Recensione Freedom Wars Remastered
di: Donato MarchisielloQuando Freedom Wars ha debuttato su PlayStation Vita circa 10 anni fa, è stato acclamato come una gemma nascosta del suo tempo, un gioco di ruolo d’azione veloce che osava distinguersi per la sua narrazione distopica e i suoi ottimi combattimenti (in verità, ispirati vistosamente a Monster Hunter, seppur con caratteristiche personali visibili). Le sue meccaniche stravaganti, come la riduzione della pena detentiva virtuale grazie al completamento delle missioni, abbinate a una giocabilità serrata e ad una multiplayer sui generis (e che forse, avrebbe dovuto esser espanso maggiormente), lo resero un cult nonostante i limiti della sua piattaforma portatile. Ora, con il prodotto di Bandai Namco che è approdato in una versione rimasterizzata su PS5, i fan vecchi e i nuovi giocatori appassionati degli hunting game, hanno l’opportunità di sperimentare questo classico in una sua versione ammodernata, dimostrando che la formula del gioco è ancora coinvolgente e divertente come lo era decenni fa.
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Freedom Wars Remastered è un gioco d’azione in terza persona, con spiccati elementi ruolistici mescolati a qualche piccola chicca tipica dei giochi strategici. Nella sua essenza, Freedom Wars Remastered rimane fedele strutturalmente e concettualmente all’originale, reinterpretando la “lezione” impartita decenni fa da Monster Hunter. Quindi è bene sottolinearlo sin dall’inizio: non aspettatevi modifiche radicali nel gameplay, nella struttura narrativa o nello stile artistico poiché, come immaginabile, Freedom Wars Remastered è essenzialmente un aggiornamento, piuttosto vasto e variegato, di carattere tecnico. Probabilmente, il prodotto, per la sua qualità e innovatività, avrebbe meritato un più approfondito remake: ma sono “what if” che, probabilmente, lasciano il tempo che trovano.
Il gioco, come anticipato, è ambientato in un mondo distopico e che ha quasi integralmente esaurito le risorse essenziali necessari alla sopravvivenza dell’umana stirpe che, al contempo, ha ridotto i suoi numeri al lumicino. La storia è incentrata sul tortuoso “viaggio” del personaggio per ripagare una pena detentiva di milioni di anni, intraprendendo missioni per ridurre questo debito astronomico, combattendo enormi robot e raccogliendo risorse tecnologiche fondamentali per la propria sussistenza. In mezzo, ovviamente, una “sana” competizione tra i vari Panopticon, enormi città-stato in lotta fra loro per ottenere risorse e cittadini (che nell’universo di Freedom Wars sono preziosi asset scientifico-organizzativi). Nonostante una premessa interessante ed originale, la linea narrativa del gioco non sarà coerentemente intrigante e verterà, come spesso capita con i prodotti dalla pronunciata estetica anime, abbastanza velocemente su di una carrellata di situazioni forzatamente comiche o drammatiche, in pieno stile nipponico.
Iniziamo dalle caratteristiche tecniche: questa rimasterizzazione migliora l’esperienza in diversi settori, rendendo il fluire del gioco molto più piacevole e appetibile per il pubblico di oggi. La grafica è stata migliorata e ora supporta una risoluzione fino a 4K, che rende i Panopticon e i nemici più nitidi e vividi. La fluidità a 60 fps aggiunge al combattimento una certa dinamicità che non era possibile con l’hardware limitato della Ps Vita. Per i nostalgici del gioco, il salto dalla console portatile al grande schermo è immediatamente percepibile. Lo schema di controllo ampliato offerto dal controller DualSense di PS5 è più che egregio e ampiamente personalizzabile.
Anche i combattimenti, all’epoca falcidiati dai limiti tecnici della piattaforma, sono ora più veloci e precisi (seppur non perfetti), con una migliore meccanica di mira e di tiro, mentre l’abilità Rovo, che consente di afferrare nemici e strutture, appare più intuitiva e versatile sia per l’attacco che per la difesa. In generale, l’operazione è da considerarsi un sicuro positivo seppur, come ogni rimasterizzazione moderna, non riesca pienamente a lavar via quella sensazione di “vetustà” (non solo tecnica: basti guardare i menù, i dialoghi o la stessa segmentizzazione del flusso della storia, “bloccato” da rigidi compartimenti stagni). In aggiunta, l’eredità della versione originale, emerge drammaticamente anche da altri fattori, come una intelligenza artificiale “bloccata” ancora ai livelli modesti dell’epoca, oltre che una certa tendenza di personaggi ed npc ad incastrarsi in alcuni segmenti dello scenario.
Seppur il gameplay sia rimasto sostanzialmente invariato, con il gioco che ci mette nei panni di un cacciatore impegnato ad abbattere mastodontici robot con lo scopo di salvare cittadini e ottenere risorse delle più svariate, vi sono comunque delle novità anche in questo specifico segmento. Uno dei cambiamenti più graditi è sicuramente il rinnovato sistema di potenziamento delle armi. Nell’originale, i giocatori dovevano fare i conti con modifiche RNG randomizzate, che spesso facevano sembrare il processo una sorta di auto-flagellante martirio.
Il remaster risolve questo problema dando ai giocatori il controllo diretto dei potenziamenti delle armi, un cambiamento che riduce significativamente la noia e rende la progressione molto più gratificante. Freedom Wars Remastered consente di giocare missioni cooperative e competitive con un massimo di 4 giocatori in squadra ed è qui che il gameplay brilla di più. Non solo è entusiasmante fare comunella contro i nemici, mentre alcuni tentano di staccare i cannoni da bestie enormi e altri sparano razzi, ma è anche divertente poter salvare i cittadini e raccogliere oggetti mentre i compagni di squadra distraggono i nemici.
Senza contare che, come già anticipato, nelle battute iniziali saremo invitati a scegliere una città (in questa remasterd, purtroppo, solo nipponica) che diventerà la nostra “madre patria”, che dovremo ausiliare in una lotta per la sopravvivenza contro gli altri Panopticon. In che mondo? Ma ovviamente donando tutto ciò che riusciremo a raccogliere sul campo di battaglia, in modo da aumentare il complessivo punteggio della nostra comunità. Peccato che, purtroppo, non vi sia al momento attivo il crossplay (il gioco è uscito anche su PC): una mancanza non da poco, visto e considerato che, così come in passato, Freedom Wars, nonostante il suo indubbio valore, non ha poi a conti fatti attirato gargantueschi stuoli di utenti alla sua corte (anche e soprattutto per l’esclusività su Ps Vita). Ciò, a tutti gli effetti, lo ha reso un gioco di nicchia: separare l’utenza per questioni di infrastruttura, probabilmente, acuirà ancor di più questa sensazione.
Come detto, Freedom Wars Remastered non cerca di sconvolgere il mercato. Il divertente ciclo di gioco che consiste nel combattere i nemici, raccogliere le risorse e scalare la china sociale rimane sempre fedele a sé stesso. Il gioco offre anche un’ottima struttura di raccolta di item di varia natura, abbattimento dei nemici (che potranno esser “affettati” chirurgicamente in pieno stile Monster Hunter, in modo da ottenere specifiche risorse) e potenziamento del nostro arsenale attraverso diverse strutture a nostra disposizione.
Sebbene si inizi con un coltello e una pistola di base, alla fine si raccoglieranno armi da mischia pesanti, armi a più lunga gittata e un assortimento di armi da fuoco, come i blaster a fuoco lento, che hanno un impatto davvero forte. Dopo aver sperimentato le armi che meglio si adattano al nostro stile di gioco, potremo potenziare il loadout con i punti guadagnati, che essenzialmente lo faranno salire di livello. Un prodotto, dunque, valido e divertente ma che, così come l’originale, soffre di una certa complessiva ripetitività, sia a livello di missioni (ma è un po’ il tallone d’Achille del genere), sia a livello di mere possibilità d’azione che, naturalmente, impallidiscono se confrontate ai più moderni hunting game.
Freedom Wars Remastered è un buon prodotto che rende giustizia ad un gioco pregevole e dalle tante idee originali che, principalmente per la sua esclusività su PS Vita, non è mai riuscito ad imporsi come avrebbe meritato. Una “riesumazione” tecnica che, nonostante qualche limite evidente, rende finalmente giustizia ad una piccola perla che, immeritatamente, è stata abbandonata in “cantina” per una decade. Ma il vero vantaggio di questa rimasterizzazione non è solo la (riuscita) operazione nostalgia: è il potenziale. Freedom Wars Remastered chiede a gran voce un sequel. È un prodotto che ha tutte le caratteristiche per evolversi, in tutti i sensi. Questa rimasterizzazione è la prova che il gameplay, il mondo e le meccaniche risuonano ancora con il pubblico moderno, ma evidenzia anche quanto si potrebbe fare di più con un vero capitolo moderno.