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Recensione Ghostbusters: Spirits Unleashed

di: Donato Marchisiello

Quando si parla o si “armeggia” con qualsiasi cosa che possa anche solo lontanamente rimandare al mondo fantasmagorico dei Ghostbusters, un misto di eccitazione e di timore reverenziale è lecito che “assalti” lo “spregiudicato” che tenti, in qualsiasi veste, di farlo. Ed è per questa ragione che, non appena messe le mani su Ghostbusters: Spirits Unleashed, eccitazione e timore si sono mescolati in una sola essenza, rendendo l’approccio al titolo sviluppato ed edito da IllFonic un mistero da risolvere a colpi di fucile protonico ed emanazioni ectoplasmatiche. Un “mistero” al contempo pensato in chiave competitiva, vista la natura del gioco che vedrà sfidarsi un team di acchiapafantasmi ed un dispettosissimo spettro, così com’è tradizione dei giochi sviluppati dallo studio nord-americano. Or dunque, il dado (fantasma) è tratto: ecco a voi la recensione per PlayStation 5 di Ghostbusters: Spirits Unleashed.

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Ghostbusters: Spirits Unleashed è un gioco d’azione/sparatutto in prima/terza persona, ambientato nel leggendario universo creato Aykroyd e Ramis negli anni ‘80. Il titolo, strutturalmente, è impostato in una classica formula competitiva asimettrica (genere che “furoreggia” da qualche anno) dotata di diversi elementi simil-ruolistici di contorno. In sostanza, una squadra composta da quattro acchiappafantasmi, controllati dall’intelligenza artificiale o “umani”, dovrà neutralizzare uno spettro (anch’esso bot o giocatore “vivente”) il cui compito sarà infestare completamente un edificio. Nonostante l’esperienza di gioco sia sostanzialmente “limitata” ad una singola modalità competitiva, il titolo offre anche una trama, seppur non particolarmente elaborata: nei panni di un novello acchiappafantasmi, saremo “assunti” da Ray e Winston (ghostbuster della prima ora e presi a pié pari dalla produzione filmesca) per continuare la loro opera di disinfestazione. Disinfestazione che, dopo poche missioni, ci porterà a dover affrontare un potente spirito liberatosi dalla “prigionia” dei nostri macchinari, il quale penserà bene di “occupare” il corpo di Winston senza più riuscire a fuoriuscirne. Come va a finire la storia? Ebbene, starà al giocatore scoprirlo anche se, come detto, non vi sarà nessun enorme sforzo narrativo seppur è da lodare la cura con cui gli sviluppatori hanno “citato” e ricreato l’universo comico-tragico degli acchiappafantasmi.

Ghostbuster

Come già anticipato, il cuore del gioco verte sullo “scontro” tra fantasmi ed acchiappafantasmi: il “match” si svolgerà in diverse ambientazioni, da hotel a musei passando per delle prigioni. In tutto, a disposizione, vi saranno sei mappe diverse, ognuna con una sua struttura ed una grandezza specifica. Ma, in sostanza, cosa si dovrà fare? È molto semplice: il fantasma, dal suo canto, dovrà sfruttare i suoi poteri ectoplasmatici per infestare il luogo in cui si trova. Gli acchiappafantasmi, sfruttando tutta la loro attrezzatura iper tecnologica, al contrario dovranno impedire allo spettro di fare i suoi comodi, catturandolo in celerità. In generale, a seconda della “squadra” prescelta, il titolo muterà parzialmente forma: nei panni dello spettro, la visuale del gioco diverrà quasi sempre in terza persona, mentre nei panni del ghostbuster, il gioco virerà in prima. Ma non è l’unica differenza, naturalmente: anche a livello di gameplay, i due ruoli saranno notevolmente diversi. Lo spettro dovrà, tramite una serie di abilità ed azioni, occupare il luogo dello scontro: potrà farlo in due modi, ovvero infestando oggetti indirettamente (e che quindi svolazzeranno in aria per un periodo limitato) oppure possedendoli e controllandoli direttamente. Al contempo, avremo anche la possibilità di spaventare i personaggi non giocanti dell’area, con “urla agghiaccianti” oppure manifestando i propri poteri sovrannaturali, che varieranno a seconda dello spettro prescelto.

Lo standard, comunque sia, sarà tentare di infestare quanto più possibile le varie stanze in cui è suddiviso ogni livello di gioco: il livello di “occupazione ectoplasmatica” sarà indicato da una barretta verde presente a schermo, che fungerà da autentica clessidra del match. Il fantasma, dovrà, al contempo, anche rintracciare le brecce e nasconderle in modo certosino: esse fungeranno da “vite” per poter rientrare nel mondo umano e dovranno esser difese a tutti i costi dai pericolosi raggi protonici dei ghostbuster. E se decidessimo di indossare un pesantissimo zaino ad energia nucleare? Nei panni degli acchiappafantasmi, la situazione ovviamente muta: armati di trappole, fucili protonici e rilevatori, dovremo scandagliare gli ambienti alla ricerca non solo del fantasma, ma anche delle citate brecce. Oltre tutto ciò, dovremo anche calmare, completando un simpatico mini-gioco a tempo, i cittadini spaventati: lasciarli in balia del fantasma significherà farli fuggire in preda al terrore, aumentando nettamente il livello di infestazione. Una volta che l’infestazione raggiunge il culmine, si innescherà una fase finale che durerà pochi secondi, stabiliti dal numero totale di brecce rimaste integre: in essa, il fantasma non avrà rientri e dovrà fuggire a tutto spiano per evitare d’esser intrappolato dai fantasmi.

Ghostbuster

Oltre alle meccaniche base del gameplay, vi sarà tutto un contorno ruolistico a cui potremo accedere dal nostro quartier generale, ovvero la mitica stazione dei pompieri che appare anche nel film. Completando le partite, otterremo punti esperienza ed un consequenziale aumento di livello: esso ci consentirà non solo lo sblocco di potenziamenti per la nostra attrezzatura (o, dal lato spettrale, l’accesso a nuovi e terribili tipi di fantasma), ma anche a nuovi elementi cosmetici con cui poter “addobbare” il nostro alter ego digitale. Il nostro Qg fungerà anche da hub per accettare le missioni, avviare un matchmaking casuale oltre che da teatro di alcune delle vicende narrative del titolo. Ghostbusters: Spirits Unleashed presenterà anche degli elementi “secondari” a livello di gameplay, sempre correlati al gioco tradizionale: potremo, ad esempio, accettare dei “lavoretti” secondari (missioni extra che ci richiederanno di compiere azioni specifiche durante i match) oppure controllare la nostra collezione di funghi e spore, che raccoglieremo esplorando gli ambienti di gioco. In sostanza, il gameplay di Ghostbusters: Spirits Unleashed termina qui: dunque, com’è il gioco? Sicuramente divertente, a maggior ragione se si è fan di vecchia data degli indomabili acchiappafantasmi. Nonostante ciò, il gameplay non è esente da alcuni difetti, concettuali e tecnici: andiamo con ordine.

Partiamo dalla “quaestio” concettuale: Ghostbusters: Spirits Unleashed si avvarrà sostanzialmente di una sola modalità che si dispiegherà in modo sostanzialmente invariato attraverso le poche mappe di gioco. Nonostante l’indubbio divertimento che il gioco genera, sarà difficile però giocarci a lungo: in questo senso, per aumentare la longevità, servirà un secco intervento degli sviluppatori per modificare e/o espandere con nuove modalità. Anche perché, l’ammontare di item da sbloccare non è particolarmente elevato e il gioco sarà sin troppo buono nell’elargire esperienza, soprattutto se si vincerà. Ergo, dopo una quindicina d’ore, si avrà già visto tutto e sbloccato quasi tutto. E se, purtroppo, la ripetitività farà molto velocemente capolino, il gameplay soffre anche di altre problematiche. Innanzitutto, spesso e volentieri ci troveremo a collaborare e/o affrontare l’intelligenza artificiale del gioco: in entrambi i casi, essa offrirà prestazioni piuttosto carenti. I nostri colleghi bot, nelle vesti di acchiappafantasmi, agiranno spesso in maniera insensata, vagando in maniera randomica oppure compiendo azioni incomprensibili, come il fermarsi a calmare cittadini a due passi da un tentativo di cattura del fantasma. In aggiunta, poiché alcuni livelli di gioco si svilupperanno anche in verticale, assistere a bot incapaci di puntare una breccia posta in alto sarà sostanzialmente la norma. Allo stesso tempo, affrontare un match contro un fantasma controllato dall’I.a. sarà sostanzialmente un passeggiata, con il risultato che alle volte un match durerà una manciata di minuti prima di concludersi con la cattura dello spettro.

Anche il matchmaking, in generale, sarà fonte di qualche sopracciglio inarcato: in alcuni frangenti non particolarmente equilibrato, poiché accoppierà spesso giocatori veterani con player neofiti opposti, in altri invece imporrà a monte una “equilibratura forzata” che distribuirà i player umani in modo eguale tra le due “fazioni”. Ciò, in sostanza, si tradurrà in una certa difficoltà nel giocare con un proprio amico nei panni degli acchiappafantasmi visto che, piuttosto frequentemente, il sistema dividerà il “gruppo umano” in modo netto tra ghostbuster e fantasma nonostante sia possibile, prima dell’avvio del matchmaking, esprimere una preferenza su quale personaggio interpretare. L’esperienza ludica lato online, in generale, non è stata particolarmente esaltante, anche a causa di un netcode non proprio epocale, spesso foriero di ritardi nell’input dei comandi, e qualche lag di troppo specialmente quando si fa la propria entrata in una partita di già iniziata. Un’ultima nota stonata, riguarda i controlli: poiché quasi tutte le azioni si svolgeranno con la pressione di pochi tasti, nelle situazioni più concitate sarà un po’ complicato eseguire l’azione voluta. Un “cruccio” che è particolarmente sentito soprattutto quando si interpreta il fantasma che, ad esempio, si troverà spesso suo malgrado, in una situazione caotica, ad “interpretare” una sedia piuttosto che raccogliere una breccia sotto attacco.

Una situazione al chiaroscuro che pervade anche il comparto tecnico: nonostante esteticamente il gioco sia ben realizzato, con uno stile cartoon dai colori pastosi che ben si integra con il tema “commedia soprannaturale” del gioco, saranno diversi i bug che affliggeranno il titolo. Sia di carattere tecnico, come ad esempio il permanere in una visuale in prima persona con il fantasma anche dopo esser fuoriuscito da un oggetto posseduto, sia di carattere più squisitamente ludico, come quando risulteremo rallentati per un match intero quasi avessimo dello “slime” addosso, dopo un attacco del fantasma. Anche il sonoro, ben realizzato e consterà di una buona recitazione vocale e di tracce prese a piè pari dai film originali, avrà qualche pecca: nelle prime ore, la nostra esperienza di gioco su Ps5 si è sviluppata con la totale assenza del parlato e con un continuo “interscambio linguistico” tra italiano e inglese per quanto concerne i sottotitoli. Una situazione che parrebbe esser rientrata ma che, per diverso tempo, ha tolto un po’ di magia dall’esperienza. Esperienza che, per quanto concerne la fluidità tecnica, si è svolta tutto sommato in modo discreto: sull’ammiraglia Sony, il gioco è scorso in modo fluido e non discostandosi mai dai 60 frame, ormai “sindacali”.

Ghostbusters: Spirits Unleashed è indubbiamente un gioco divertente, specialmente con un gruppo di amici: nonostante una certa semplicità di fondo, il titolo offre un gameplay piuttosto equilibrato e strategico, condito da una grafica cartoon azzeccata e ad un rispetto “maniacale” del retaggio dei leggendari film. La produzione, comunque vada, è parzialmente “sporcata” da una serie di “guai” tecnici e concettuali, primo fra tutti la presenza di un’unica modalità di gioco e di non tantissimi elementi sbloccabili. Un buon gioco e che costa circa la metà di un tradizionale tripla A: con il dovuto supporto degli sviluppatori, specialmente lato varietà del gameplay, potrebbe divenire un punto di riferimento per i titoli asimmetrici competitivi.