Recensioni

Recensione Greedfall

di: Donato Marchisiello

L’ibridizzazione ruolistica è un po’ croce e delizia di questi “funestati” tempi moderni, dove scena e industria vivono un “rigurgito” concettuale fisiologico dovuto alla rapidissima e inarrestabile fenomenologia ludica vissuta negli ultimi 20 anni. Un “raptus”, una sorta di “blitzrkieg” di concetti e pensiero che hanno spinto gli sviluppatori, nell’infinita ricerca del “fattore x” da poter spingere a livello marketing, a cercare proprio nel ricchissimo universo ruolistico quel “qualcosa” in grado di differenziare il proprio parto ludico.

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

E, per questo, dall’inizio: l’ibridizzazione ruolistica è un po’ croce e delizia. Delizia per i (pochi) gioielli usciti negli ultimi anni, croce per la “febbre” che spinge taluni a ibridizzare appunto generi sulla carta diversi, per cercare di creare qualcosa di “nuovo”. Il risultato? Spesso deludente, con la conseguenza che oggi, investire in un ruolistico “puro” o pseudo-tale, concentrato sia sulla storia che sulla mera azione,diviene un’operazione molto rischiosa. Per questi e tanti altri motivi, Greedfall, nonostante punti ad un passato ruolistico non così distante, è quasi una mosca bianca in un panorama dominato da shooter e sportivi. Ma riuscirà ad essere anche un buon gioco, visto il passato degli sviluppatori costellato di buone idee ma mai perfettamente realizzate?

Greedfall è un gioco d’azione ruolistica che, per certi versi, si ispira alle produzioni del settore di qualche tempo addietro. In modo particolare, per rappresentare al meglio il sotto-genere ludico di appartenenza, le premesse narrativo-tecniche del titolo potrebbero condurre la mente ai Dragon Age di qualche tempo addietro, dove azione e ruolo si fondevano in modo equilibrato incorniciate da una trama difficilmente banale e costellata di scelte potenzialmente capovolgenti. E, sostanzialmente, Greedfall fa sua quella formula, tra luci e ombre, cercando ovviamente d’essere quanto più personale possibile. Parliamo innanzitutto del setting, piratesco e coloniale tendente al fantasy piuttosto vicino a giochi come Risen o come alcuni capitoli della saga Assassin’s Creed. Sostanzialmente, la trama del gioco si dipanerà in due linee narrative parimenti importanti: la prima, in ordine cronologico, vi vedrà attivamente alla ricerca di una cura per una terribile epidemia che ha colpito l’Europa, la Malicore. La seconda, che prenderà piede dopo poco, ci vedrà protagonisti nelle faccende che riguardano la vita dell’enorme isola su cui muoveremo i nostri passi, Teer Frade.

Naturalmente, anche grazie ad un vasto mondo liberamente esplorabile, il gioco si dipanerà tra missioni primarie e secondarie spesso non solo orpello ma vero e proprio motore della scoperta del “dietro le quinte” del gioco, colmo di dettagli. Insomma, una narrativa solida fondata anche in una ricerca piuttosto estesa compiuta dagli sviluppatori sulla cultura del 18° secolo, che si potrà notare nella generale resa estetica (l’architettura degli avamposti e del grande hub centrale New Seréne, i vestiti, le navi e anche il modo di taluni di esprimersi), sicuraente apprezzabile ad un punto di vista storico, nonostante l’azzardo concettuale di mescolare il tutto con il filone fantastico. Mescolanza che, in linea di massima funziona egregiamente, in una trama che vedrà azione, intrigo, tranelli, fazioni in lotta e sangue presentarsi dinanzi ai nostri occhi, in molti casi obbligandoci a compiere delle scelte potenzialmente esplosive.

Per quanto concerne il sistema di combattimento, Greedfall si muoverà sul filone dei Dragon Age, ma ancora prima dei suoi progenitori, i vari Gothic o Elder Scrolls, seppur con qualche caratteristica peculiare: la più vistosa, sarà sicuramente la possibilità di mettere in pausa il gioco per poter “armeggiare” con il nostro inventario, tra pozioni e potenziamenti alchemici di varia natura. L’armamentario del gioco sarà piuttosto vasto e comprenderà armi bianche e a distanza fra cui pistole e fucili, ma anche arti magiche di varia natura. Il personaggio potrà “indossare” due armi da mischia diverse e una da distanza, oltre ovviamente la possibilità di lanciare incantesimi o di utilizzare un colpo “speciale” in grado di far davvero male.

In linea di massima, nonostante una buona offerta contenutistica, il combattimento di Greedfall non sarà esente da difetti che, per certi versi, invadono anche altri campi: primo fra tutti, le animazioni, a tratti legnose e “artificiali” che, al di là del mero gusto estetico, alle volte risulteranno un peso anche durante i combattimenti (soprattutto quando adopereremo a raffica schivata o blocco). In generale, anche la natura stessa del sistema di combattimento risulterà tendente ad un “disequilibrio”: è il caso ad esempio delle magie che, in linea di massima, risulteranno più “scomode” da usare e per certi versi limitate rispetto alle armi “tradizionali”. Insomma, armi non bilanciatissime ma che, con ottima probabilità, lo saranno nel giro di qualche patch.

Naturalmente, come ogni ruolistico che si rispetti, il nostro personaggio accederà ad un utile albero delle abilità che ci consentirà, in modo più o meno libero, di scegliere abilità attive, tra quelle relative al combattimento ma anche al crafting (piuttosto classico e legato alla “tradizione” ruolistica) e altro (come intimidire o affabulare con la favella), o passive che ci aggradano, senza limitazioni di classe o genere e senza che le scelte effettuate siano “definitive”. E’ bene sottolineare che nel gioco sarà possibile avere degli alleati che, oltre ad un valido supporto in battaglia, saranno compagni in “carne e ossa” con cui potremo parlare e, in questo modo, partecipare ancora più attivamente all’evoluzione narrativa del gioco.

Da un punto di vista più squisitamente meccanico, Greedfall è un titolo davvero pregevole, seppur lontano dallo standard dei Tripla A. Un lavoro la cui pregevolezza aumenta enormemente di lavoro se si pensa che, in sostanza, dietro il gioco si celi un piccolo e talentuosissimo team di sviluppatori. In generale, Greedfall, tralasciando alcuni piccoli problemi tecnici secondari (come compenetrazioni poligonali e sporadici pop up di dettagli ambientali) e un livello dei dettagli estetici non sempre coerente (si passerà da sicuri plus come i dettagli architettonici dei centri abitati, a minus relativi a modelli poligonali di personaggi non particolarmente “edificanti” si presenterà ricco, dettagliato e intelligentemente dosato tra la “verità” storica e il folklore ruolistico. Un plauso anche al sonoro, non particolarmente sorprendente ma che offrirà musiche ed effetti di buon livello.

Greedfall è un acquisto sicuro per chi è alla ricerca di un ruolistico che si rifà ai canoni fissati da BioWare con Dragon Age e, ancora prima, con titoli come Gothic. Narrativa profonda e valida, sistema di combattimento buono ma non perfetto ed un comparto tecnico pregevole ma con alcuni limiti: detto ciò, il gioco è un plus certo per chi desidera perdersi in un’avventura colma di magia e mistero.