramente ludico: il gunplay è arcade ma votato ad una certa verosomiglianza, che ci indurrà ad “imparare” le varie bocche da fuoco accessibili. Buone anche le animazioni, coerentemente legnose e che saranno, naturalmente, parte integrante della pianificazione tattica e della complessiva organizzazione di squadra. In ultima istanza, un buon lavoro anche per quanto concerne il sonoro, specialmente per il (poco) recitato di alcuni filmati. Musiche ed effetti sonori si attestano su livelli qualitativi ordinari, senza splendere né deficere eccessivamente.

Tolto qualche limite tecnico e contenutistico, entrambi dalla “vita breve”, Helldivers 2 è un gioco divertente, tattico e “spensierato”, con un originale approccio “community based” alle missioni. Il gioco, visto in prospettiva, è uno “steal”: prezzo contenuto, meccaniche di gioco di già solide, una visione del gameplay votata alla organizzazione di squadra, una quantità notevole di strumenti di morte fra cui scegliere. Ad Helldivers 2 non manca nulla, se non qualche angolo smussato, una migliore pulizia tecnica e, naturalmente, una maggiore diversificazione dei contenuti. Ma già adesso, senza riserve, possiamo affermare che il titolo di Arrowhead è di già uno dei migliori cooperativi, rapporto qualità/prezzo, sul mercato.