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Recensione Forza Horizon 2

Sono passati due anni dalla release di Forza Horizon sulla gloriosa Xbox 360, un titolo che al suo annuncio destò molta curiosità perché spin off di una serie celeberrima di casa Microsoft e qualche perplessità perché affidata non a Turn 10 ma agli inglesi di Playgroud Games. Il titolo ottenne un buon successo di critica e pubblico, grazie ad un ottima realizzazione tecnica e delle idee molto originali in ambito racing game di impronta arcade. Oggi, finalmente, stringiamo eccitati il volante che ci porterà sulle strade di Forza Horizon 2 con la speranza di vivere un’avventura incredibile.

di: Giovanni Manca

Sono passati due anni dalla release di Forza Horizon sulla gloriosa Xbox 360, un titolo che al suo annuncio destò molta curiosità perché spin off di una serie celeberrima di casa Microsoft e qualche perplessità perché affidata non a Turn 10 ma agli inglesi di Playground Games. Il titolo ottenne un buon successo di critica e pubblico, grazie ad un’ottima realizzazione tecnica e delle idee molto originali in ambito racing game di impronta arcade. Oggi, finalmente, stringiamo eccitati il volante che ci porterà sulle strade di Forza Horizon 2 con la speranza di vivere un’avventura incredibile.

L’esperienza che conta

Forza Horizon 2 e il suo predecessore sono gli unici due titoli sviluppati da Playground Games ma è importante ricordare ai più distratti come il team sia formato da programmatori che hanno avuto esperienze nella produzione dei più importanti giochi di guida degli ultimi dieci anni, gente del calibro di Codemasters, Bizarre Creations, Criterion Games, Ubisoft Reflections, Black Rock Studio, Sony Liverpool e altri, dunque parliamo di uno studio nato per sviluppare solo ed esclusivamente racing game. Sfrecciando per le centinaia di miglia della vasta mappa di Forza Horizon 2 si rivivranno, come se fossero dei flashback, momenti vissuti in Destruction Derby, Burnout, Project Gotham, NeedforSpeed, Test Drive e, ovviamente, Forza Motosport, tutti condensati in un’unica, grande, esperienza di gioco.

Benvenuti al Festival

Mare e cielo dai colori sfavillanti quelli che vediamo dal traghetto mentre navighiamo verso la Costa Azzurra, una terra che promette paesaggi mozzafiato, strade da affrontare a tutto gas, feste, fuochi artificiali e tanta musica. A bordo della nuova Lamboghini Huracàn, V10 da 610 cavalli, raggiungiamo la base logistica del nuovo Festival Horizon, in cui ci viene spiegato che divertirsi è importante ma vincere il Festival lo è ancora di più. E’ qui che inizia una fantastica avventura, che ci prende per mano e un passo alla volta ci mostra quanto sarà enorme ed avvincente: inizialmente, dopo aver scelto la prima auto (che pensavate? La Huracàn era solo un prestito!), parteciperemo a delle gare di qualificazione al Festival stesso e solo dopo parecchi chilometri di asfalto e terra ci accorgeremo che Forza Horizon 2 è molto ma molto di più di 15 campionati da vincere per essere il campione di Horizon. La scenografia della mappa si sposta dal torrido Colorado del primo capitolo alla costa mediterranea e i suoi splendidi paesaggi marini: Nizza e i paesini Saint Martin, Sisteron, Castelletto, San Giovanni e Montellino sono uno specchio fedele delle sensazioni che si provano viaggiando nelle strade delle coste liguri, della campagna fiorentina e della Provenza.

Visitate, grazie ai campionati svolti, queste mete, ci si aprirà un mondo di sfide che, come dicevamo, vanno bel al di là delle competizioni in quanto tali. Alcune sono simili a quanto visto in alcuni dei giochi citati: autovelox, derapate, cartelli stradali da abbattere, salti, strade segrete da scoprire (sono più di 350), altre invece sono delle novità assolute e sono denominate “sfide imperdibili”, contrassegnate da delle icone verdi nella mappa: distinte in difficoltà facile-media-difficile, possono consistere in una gara testa a testa, testare la potenza di nuove hypercars, esibirci in salti e drift, percorrere di notte un bosco a bordo di una Lancia Delta S4. Tali sfide sono suddivise in atti, ognuno dei quali comprende circa quindici/venti sfide, atti che Microsoft promette di aggiornare nel corso dei mesi e che, al momento attuale, sono due. Una varietà davvero spaventosa, in cui è davvero difficile citare tutto quello che è possibile fare per aumentare il proprio livello e accumulare crediti. Ci vengono in mente quelle che ci hanno divertito e incuriosito, come ad esempio la gara fotografica (bonus in crediti per ogni auto fotografata per le strade), o le gare contro aerei e treni mentre ci spostavamo per raggiungere le location dei campionati. Nella mappa si visualizza tutto quello che serve, incluse le competizioni online e le sfide dei club, vere e proprie squadre di players online con più o meno le stesse caratteristche di crescita del singolo giocatore: c’è un leader della squadra di cui si sceglie il nome e il motto, i componenti, se tenere il gruppo aperto e a chi, chi sfidare o meno. Le strade sono imperversate da auto guidate da folli drivatar, contrassegnati dal nome e dal livello di esperienza, ed è possibile sfidarli premendo il pulsante X, così come si può fare al termine di una competizione ufficiale, in cui è possibile correre contro il drivatar che ha il tempo migliore più vicino al nostro.
Tutto questo senza perdere di vista il Grand Tour, la serie di campionati che, considerate tutte le varianti della auto, conta centinaia di gare le competizioni multiplayer praticamente infinite.

Sfrecciando nelle vigne

La grande novità di Forza Horizon 2 però non è tanto la caratterizzazione delle sue competizioni quanto il fatto di essere un free world in senso quasi assoluto, come mai lo è stato un racing game o qualsiasi genere simile. Non intendiamo solo una mappa enorme con tante strade che la attraversano ma una grande area in cui i confini sono solo ed esclusivamente quelli naturali (un muretto a secco di una campagna, un edificio, un grosso palo della luce, un dirupo) dal momento che è possibile uscire dalla carreggiata e scegliere di esplorare i territori interni, campagne, vigne, boschi, radure, raggiungere la cima delle colline più elevate solo per ammirare un tramonto o il cielo stellato. Questa caratterista off road si palesa anche durante le gare, quando all’improvviso il percorso ci obbliga a distruggere delle staccionate, cancelli o filo spinato per spostarci dall’asfalto delle strade al fango e terra dei campi, ma impone un approccio diverso alle competizioni “stradali”, permettendoci di tagliare il percorso pur tenendo sempre presente l’obbligo di attraversare i checkpoint indicati sul ciglio della strada dal fumo arancione. Tagliare dunque si, ma stando attenti a non travolgere troppi elementi: se una piccola pianta non crea problemi, investire filari di vigneti rallenta parecchio la corsa, cosi come un albero non può che arrestarla.
Un mondo da scoprire, mai così vivo, il traffico lento delle auto non in competizione, con la vegetazione in cunetta che si culla sulla brezza, le fronde degli alberi che si agitano, le nubi che scaricano la pioggia coprendo il cielo, il sole che tramonta portando la notte. E’ una nostra scelta, guidare per il gusto di farlo in un’atmosfera magica o vivere nell’adrenalina di una competizione.

Al volante

La fortissima impronta open world non poteva non incidere sul modello di guida, che parte dalla base solida di Forza Motorsport 5 per semplificarsi in un sistema decisamente più accessibile e permissivo. Si sposta così l’ago della bilancia dalla simulazione all’arcade, pur non rinunciando alle raffinatezze raggiunte negli anni sulla fisica della vettura e sull’incidenza del setting sulla stessa; anche con gli aiuti alla guida disattivati, le auto hanno molta più stabilità, soffrono meno di sottosterzo e sovrasterzo, si paga molto meno il ritardo di linea rispetto a quanto si può provare in FM5, ma non poteva essere altrimenti non solo in considerazione del carattere arcade che si vuole dare al titolo ma anche per il suo carattere off road che avrebbe reso dannatamente complicato adattarsi ad un sistema più simulativo in condizioni di guida così differenti, anche nel corso di una stessa gara. Si passa effettivamente dalla guida di hypercar e supercars ad auto vintage, rally, pick-up, in condizioni di terreno differenti, dall’asfalto asciutto a quello bagnato, dal terriccio al fango, di giorno e di notte, con tutte le conseguenze alla guida, dalle situazioni in cui sembra di guidare incollati a terra a quelle in cui sembra ci correre sulle uova con perdita di aderenza e trazione totali. Non manca ovviamente in FH2 il sistema di potenziamento e personalizzazione delle auto visto già in FM5, migliorato decisamente almeno dal punto di vista dell’interfaccia, chiara e intuitiva con tutte le informazioni utili al giocatore richiamabili in qualsiasi momento; accedendo al garage, in qualsiasi momento è possibile modificare l’auto, comprare ed installare i potenziamenti (anche nel corso dei campionati ma in questo caso gli avversari si adeguano subito) e studiare il setting, poi richiamabile all’inizio di qualsiasi gara. Il feeling con la guida è immediato, ci si diverte immediatamente e si imparano un po’ alla volta tutti i segreti e le malizie per tutti i terreni e le condizioni, soprattutto quelle atmosferiche, dal momento che la strada viscida e bagnata e la scarsa vibilità della pioggia battente propongono una sfida supplementare al driver.

Vincere gare e sfide, come abbiamo detto, si traduce nel guadagno di crediti da spendere nel garage e nell’autosalone e accumulare punti esperienza per aumentare di livello e accedere a bonus prima bloccati: fare un giro fortunato di wheel spin, una sorta di slot machine che mette in palio auto e crediti, e punti abilità da utlizzare per l’acquisto dei “vantaggi” dai costi crescenti (1,2,3,5 punti abilità), un totale di venticinque che incrementano i crediti del drivatar, punti abilità sui sorpassi, partenze, scie, guida pulità e altri e che un volta sbloccati rimangono sempre attivi.
Ultima feature che vogliamo citare è quella relativa all’uso del kinect: salvo quando ci si trova impegnati in una gara, è possibile usare un computer di bordo richamandolo con il comando vocale “Anna” per chiedere diverse informazioni o aiuti, come la vicinanza di particolari sfidanti o i percorsi per raggiungere determinate destinazioni e tutto funziona perfettamente, senza mai un tentennamento.

Dall’alba al tramonto

L’esplorabilità della mappa di cui abbiamo parlato fa probabilmente di FH2 il gioco che più severamente impegna l’hardware di Xbox One, soprattutto se si considera l’obiettivo, raggiunto, dei 1080p e i 30 frame costanti al secondo. La ricostruzione scenografica è sbalorditiva, più di una volta ci siamo trovati a parcheggiare solo per incantarci davanti agli splendidi panorami, e il ciclo giorno/notte e le condizioni atmosferiche variabili regalano atmosfere impagabili; le auto vantano un dettaglio di altissimo livello, giocando con le inquadrature durante la gara è possibile stupirsi ammirando le molle degli ammortizzatori delle auto avversarie abbassarsi e alzarsi assecondando i dossi del terreno (un esempio tra i tanti), la sensazione di velocità è sempre notevole salvo qualche rara eccezione mentre l’engine rimane sempre ancorato ai 30fps, anche quando si travolgono tavolini, sedie, piante e tutti gli altri elementi di contorno. Non mancano comunque alcuni problemi, come occasionali fenomeni di pop up, anche per elementi piuttosto vicini all’auto, il dettaglio delle auto “occasionali” stona parecchio con le auto coinvolte nelle competizioni e con i drivatar, il traffico anche in città grandi come Nizza è abbastanza scarso, non sempre gli effetti delle collisioni sono esteticamente appaganti. Non sono ovviamente difetti che pregiudicano la giocabilità o tanto il giudizio su una realizzazione tecnica eccellente ma è impossibile non notarli e sottolinearli.
Buono il doppiaggio in italiano, ottimo soprattutto quello delle stazioni radio selezionabili, che propongono oltretutto musica di ogni genere, dal rock al pop, dall’hip pop alla lounge.

Appuntamento ad Horizon

Anche se siete tra coloro che vedono i racing game come il fumo negli occhi, Forza Horizon 2 è un’esperienza di gioco da non lasciarsi sfuggire. Molto meno selettivo del fratello pistaiolo, sicuramente più vario, estremente divertente, sia per chi vuole giocare cinque minuti sia per chi decide di vivere sulla poltrona con il controller in mano e una tazza di caffè nell’altra, FH 2 segna un momento di svolta per questo tipo di produzioni (EA è avvisata), un paradigma a cui tutti dovranno far riferimento, sia da un punto di vista concettuale sia da un punto di vista tecnico. Sotto questo punto di vista si può ancora sperare di più, magari i 60fps, ma il risultato raggiunto è notevolissimo. Almeno al momento in cui scriviamo, la coppia FM5 e FH2 fa di Xbox One la console di riferimento per gli amanti delle quattroruote e non solo. Ciao, ci vediamo sulle strade di Horizon, sempre che riusciate a seguire la scia.