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Recensione Grand Slam Tennis 2: il tennis secondo EA Sports

Amici tennisti, benvenuti nel campo centrale di Grand Slam Tennis 2, allestito per l’occasione da EA Sports sulle nostre Playstation 3 e Xbox 360. Incordate le racchette con una bella matassa dozzinale e riempitevi le tasche di segatura; avvertiamo subito tutti i pallettari da fondo campo che ci stanno leggendo: il titolo sviluppato da EA Canadanon favorisce assolutamente il vostro stile di gioco, proprio per nulla. Vediamo insieme perché .

di: Giovanni Manca

Amici tennisti, benvenuti nel campo centrale di Grand Slam Tennis 2, allestito per l’occasione da EA Sports sulle nostre Playstation 3 e Xbox 360. Incordate le racchette con una bella matassa dozzinale e riempitevi le tasche di segatura; avvertiamo subito tutti i pallettari da fondo campo che ci stanno leggendo: il titolo sviluppato da EA Canada non favorisce assolutamente il vostro stile di gioco, proprio per nulla. Vediamo insieme perché.

Doppio fallo

Gli appassionati storici sanno benissimo come i videogame dedicati al tennis, fin dal paleozoico videludico, siano ispirati da due filosofie contrapposte: da una parte chi punta alla simulazione estrema, dall’altra invece chi preferisce un approccio più arcade puntando chiaramente sulla intuitività e su una curva di apprendimento decisamente poco ripida. Grand Slam Tennis 2 appartiene senza ombra di dubbio alla seconda categoria, nonostante lo sbandieratissimo e rivoluzionario “Total Control Racquet”. Stiamo parlando di un sistema di controllo studiato in modo che i movimenti dello stick destro del pad riproducano il più fedelmente possibile le tecniche insegnate dai maestri di tutto il mondo sui campi da tennis; movimento dal basso verso l’alto per una rotazione top spin, movimento verso il basso per “tagliare” la palla grazie ad una rotazione backspin, movimento in avanti per un colpo piatto ma potente. Un sistema estremamente simulativo, per lo meno rispetto alla classica mappatura del pad con tre pulsanti specifici per gli stessi colpi, almeno sulla carta. Perché, dunque, sosteniamo che Grand Slam Tennis 2 sia un arcade, molto più vicino ad un Virtua Tennis che a un Top Spin? La risposta è semplice: le pretese di un avvicinamento alla realtà del campo da parte del Total Control Racquet sono completamente annullate dalle dinamiche di quanto avviene sul campo. Volendo estremizzare, immaginate dei tennisti che si spostano con dei pattini motorizzati, magari turbo, in molte situazioni più veloci della palla stessa; i tempi di gioco sono lontanissimi da quanto succede su un campo da tennis e, come se non bastasse, a ciò si aggiunge l’efficacia dei colpi stessi, ben lontana da qualsiasi pretesa simulativa. Chiunque abbia visto, anche di sfuggita, un match di tennis negli ultimi venti anni sa come i colpi di inizio gioco (servizio e risposta) e il gioco da fondo campo la facciano da padrone, soprattutto in ragione dell’evoluzione delle racchette: le rotazioni e le velocità dei colpi da fondo rendeno quasi impossibile un gioco a rete efficace.
Sembra che in Grand Slam Tennis 2 il tempo si sia fermato a metà anni ’80, un’epoca dominata dai grandi “volleador”, veri e propri funamboli del net: nel gioco EA è praticamente impossibile chiudere un colpo da fondo campo, fare un passante lungo linea o incrociato, un contropiede; il gioco a rete, volèe, semi-volèe, drop shot sono invece estremamente semplici da eseguire, anche da chi ha il tocco di un elefante, e altrettanto letali. Qualunque sia il sistema di controllo utilizzato. Se a fondo campo i tennisti sono delle saette inconcludenti, a rete si trasformano nell'”Eletto” di Matrix: in un nanosecondo si teletrasportano da una parte all’altra colpendo la palla con estrema violenza lasciando zero possibilità all’avversario. Non vogliamo certo affermare che Grand Slam Tennis 2 sia un gioco poco divertente e noioso, ma vogliamo evidenziare come il grado di divertimento sia strettamente legato alle aspettative di chi impugna il pad: se il vostro sogno è sempre stato quello di giocare ad una simulazione definitiva, beh, siete i videogiocatori sbagliati nel momento sbagliato; se invece, al contrario, amate il gioco veloce e frenetico, o gli shoot ‘em up a scorrimento verticale, GST2 è il gioco che fa per voi.

Uno degli aspetti che più abbiamo apprezzato del gioco è l’aspetto tecnico, soprattutto il dettaglio grafico; purtroppo però sono presenti diverse magagne, in particolare sul fronte animazioni. Troppo netto il “taglio” nei casi di recupero a palla lontana, misteriosi le animazioni dei rovesci in top spin di giocatori, che ogni tanto colpiscono a una mano o due mani, a seconda dell’umore. 
Appena sufficienti gli effetti sonori, interessante la telecronaca di uno spiritoso John McEnroe anche se solo per trenta secondi: per un ascolto più prolungato, consultate il medico di fiducia, il vostro o il suo, fate voi. 

Un campione in erba

Il titolo del gioco non dovrebbe lasciare adito ad alcun dubbio: la licenza acquistata da EA ci permette di scendere sui campi delle prove del Grande Slam, ossia Wimbledon, US Open, Roland Garros e Australian Open. In ognuna delle leggendarie competizioni sono disponibili tre scenari originali, dunque preparatevi a scendere sul Centre Court dei Championship, sul Philippe Chatrierpiuttosto che sul Suzanne Lenglen, Rod Laver Arena, Arthur Ashe Stadium e Louis Armstrong Stadium. Tutti sono realizzati splendidamente. Solo quattro sono invece i tornei non “licenziati” a cui corrispondono altrettanti campi nelle località di Genova, Dubai, Shangai e Brighton. 

A parte le irrinunciabili sfide veloci e scuola di tennis, le modalità di gioco principali sono una anonima modalità carriera e l’originale (almeno per quanto riguarda il tennis videoludico) ESPN Grand Slam ClassicEA ha pensato bene di farci rivivere alcuni dei momenti più celebri degli ultimi 30 anni che hanno coinvolto i tennisti presenti nel gioco: le sfide Becker-Edberg e Navratilova-Evert a WimbledonMcEnroe-Borg, piuttosto che Nadal-Feder. Un must per chi vive di pane e di tennis. 
La carriera invece non offre particolari spunti originali tanto che la sensazione di déjà-vu spinge ad abbandonarla abbastanza presto nonostante sia molto più corta di quanto propongono i titoli concorrenti. Creazione dell’alter-ego grazie a un buon editor, gestione degli allenamenti e dei tornei tramite un’interfaccia molto semplice e conseguente gestione dei punti abilità. L’aspetto più divertente è la personalizzazione del tennista grazie al tennis store, in cui sono presenti un gran numero di capi di abbigliamento e racchette che corrispondono alle collezioni reali aggiornate al 2012.

 

Solo per “aficionados”

Sentivamo la necessità di una valida alternativa ai blasonati Top Spin e Virtua Tennis? Probabilmente sì, forse ci siamo un po’ stancati di giocare ai due brand per anni. Avevamo bisogno di Grand Slam Tennis 2? Beh, è un po’ come chiedere a Federer se preferirebbe cambiare la sua Wilson con una racchetta di legno: lui non si divertirebbe per nulla, gli avversari certamente sì. Il consiglio è di provare a dare una chance al titolo EA, però vi abbiamo avvisato: Grand Slam Tennis 2 con il tennis vero e proprio centra poco o nulla.