Recensione Hellboy Web of Wyrd
di: Donato MarchisielloIl braccetto intellettuale che da decadi esiste tra videogames e fumetti è ormai fatto nodo ed assodato, seppur negli ultimi anni la produzione, in questo senso, ha singhiozzato un po’. Per queste e tante altre ragioni, Hellboy Web of Wyrd, annunciato durante i The Game Awards 2022, era da tempo atteso dagli amanti del settore fumettistico, mai sazio di joint venture tra videogiochi e fumetti. E nonostante sia, ovviamente, un omaggio ai tanti fan del diavolo rosso ideato da Mike Mignola, al contempo il prodotto è anche l’ultimo lascito di Lance Reddick, compianto attore scomparso recentemente e che nel titolo sviluppato da Upstream Arcade e pubblicato da Good Shepherd Entertainment che ha prestato la voce per il protagonista.
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Hellboy Web of Wyrd è un gioco d’azione con visuale in terza persona fissa sulla spalla. Il titolo, oltre ad una scarica di pugni e pistolettate fedelissime al fumetto originale, gode anche di diverse sfumature ruolistiche e roguelike, oltre che di una spettacolare estetica fumettosa. Un miscuglio, sulla carta, apprezzabile incorniciato da un intreccio narrativo originale e largamente slegato dalla storia fumettistica del persona di Mignola: il nostro demoniaco protagonista, infatti, si troverà invischiato in una faccenda buia ed occulta, con al suo centro la spettrale Casa delle Farfalle, una magione che, in realtà, altro non è che un enorme portale verso l’universo di Wyrd. Dopo la sparizione di un agente del Bureau of Paranormal Research and Defense, Hellboy dovrà far luce sulla sparizione, oltre che sul senso stesso della dimensione parallelo-alternativa di Wyrd. Ma, ciò che sembra un innocuo caso dai margini polizieschi, ben presto assumerà connotati più catastrofici ed apocalittici: in un lampo, in sostanza, il nostro mezzodemone sarà chiamato a salvare il mondo a suon di pugni e battute irriverenti.
Narrativamente parlando, Hellboy Web of Wyrd non è particolarmente originale ma piuttosto piacevole: non vi sarà chissà quale elaborato intreccio ma, in sostanza, la linea narrativa si schiuderà in modo largamente lineare con qualche piccolo plot twist qui e lì (alcuni, a tratti, un po’ forzati). Un buon lavoro, comunque sia, che ci accompagnerà in modo sufficientemente saldo nelle nostre peripezie in quel di Wyrd. Ma il cuore pulsante d’ogni produzione videoludica resta il gameplay, segmento in cui purtroppo Hellboy Web of Wyrd non brilla in modo particolare. Se volessimo ridurre all’osso il complessivo sistema di gioco del prodotto di Upstream Arcade, il nostro rossastro protagonista attraverserà tutta una serie di stage, in un immaginario e piuttosto lungo corridoio, fermandosi con cadenza regolare in una sorta di arene, colme di nemici. L’obiettivo, naturalmente, sarà quello di abbattere gli avversari, non tutti ma solo i boss, i quali saranno contraddistinti da pattern d’attacco più elaborati ed una ben visibile barretta rossa dei punti ferita che comparirà nella parte altra dello schermo. Vi saranno boss ordinari e boss speciali, con quest’ultimi che ci traghetteranno verso lo stage successivo. Nonostante una morfologia dei livelli non intricatissima, vi sarà spazio per un minimo di esplorazione atta alla ricerca di diversi oggetti tra cui chiavi e particolari manufatti, che ci consentiranno di accedere ad altre aree ed affrontare nemici più ostici.
Hellboy potrà parare e schivare gli attacchi, oltre che ricambiare la cortesia a suon di pugni oppure utilizzare (poche) armi da fuoco e vari tipi di monili che garantiranno poteri specifici. Abbattere i nemici più grandi ci garantirà l’ottenimento di alcuni nuclei di energia che potremo utilizzare al di fuori del Wyrd, nel mondo reale, per ottenere nuovo equipaggiamento o potenziare quello di già in nostro possesso, andando a sbloccare, ad esempio, connotazioni aggiuntive alle nostre bocche da fuoco. Mentre, all’interno dell’improbabile universo parallelo, durante l’esplorazione incontreremo (pochi) personaggi amichevoli, alcuni dei quali ci garantiranno delle benedizioni atte a potenziare alcuni aspetti specifici del nostro bruto rossastro. Il gameplay del gioco, sostanzialmente, finisce qui: la campagna, nel complesso, durerà pressapoco una decina di ore, tenendo a mente anche la proceduralità di alcuni elementi di gioco che potrebbero indurci a sostare un po’ più a lungo. Nonostante Hellboy Web of Wyrd sia, poi, sostanzialmente divertente, la formula messa in campo da Upstream Arcade soffre di alcune, evidentissime, lacune: la più cocente, probabilmente, è la notevole ripetitività del gioco che parte dagli stage (vi saranno quattro ambientazioni, ma cambieranno principalmente per il colore dominante), passa per i nemici (i quali avranno un parco mosse limitatissimo) e si conclude anche nelle possibilità a disposizione del nostro mezzodemone, che avrà pochissimo equipaggiamento con cui sbizzarrirsi e, anch’egli, un moveset risicato.
Una limitatezza numerica di contenuti, a tutto tondo, che s’impasta in modo sostanziale con un’altra carenza cruciale, quella legata alla difficoltà: tranne sparutissimi casi, Hellboy Web of Wyrd sarà un gioco estremamente facile ed abbattere i nemici sarà quasi sempre sin troppo semplice. Il tutto, nella stragrande maggioranza dei casi, si ridurrà ad un sano button mashing. Solo nelle fasi finali, quando i nemici saranno un pochino più forti, sentiremo la necessità di parare/schivare qualcosa seppur, in realtà, essi presenteranno lo stesso pattern d’attacco ma saranno sorretti da una barra della vita più lunga (quindi, il button mashing di cui sopra si allungherà di un po’).
Una scelta che potrebbe far felici gli amanti del fumetto, magari a digiuno di videogame e desiderosi unicamente di indossare i panni dell’amato mezzodemone. Ma chi, al contrario, ne ha masticato qualcuno, potrebbe trovare non particolarmente divertente l’assenza quasi totale di sfida. Tecnicamente parlando, il gioco confezionato da Upstream Arcade è sicurammente pregevole ed originale: l’estetica comic pervade l’azione e rende degnamente omaggio all’opera sublime di Mignola ed all’immortale investigatore infernale. Anche l’estetica e lo stile, l’aspetto della produzione maggiormente riuscito, restano purtroppo vittima della limitatezza di cui sopra: le ambientazioni sono pregevoli così come i modelli poligonali dei nemici, ma il tutto vien buttato giù da una asfissiante ripetitività degli stessi. E anche tecnicamente parlando, la questione non migliora di molto: ad una buona fluidità complessiva del gioco, che è scorsa senza singhiozzi, si aggiungono tante piccole/grandi questioni tecniche. A partire dalla telecamera, un po’ scomoda e spesso in una posizione non ottimale, passando per le animazioni complessive di gioco, legnose e che restituiscono una fortissima sensazione di pesantezza. Nulla da eccepire a livello sonoro: oltre la straordinaria interpretazione del compianto Reddick, musiche ed effetti sonori sono coerenti all’assurdo-violento tipico di Hellboy.
Hellboy Web of Wyrd è un’operazione di stilosa nostalgia, un omaggio all’immensità artistica di Mignola. Il gioco è bello da vedere ed artisticamente, ma un po’ troppo limitato e povero videoludicamente. Per questo, il giudizio su di esso potrebbe cambiare radicalmente, in base al fatto che si sia o meno fan sfegatati di Red. L’opera confezionata da Upstream Arcade vive di luci sfavillanti (anch’esse però, con qualche ombra), ma di carne sulla brace non ve n’è tanta e, già dopo poche ore di gioco, saranno venuti al pettine tutti i nodi cruciali del gioco, che gravitano attorno ad una singola, odiosa parola: ripetitività. Gran parte dei problemi potrebbero essere corretti (e i devs sono già al lavoro) nel giro di pochi mesi, ma l’esperienza ora resta divertente con l’asterisco.