Recensione Final Fantasy XIV
Final Fantasy XIV: A Realm Reborn approda finalmente su PlayStation 4, dopo un debutto trionfale su PlayStation 3. Il risultato? Una versione dalla qualità prossima a quella del PC, che esce in contemporanea con un aggiornamento particolarmente sostanzioso.
L’era dei MMORPG è giunta sulle console casalinghe. E lo ha fatto nel migliore dei modi possibili!
Leggete la recensione di Console-Tribe a cura di Giorgio “Nadim” Catania!
di: Giorgio "Nadim" Catania
Final Fantasy XIV: A Realm Reborn è un ottimo Final Fantasy. Con tutta probabilità il migliore esponente della saga su PlayStation 3 e PlayStation 4. E questo è un risultato di tutto rispetto, poco ma sicuro.
Specialmente se si pensa che il gameplay di questa quattordicesima fantasia finale – quattordicesima se non si contano i mille milioni di spin-off usciti nel corso dell’ultimo decennio circa, ad essere pignoli – è molto diverso da quello a cui gli appassionati sono abituati. Infatti Final Fantasy XIV è un MMORPG, come lo è stato Final Fantasy XIprima di lui, e proprio per tale motivo si distacca nettamente dai capitoli tradizionali. Quelli offline, per dirla in modo semplice.
Per chi non lo sapesse, MMORPG vuol dire Massive Multiplayer Online Role Playing Game. Un GdR da giocare esclusivamente in rete, a cui partecipano contemporaneamente migliaia e migliaia di giocatori. In altre parole, un immenso mondo virtuale fantasy “parallelo” a quello nostro, in cui si possono incontrare, aiutare o combattere un sacco di utenti di tutto il globo. Per i puristi del genere questo concetto potrebbe sembrare quasi una blasfemia, ma per chiunque sia di mentalità un po’ aperta tutto ciò significa solo una cosa: divertimento.
Risorto come la fenice
Final Fantasy XIV: A Realm Reborn può essere considerato a tutti gli effetti una versione 2.0 di se stesso. Perché nasce dalle ceneri di quella che un tempo era stata la prima versione di Final Fantasy XIV. Ovvero un MMORPG carente sotto moltissimi aspetti, che aveva deluso in un modo a dir poco incredibile anche i fan più grandi del marchio Final Fantasy. Square-Enix quindi si è rimboccata le maniche ed è ripartita da zero. Creando quello che adesso si può considerare un titolo completo, vasto e vario. Un MMORPG che sotto molti aspetti ha ben poco da invidiare ad una concorrenza agguerritissima – almeno in ambito PC.
Ma partiamo con ordine. Una volta creato un account apposito, avviato il gioco sulla vostra PlayStation 4 – perché questa recensione riguarda la console next-gen Sony – e scaricati tutti gli aggiornamenti necessari per farlo partire, è tempo di creare il proprio avatar. Ovvero il personaggio virtuale che comanderete e che vi rappresenterà agli occhi degli altri utenti. Una moda che ormai tutti i GdR seguono, MMORPG in primis.
Si può scegliere tra più razze: i classici Hyur (umani), i più eleganti Elezen (elfi), gli esotici Miqo’te (mezzi umani e mezzi felini), i gioiosi Lalafell (personaggi nani e dall’aspetto fanciullesco) e i massicci Roegadyn (che ricordano vagamente per costituzione i tradizionali orchi). Una volta modificato l’aspetto del vostro alter-ego in ogni più piccolo dettaglio fisico grazie ad un editor abbastanza ricco, giunge il momento di scegliere la classe.
Ce ne sono otto: quelle che privilegiano lo scontro fisico (Marauder, Gladiator, Pugilist, Lancer, Archer) e quelle votate alla magia (Conjurer, Arcanist, Thaumaturge). Decidere quale usare in un primo momento potrebbe risultare difficile, visto che non si può intuire di preciso il modo in cui ogni classe cresca con l’avanzare dei livelli. Ma non ci si deve preoccupare: dopo appena un paio di ore di gioco si sblocca la possibilità di cambiarla, rendendo il tutto più user friendly. E nelle fasi di gioco più avanzate si può farle evolvere nei cosiddetti job, classi specializzate che permettono di sbloccare abilità uniche.
Una volta scelta la classe, comincia l’avventura vera e propria. In base alla classe selezionata, si parte da una delle tre città del continente di Eorzea, con conseguente variazione iniziale della trama: Limsa Lominsa, Gridania o Ul’dah. Il senso di spaesamento iniziale può essere grande, specialmente per chi non è avvezzo ai MMORPG. Per fortuna Final Fantasy XIV: A Realm Reborn viene incontro ai meno esperti con una serie di aiuti e spiegazioni dettagliate che permettono di prendere confidenza con ilgameplay in una manciata di ore. In modo che chiunque possa così gustarsi una trama principale ben strutturata e interessante – anche se non ai livelli epici di quelle deiFinal Fantasy passati – o le centinaia di missioni secondarie ottenibili viaggiando per i vari regni.
Un viaggio eterno
Il gameplay, come già accennato, è diverso da quello dei capitoli precedenti della saga. In Final Fantasy XIV: A Realm Reborn si controlla il solo personaggio che si è creato, si lotta perlopiù contro un mostro per volta all’interno della mappa di gioco – quindi niente combattimenti casuali in arene a parte – e si stringono alleanze con gli altri giocatori per abbattere i nemici più forti ed esplorare i dungeon – aree di gioco isolate che pullulano di bestie feroci e potenti. Il tutto accettando quest dagli NPC sparsi per le regioni che si visitano, per ottenere più rapidamente EXP (i punti esperienza necessari per salire di livello e acquisire nuove abilità e magie) e moneta sonante con cui comprare armi, armature e pozioni varie dai mercanti.
Nella sostanza non si parla di cose poi così diverse da quelle fatte in un Final Fantasy del passato a caso, è vero. Ma la costante presenza di altri utenti, l’interfaccia grafica completamente diversa e l’utilizzo inusuale di tecniche con cui abbattere i rivali può in un primo momento sembrare quasi fuori luogo. In breve però ci si abitua al tutto. E si scopre una struttura di gioco tanto complessa quanto appagante, che premia la costanza e l’intraprendenza dei giocatori con enormi quantità di premi. E che, tra le altre cose, invoglia a sperimentare un po’ di tutto. Facendo cambiare al giocatore la propria classe, semplicemente equipaggiando un’arma di tipo differente da quella che si sta utilizzando; spingendolo a partecipare a missioni speciali – selezionabili dalla Duty List – in modo che collabori con persone sconosciute per conseguire obiettivi comuni; permettendogli di dedicarsi ad attività alternative come la pesca, l’alchimia o la creazione artigianale di armi e vestiti, che variano lo stesso gameplay in modo molto profondo.
Ciò che però più stupisce è come Final Fantasy XIV: A Realm Reborn permetta di giocare intere sessioni in solitaria, costringendo l’utente ad allearsi con altra gente solo in missioni particolari o per la riuscita di obiettivi extra altrimenti irraggiungibili – come l’abbattimento di boss eccezionalmente forti o il completamento di eventi random, ma presenti e costanti in ogni area di gioco, chiamati FATE.
Il risultato finale è una libertà quasi assoluta per il giocatore, che può così decidere come e in che tempi affrontare il proprio viaggio.
Il potere nei palmi delle mani
Una delle paure maggiori che ruotavano attorno alla versione console di Final Fantasy XIV: A Realm Reborn era legata al sistema di controllo. Ovvero su come sarebbero stati adattati i comandi dei MMORPG tipici dell’accoppiata “tastiera & mouse” ad un DualShock ben più parco di tasti. Timore questo che, come tanti altri, è risultato per fortuna infondato.
Il lavoro svolto da Square-Enix sulla mappatura dei tasti è infatti pressoché impeccabile. Grazie ad un utilizzo incrociato di tasti frontali e dorsali intuitivo e intelligente si riesce a far compiere al nostro alter-ego virtuale decine di azioni senza la minima difficoltà – si seleziona uno dei possibili set di comandi con il tasto R1, poi premendo R2 o L2 e le frecce direzionali o i tasti frontali si sceglie il comando preferito.
E con il touch pad del DualShock 4, che su PlayStation 4 vuole sostituirsi al classico e versatile mouse dei PC, si possono selezionare personaggi su schermo o specifiche voci nell’interfaccia grafica semplicemente facendo scorrere un dito su di esso. Il risultato è piuttosto buono, anche se ovviamente non risulta preciso come quello che si otterrebbe usando un comune mouse. La cosa la si nota soprattutto nelle situazioni più concitate, quando su schermo appaiono decine di giocatori, mostri e NPC.
Inoltre la possibilità di giocare al titolo in remoto con la PS Vita è un’aggiunta molto opzionale – visto che leggere le scritte diventa quasi un’impresa – ma comunque funzionante e gradita.
Comunicare una nuova immagine di sé
E graficamente com’è questo Final Fantasy XIV: A Realm Reborn? Domanda più che legittima, visto che questo è il primo MMORPG che esce con un comparto tecnico completamente rivisto per PlayStation 4. Su PlayStation 3 il comparto grafico del gioco è risultato soddisfacente, ma di certo non paragonabile a quello della versione PC. Colpa soprattutto di un pop-up costante di elementi dello scenario e, cosa peggiore, di personaggi vari e nemici. Oltre che di una non perfetta sincronizzazione di animazioni ed effetti speciali legati alle tecniche o magie più importanti.
Ebbene, sulla nuova console Sony tutti questi limiti non solo sono stati abbattuti, ma ogni elemento presente su schermo risulta più splendente che mai. Texture di ottima qualità, effetti di illuminazione eccellenti, modelli poligonali curati, effetti atmosferici realistici e colori sgargianti non fanno altro che rendere questa quattordicesima fantasia finale un vero spettacolo per gli occhi. Anche questa non eccellente come quella della sua controparte PC, ma comunque tanto bella da lasciare più di una volta lo spettatore a bocca aperta. Soprattutto quando quest’ultimo ammira le decine di panorami presenti in ogni regione, tutti affascinanti e che stupiscono per la loro originalità, maestosità o magnificenza.
Ogni tanto capita di ritrovarsi con un framerate ballerino se si mantengono i settaggi grafici alla qualità massima e si esplorano a velocità le aree di gioco più popolate – ovvero le capitali dei regni. Ma tale carenza non si rivela mai davvero fastidiosa, e non compromette minimamente l’esperienza di gioco.
Tale splendore grafico è affiancato da un comparto audio eccellente, pieno di effetti sonori curati e, soprattutto, di musiche eccellenti, che traggono grandissima ispirazione dai pezzi più famosi della saga.
Un regno rinato
La versione PlayStation 4 di Final Fantasy: A Realm Reborn risulta a conti fatti davvero eccellente. Non solo si avvicina moltissimo per qualità a quella PC – piattaforma base dei MMORPG – ma giunge dopo il rilascio di vari aggiornamenti che migliorano sensibilmente l’esperienza globale offerta.
Se infatti in un primo momento si poteva muovere al titolo una critica relativa alla non troppo alta quantità di attività end game presenti, adesso tra dungeon da affrontare a livello massimo, livelli di difficoltà extra per le missioni più impegnative ed avvincenti, arene in cui è possibile combattere contro altri giocatori e nuove quest principali e secondarie, non ci si può proprio lamentare di nulla.
Eccetto del canone mensile da dover pagare per poter giocare. Questo è l’unico, vero difetto del gioco. Ammesso che tale possa essere considerato. Perché è vero che pagare mensilmente per giocare, in un periodo in cui i videogiochi free to play aumentano a vista d’occhio, può sembrare strano. Ma se si considera che sull’altro piatto della bilancia c’è un impegno costante dei programmatori per mantenere il gioco vivo come non mai e funzionante, con novità costanti e aggiornamenti atti a migliorare la qualità del tutto, si capisce che questo canone potrebbe non essere poi così pretenzioso.
Se pagare dieci euro al mese non è per voi un peso, se godete di una discreta conoscenza dell’inglese – il gioco non è tradotto – e avete sempre voluto provare su PlayStationun MMORPG degno di tale nome, gettatevi a capofitto su Final Fantasy XIV: A Realm Reborn. Potete stare certi che saprà sorprendervi.