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Recensione Fire Emblem: Awakening

Mai come in questa generazione abbiamo visto un tentativo così disperato delle software house di allargare il loro bacino di utenza, spinte anche dalla crescita esponenziale dei costi di produzione e di marketing. La conseguenza diretta che abbiamo potuto constatare è la perdita d’identità dei maggiori brand e lo smarrimento del focus che avevano permesso loro di guadagnare l’amore e la passione dei fan. La questione che ne nasce quindi è: può un gioco riuscire ad allargare il suo pubblico senza perdere ciò che lo ha elevato tra gli altri? Intelligent System ha risposto a questa domanda con un sonoro sì.

di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara

Mai come in questa generazione abbiamo visto un tentativo così disperato delle software house di allargare il loro bacino di utenza, spinte anche dalla crescita esponenziale dei costi di produzione e di marketing. La conseguenza diretta che abbiamo potuto constatare è la perdita d’identità dei maggiori brand e lo smarrimento del focus che avevano permesso loro di guadagnare l’amore e la passione dei fan. La questione che ne nasce quindi è: può un gioco riuscire ad allargare il suo pubblico senza perdere ciò che lo ha elevato tra gli altri? Intelligent Systems ha risposto a questa domanda con un sonoro sì.

Strategia per tutti

La saga Fire Emblem è nota ad appassionati e non come una serie improntata su un livello di difficoltà molto elevato, in cui buona parte della partita si trascorre pensando a tutte le possibili conseguenze di ogni singola mossa. Questo è dovuto soprattutto alla possibilità di perdere permanentemente i propri soldati sul campo, gettando di fatto alle ortiche tutto il tempo speso a farli crescere ma anche all’annosa scelta delle abilità e delle classi da portarsi in battaglia. Sono queste caratteristiche che hanno permesso alla serie Nintendo di ritagliarsi un suo pubblico di appassionati -che comunque possiamo notare come sia in crescita di capitolo in capitolo- ma allo stesso tempo sono le stesse che hanno allontanato una buona fetta di giocatori, spaventati dal suo essere eccessivamente punitivo.
Fire Emblem: Awakening può essere ritenuto una sorta di nuovo inizio in questo senso. Grazie all’introduzione di 2 modalità distinte e 3 livelli di difficoltà, il titolo può essere affrontato sia da esperti appassionati del genere sia da novizi alle loro prime esperienze, il tutto senza perdere in nessun caso il sapore della sfida e il piacere che se ne trae nel portarla a termine.
L’introduzione di una modalità “casual” in cui la morte dei personaggi non è più permanente e, in generale, con un sistema di gioco meno oppressivo, riesce perfettamente nell’intento di andare incontro ai nuovi giocatori. Ovviamente gli appassionati della serie possono tranquillamente scegliere la modalità “classica” e ritrovare quel gusto per la sfida che ha caratterizzato la serie fino ad oggi.
A differenza di altri tattici strategici, il gioco non si perde in lunghi e tediosi tutorial ma lancia il giocatore direttamente nell’azione: alla guida di uno stratega che creeremo ex-novo personalizzandolo, dal sesso all’aspetto, ci troveremo al fianco di Chrom, il comandante dell’esercito di Ylisse, e ai suoi compagni. Questa scelta risulta vincente perché, di battaglia in battaglia, il giocatore assume nuove nozioni e impara a padroneggiare il sistema di gioco, dimostrando ancora una volta la voglia degli sviluppatori di rendere più accessibile il loro titolo.

Un supporto di classe

A differenza dei precedenti capitoli, la trama risulta un po’ più leggera, anche se dobbiamo ammettere che la serie Fire Emblem non si è mai contraddistinta per la storia. Ciò che colpisce è la caratterizzazione dei personaggi. Lo scambio di battute e le scenette che si creano avanzando nella storia, renderanno sempre più difficile rinunciare a qualche personaggio durante gli scontri, forse anche più delle loro abilità in battaglia. Il rapporto tra i soldati del nostro esercito può essere incentivato grazie ad un sistema di coppie che rafforzerà il legame tra i due. In battaglia questa fusione porterà il giocatore ad avere i vantaggi delle due unità, ad esempio un soldato corazzato, notoriamente molto lento può fondersi momentaneamente con un cavaliere e guadagnare così lo spazio di manovra di questo. Il supporto è possibile anche solo affiancando due soldati sul campo di battaglia: questi si troveranno a fare attacchi combinati e nel caso di successo ad aumentare il loro legame. Come possiamo vedere l’impatto di questa novità avviene su più livelli, su quello immediato, che possiamo saggiare combattendo e su quello a lungo termine dovuto al legame che si instaura tra i personaggi. Più il rapporto tra due unità diventa forte più opzioni di dialogo vengono sbloccati, con le conseguenti scenette che fanno da ossatura della trama, fino alla possibilità di unire in matrimonio due personaggi di sesso diverso. Fire Emblem: Awakening è un titolo che si basa sulle generazioni, infatti ad un certo punto della storia ci troveremo alla guida dei figli dei precedenti personaggi. A seconda delle coppie che avremo formato avremo tra le nostre fila guerrieri che avranno ereditato le abilità, le caratteristiche e anche l’aspetto dei genitori. Ne consegue l’alto tasso strategico che ha il sistema di supporto anche sul lungo periodo.
Un’altra novità di questo capitolo è la possibilità, praticamente libera, di cambiare classe ai nostri guerrieri: raggiunto il 10° livello un’unità può evolvere in una classe avanzata specifica del suo ramo o optare per un cambio radicale di classe, mantenendo le abilità delle precedente. Come possiamo facilmente intuire, un personaggio può imparare qualsiasi abilità, ma può renderne attive solo 5. Questo porta ad una libertà mai avuta nella creazione dell’esercito.

Goduria visiva e sonora

Sotto l’aspetto estetico Awakening non tradisce le alte aspettative, seppur gli strategici non siano famosi per la componente grafica, il nuovo titolo degli Intelligent Systems riesce ad entrare nel cuore dei giocatori, e questo grazie ai fantastici personaggi, disegnati dalle sapienti mani di Yosuke Kozaki (in arte KYMG, la matita dietro alla serie No More Heroes e al manga Gantz tra le altre cose), ai paesaggi che fanno da sfondo alle animazioni degli scontri, ai modelli che rappresentano delle splendide caricature dei personaggi e ai brevi filmati che vi lasceranno di stucco per la loro realizzazione e vi faranno fortemente desiderare un lungometraggio.
La colonna sonora merita una particolare menzione: da un titolo dal forte sapore fantasy ci aspetteremmo una componente epica e pesante, invece ci troviamo ad ascoltare brani ritmati uniti a canti lirici.
La campagna si termina in una ventina d’ore, correndo. Diciamo “correndo”, perché i contenuti sono così numerosi che difficilmente vi troverete veramente a finire il gioco in questo quantitativo di tempo. Gli spassosi dialoghi di supporto, la presenza di missioni opzionali e di due finali, la possibilità di creare una stirpe diversa a seconda delle coppie formate vi porteranno a non abbandonare molto presto questo gioco.
Aggiungeteci la presenza di DLC con nuove battaglie, unità e possibilità di estendere il nostro esercito e capirete che non vi liberete così facilmente del nuovo Fire Emblem.
Ultimo appunto lo merita il sistema Streetpass: il giocatore potrà infatti salvare una sua squadra da mandare nei mondi degli altri giocatori che incontra, questo si realizzerà con la comparsa nel proprio mondo di gioco di un piccolo esercito di invasione da affrontare o con cui commerciare o in alternativa potrete assoldare l’avatar del giocatore incontrato.

Conclusioni

Fire Emblem: Awakening si rivela un titolo che non può mancare nella ludoteca di ogni appassionato di strategici e un gioco con la capacità di macinare ore e ore del vostro tempo senza che ve ne accorgiate, certo rimane pur sempre un genere non facile da avvicinare ma Intelligent Systems ha fatto tutti i passi necessari per cambiare questo luogo comune.