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Recensione Final Fantasy: Pixel Remaster

di: Marco Licandro

Con l’uscita di Final Fantasy VII Remake, e l’amato MMORPG Final Fantasy XIV, l’attenzione verso Final Fantasy va in un crescendo costante, e Square-Enix lo sa bene. L’amato gioco che, ironicamente, doveva essere il canto del cigno della compagnia, si trasformò invece in una meravigliosa saga, caratterizzata da alcuni elementi in comune, ma presentando sempre storie e personaggi distinti. Chi però può dire di aver giocato i primissimi sei capitoli, quelli ancora in 2D? Forse i fan più accaniti, ma sicuramente non è facile addentrarsi in questi capolavori che, nonostante la loro bellezza ed il fascino ormai vintage, nascondono dietro delle meccaniche ostiche e rudimentali, nonché ormai diciamocelo troppo complesse e punitive per i giocatori odierni. Final Fantasy Pixel Remaster viene giusto a nostro favore, portando i primi sei capitoli in una gloria mai vista prima, con la stessa pixel graphic del tempo ma con alcuni cambi che la rendono incredibilmente fruibile al giorno d’oggi. Vediamoli insieme.

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La collezione definitiva?

Il nome del capitolo mi è venuto in mente pensando proprio al lavoro svolto in questo pacchetto completo di giochi, che già uscì in diverse salse, con diversi stili grafici, persino su smartphone, ma mai prima d’ora era arrivato con questa qualità su console. Di che qualità parliamo? Vi sono svariate migliorie che è bene elencare, ma prima di tutto iniziamo dal ribadire che Final Fantasy non ripete mai la stessa storia né gli stessi personaggi. Non vi è un ordine con il quale giocarli, e i fan amano uno o l’altro basandosi su vari fattori, quale giocabilità, trama, o semplicemente sono emozionalmente legati al loro primo capitolo giocato.

Avventuratevi pure da quello che più vi attrae o che vi viene consigliato, ma sicuramente vi è una comprensione maggiore se inizierete direttamente dal primo, così da vedere dove tutto è iniziato, e percepire quindi i cambi effettuati capitolo dopo capitolo man mano che li terminerete. È difficile parlare di una trama specifica in quanto ogni universo ha le sue varianti, il suo stile, i suoi paesaggi, ma vi sono alcuni riferimenti sempre presenti che caratterizzano la saga, come la lotta perenne tra luce e oscurità, la presenza di cristalli come oggetti intrisi di magia elementale, di eroi o antieroi, e di una voglia generale di cambiare le cose per il meglio quando queste vanno veramente male. Ognuno di queste storie è strutturata in forma RPG, con presenza di personaggi, armi ed equipaggiamento, oggetti, magie, e svariati combattimenti atti a livellare il nostro gruppo di guerrieri. La mappa è sempre vasta e pericolosa, piena di scontri casuali che ostacoleranno, nonché rallenteranno, la progressione della trama. Pochi indizi sul dove andare e cosa fare, creando una sensazione di mondo aperto dove è necessario interagire con gli NPC per comprendere bene la lore del gioco, e tenere bene a mente l’obiettivo, per evitare di perdersi nei meandri dei vari regni senza conseguire la meta.

Ma quali sono quindi le migliorie in questa Pixel Remaster che fa si di meritare quindi l’acquisto?

Final Fantasy 2.0

Le novità presenti in questa nuova versione dei classici sono svariate, ed estremamente utili, sia per aiutare o velocizzare il ritmo di gioco, sia per renderlo ancora più restrittivo e punitivo (per i die hard fans).

Potremo infatti entrare in un menù specifico che permetterà di regolare la quantità di Gil (la valuta di gioco) ed esperienza ottenuti dopo ciascuna battaglia, con un indicatore che va da 0,5x fino a 4x. A scelta del giocatore quindi se velocizzare l’azione per scagliarsi subito nella storia, o giocarla nella forma originale che richiede tempo e dedicazione.

I numerosi dungeons presenti nei giochi metteranno a dura prova anche il più bravo dei giocatori, che dovrà tenere presente la salute degli eroi, la disponibilità di etere per effettuare magie, equipaggiamento ed oggetti, così non solo da riuscire a battere il boss di turno, ma essere in grado di poter rientrare in un punto sicuro senza soccombere ai nemici sparsi ovunque. Su questo ci vengono date due ottime opzioni.

La prima è quella del salvataggio. Potremo infatti salvare la nostra partita in qualsiasi momento, sia quando esploreremo il mondo, che persino durante un dungeon o dentro di una città, grazie al salvataggio rapido. Utile quando ad esempio non siamo sicuri se superato un certo punto potremo tornare indietro, e perderci magari tesori utili ai fini del completismo.
L’altra è quella della disabilitazione completa degli scontri casuali. Ciò significa che potremo, a nostra discrezione, scegliere di poter esplorare intere mappe di gioco o dungeons senza essere interrotti dai nemici. Questa opzione ha dei pro e dei contro, gli ultimi sono che così facendo non potremo ottenere punti esperienza, e arriveremo ai boss con il rischio di veder soccombere l’intero team per via di essere ben sotto il livello adeguato. La parte positiva è che se, ad esempio, volessimo esplorare nuovamente un dungeon per via di uno specifico forziere che ci è sfuggito, potremo farlo senza dover nuovamente spendere svariate ore lottando contro tutti i nemici. O magari semplicemente abbiamo fatto male i calcoli e siamo entrati in una zona dal livello troppo alto rispetto al nostro, e vorremmo poter tornare indietro senza dover utilizzare tutti gli oggetti di cura o caricare la partita precedente.

Abbiamo parlato di forzieri e tesori, e di volerli trovare tutti. Questa mania di collezionismo ci verrà utile in quanto tutti i giochi avranno dei trofei che premieranno l’esplorazione, il completamento della trama, nonché la collezione completa dei forzieri o del bestiario, un elenco con tutti i mostri presenti nel gioco che abbiamo affrontato, così da non perderne neanche uno. Su PlayStation, ogni titolo ha il suo platino, e devo dire che tutti i titoli sono altamente platinabili, in quanto i trofei spingono il giocatore semplicemente a giocare, ottenendo in maniera più o meno naturale ognuno di essi.

Altre migliorie si trovano ad esempio sul movimento, che finalmente permette di muoverci diagonalmente anziché solo in orizzontale e verticale, ma ne incontreremo delle altre anche durante gli scontri. I primi Final Fantasy infatti avevano bisogno di una pianificazione eccessiva degli attacchi, in quanto al momento che un nemico muoia, se questo fosse stato designato dall’attacco del prossimo eroe, quest’ultimo lo avrebbe mancato. Questo adesso è stato aggiornato, facendo sì da passare automaticamente al prossimo nemico, ed evitare quindi uno spreco di risorse, nonché di tempo. E parlando proprio di velocità, questa si può drasticamente aumentare grazie al pulsante avanti veloce, che ripeterà le azioni eseguite nel turno precedente, e velocizzerà l’azione quasi del doppio, utilissimo quando vorremo livellare il nostro team senza però starci dietro per ore.

La presenza di una minimappa è anche’essa una grande aggiunta, che ci permetterà di visualizzare rapidamente passaggi ed entrate, così da non doverci perdere all’interno dei dungeon. Lo stile grafico potrà essere cambiato simulando i tipici raggi di una tv a tubo catodico, per un’operazione di nostalgia massima.

Il font, motivo di discussione per i fan, è stato aggiornato con uno più consono, anche se personalmente preferisco la versione più pixellata, così da adattarsi meglio al contesto generale. I pixel sono d’altronde il protagonista di questa collezione, che vedrà di raggiungere 1080p senza sfocarli, e sfociando un ottimo widescreen che non era ovviamente presente nei classici dell’epoca. L’intera interfaccia è quindi adatta ad una tv moderna, e questo fascino antico però moderno è proprio ciò che rende la Pixel Remaster una gioia, sia da giocare che da vedere.

Ma non dimentichiamoci del comparto audio. Potremo ascoltare le musiche originali in alta definizione, per chi volesse vivere esattamente le emozioni dell’epoca, ma basta un cambio nelle opzioni per passare alla versione orchestrale, che trasmette veramente un’altra sensazione al titolo, rendendolo praticamente un gioco moderno e di classe, grazie a delle colonne sonore fantastiche ed ultra premiate, tutte realizzate per mano del maestro Nobuo Uematsu, autore di tutte le musiche dei primi nove titoli della serie.

Infine, quasi dimenticavo: la traduzione. Tutti i capitoli sono stati tradotti efficacemente in Italiano, così che chiunque li abbia persi per forza di cose, potrà finalmente godere della trama e dei dialoghi in tutto il loro splendore.

Pad alla mano

Come si gioca questa Pixel Remaster? Che dire, ottimamente. Come ampiamente descritto finora, i titoli sono essenzialmente gli stessi dell’epoca, con il loro fascino e la loro difficoltà, ma la presenza di queste piccole aggiunte fanno sì che possano essere fruibili da un pubblico maggiore. L’ottima risoluzione su grande schermo permette di godere di ogni singolo pixel, i quali oltretutto sono stati ottimizzati e in alcuni casi migliorati, aggiungendo piccoli ma sostanziali dettagli in pixel art a quanto già esistente nei capitoli originali, ma facendo sì che si vedano ancora meglio. Le lotte sono quelle che sono, a turni, scegliendo con cura ogni attacco e pianificando bene l’inventario e l’etere a disposizione così da non soccombere ai nemici, ma soprattutto ai difficili boss, dotati di una barra della salute e attacchi violenti assolutamente fuori dal normale. È bello, è gratificante, e accomuna il classico al moderno, in un connubio perfetto tra giocabilità e narrazione. Difetti? Quelli originali presenti al tempo, come la mancanza di una chiara indicazione sul da farsi o sul dove andare, che per chi torna sul gioco dopo una piccola pausa senza ricordare la missione attuale è un vero dramma, in quanto può praticamente girovagare privo di meta e senza riuscire a capire il da farsi. I pixel sono sicuramente ben marcati, ma al contempo sono alquanto voluminosi per vedersi su schermo grande, difatti giocarlo in Remote Play su smartphone (o in modalità portatile su Nintendo Switch) sembra effettivamente l’opzione migliore guadagnando di gran lunga sulla resa visiva. Ma alla fine stiamo veramente cercando il pelo nell’uovo, come si suol dire, in quanto tutti e sei i classici faranno felici gli appassionati, sia i nuovi che i vecchi, proprio perché in qualche modo potranno (ri)scoprire ciò che ha dato inizio a questa splendida saga.

In due parole

Final Fantasy Pixel Remaster permette di rivivere l’inizio di una delle più belle saghe videoludiche RPG, con alcune aggiunte ben viste sia per i nuovi che vecchi giocatori, che avranno modo di usufruire di ben sei classici ma in forma più moderna. Tutti e sei i capitoli sono disponibili su PS4 (e PS5 tramite retrocompatibilità) e Nintendo Switch, e se siete fan della saga, o semplicemente amanti dei titoli vintage del tempo, non potete assolutamente farveli scappare.