Recensione FIFA 18
di: Luca SaatiPer ogni persona che si stanca delle solite uscite annuali ce ne sono due prontissime a comprare ogni anno il classico videogioco sportivo o shooter di turno. Il caso di FIFA è abbastanza eclatante: nonostante ogni anno sul web si legge di persone pronte a boicottare il nuovo capitolo della serie videoludica dedicata al calcio, FIFA 17 ha registrato un successo incredibile superando il suo predecessore e surclassando il rivale di Konami (secondo gli analisti). FIFA 17 ha segnato una svolta per la serie, non solo a livello di vendite, ma anche e soprattutto a livello tecnico e di gameplay grazie al passaggio al celebre motore Frostbite che Electronic Arts sta portando in tutte le sue produzioni. FIFA 18 è quindi chiamato a confermare i passi avanti fatti dai ragazzi di EA Sports risultando senza ombra di dubbio come uno dei protagonisti assoluti di questa stagione autunnale per i fan dei videogiochi sportivi.
Gameplay e grafica
Come sensazioni pad alla mano, il nuovo capitolo della serie calcistica di EA Sports è risultato molto più familiare che in passato; negli anni scorsi infatti ci abbiamo messo diverse partite per carburare e abituarci col nuovo episodio, quest’anno invece sin da subito ci siamo sentiti a casa ottenendo sin dalla prima partita risultati egregi. Come potete dunque intuire, mai come quest’anno FIFA 18 non rivoluziona la formula di base ma si limita a introdurre dei piccoli cambiamenti che però risultano davvero importanti. Rispetto a PES 2018 che risulta più accessibile per un giocatore che non mastica pane e erba, il gioco di EA Sports risulta quindi sempre un pochino più complesso da approcciare viste le numerose combinazioni di tasti da memorizzare e da utilizzare al momento giusto come il tasto per proteggere palla, quello per le finte di corpo (spostato adesso sul dorsale destro e non più sul sinistro) e così via. Un giocatore alle prime armi insomma potrebbe trovarsi un pochino in difficoltà, fortunatamente ad assisterlo possono intervenire una serie di aiuti come il FIFA Trainer introdotto diversi anni fa.
Per quanto riguarda le novità di FIFA 18, la prima riguarda la gestione delle animazioni che adesso vengono calcolate frame per frame e non ogni 5 frame come accadeva in passato, questo significa che adesso il feeling pad alla mano risulta ancora più naturale con una risposta ai comandi praticamente istantanea. In questo modo i dribbling, il controllo della palla nello stretto e i repentini cambi di direzione risultano più precisi ed efficaci rispetto al passato con quindi i giocatori più dotati in queste caratteristiche più efficaci. Il ritmo di gioco più lento inoltre riesce a dare una maggiore importanza alla tecnica dei calciatori poiché il possesso palla a centrocampo risulta spesso fondamentale per avere la meglio sugli avversari. Già lo scorso anno si erano fatti passi avanti in tal senso, ma in FIFA 18 ci sono state evidenti migliorie e adesso non solo sono richiesti dei buoni palleggiatori a centrocampo, ma anche dei giocatori forti fisicamente in grado di difendere la palla. È sparito quindi in buona parte quell’effetto ping pong che si poteva avvertire in passato; certo, se a centrocampo avete tutti top player può capitare ancora, ma è pur vero che nella realtà quei calciatori sono in grado di fare queste cose in grado di velocizzare la manovra offensiva. Che sia chiaro, questo non vuol dire che i velocisti non riescono più a fare la differenza poiché se dato loro campo libero possono essere ancora determinanti, tuttavia si sente maggiormente il bisogno di avere una squadra più completa e tecnica, specie a centrocampo. Questo bisogno di avere una squadra più bilanciata, lo si avverte anche sui cross, pesantemente rivisti in questa occasione con i traversoni che risultano adesso più realistici e che richiedono la giusta combinazione di tecnica da parte del calciatore sulla fascia e di abilità nel gioco aereo di quello che si trova in area per colpire la palla di testa.
Altri cambiamenti hanno coinvolto l’intelligenza artificiale. In attacco, esattamente come negli anni precedenti, i propri attaccanti si sono rivelati sempre affidabili andando a inserirsi negli spazi per suggerire il passaggio filtrante; in difesa invece le cose sono cambiate moltissimo con l’IA che tende adesso a coprire meno i nostri errori. Come si traduce questo? Semplicemente adesso torna fondamentale l’abilità di difendere pad alla mano e, considerando che ancora oggi tante persone fanno fatica con quella difesa tattica introdotta diversi anni fa, vi capiterà molto più spesso di fare una pioggia di gol contro questi giocatori che non hanno più l’IA a supportarli con forza. Se queste modifiche però contro i giocatori umani sono ben accette in quanto premiano la bravura, quando si gioca offline contro la CPU invece c’è qualche problema: in attacco sembra più umana dando la sensazione di trovarsi dinanzi a un avversario in carne e ossa capace di adattarsi alla situazione sfruttando ad esempio i buchi difensivi o di passare la palla nelle situazioni 2v1 contro il portiere; in difesa invece l’IA è davvero troppo fragile rivelandosi spesso incapace di contrastare i nostri attacchi. Insomma se in FIFA 17 giocando al livello di difficoltà Leggenda ci capitava di sudare le proverbiali sette camicie per fare un gol contro la CPU, quest’anno ci è sembrato fin troppo facile gonfiare la rete. Ad aiutare in tal senso non ci pensano, o meglio pensavano, neanche i portieri che nei primi giorni dopo il lancio si sono rivelati davvero inaffidabili, specie nei tiri dalla distanza. Solo con un aggiornamento rilasciato qualche giorno EA Sports è riuscita a metterci un pezza e adesso il numero uno garantisce sicuramente una maggiore sicurezza.
Il Frostbite Engine fa diversi passi in avanti in FIFA 18 offrendo un comparto grafico decisamente più bello da vedere. I modelli dei calciatori più importanti appaiono più dettagliati e sono stati riprodotti con grande fedeltà, un trattamento questo che però non coinvolge la nostra Serie A con diversi modelli rimasti indietro di diversi anni come ad esempio Higuain che sembra ancora quello del primo anno nel Napoli. FIFA 18 vede poi l’introduzione del Real Player, feature che vuole dare una maggiore personalità ai calciatori con i loro movimenti riprodotti con estrema fedeltà, basti vedere l’uomo copertina Ronaldo che si muove esattamente a come accade nella realtà. Al momento il Real Player resta una cosa per pochissimi eletti, ma sicuramente negli anni verrà esteso a più nomi. Migliorata anche la gestione del tessuto delle magliette, il sistema di illuminazione e l’usura del manto erboso. Bellissimi gli stadi e il pubblico che li riempiono con un grandissimo lavoro svolto da EA Sports per migliorare l’atmosfera e renderla più autentica: vi basti vedere una partita giocata in Europa dove il pubblico appare più ordinato e composto, ma si fa trovare sempre pronto ad esplodere al gol dei propri beniamini cercando di abbracciarli quando loro si avvicinano agli spalti; in America invece tra coriandoli sul campo e suoni di tamburi si respira un maggiore clima di festa e un senso di calore più accentuato. Ad aiutare l’atmosfera troviamo anche nuove grafiche ufficiali di campionati come la MLS e La Liga Santander. Anche il comparto sonoro si rivela all’altezza dell’atmosfera ricreata dagli sviluppatori, buona anche la telecronaca in italiano del duo Pardo-Nava, seppur non ancora all’altezza di quella inglese.
Licenze e modalità
La situazione delle licenze appare come sempre davvero ottima con una pletora di campionati e squadre davvero impressionante con alcune novità come la terza lega di Germania e qualche nazionale nuova. Troviamo inoltre quattro stadi nuovi: il Wanda Metropolitano dell’Atletico Madrid, StubHub Center dei LA Galaxy, Amex Stadium del Brighton & Hove Albion, e infine il Kirkless Stadium dell’Huddersfield Town. Questi si uniscono al numero impressionante di stadi visto lo scorso anno. FIFA 18 appare quindi una garanzia, come ogni anno del resto, per quanto riguarda il numero di squadre e di stadi. Tante anche le modalità: Pro Club (rimasto praticamente invariato fatta eccezione per un sistema di progressione che consente di sviluppare insieme più ruoli) Carriera Allenatore, Ultimate Team e The Journey: Alex Hunter’s Returns.
The Journey: Hunter Returns
Vogliamo proprio partire dal ritorno di Alex Hunter, la modalità cinematografica di FIFA che ha debuttato lo scorso anno. Rispetto agli NBA 2K, EA Sports ha preso una strada molto differente proponendo una storia più lineare rifacendosi alla serialità tipica delle serie televisive. Ci sembra quindi giusto fare una doverosa precisazione: se preferite uno stile più libero come si vede nella Carriera Giocatore di NBA 2K, probabilmente continuerete a non apprezzare lo stile adoperato da EA Sports; se invece avete apprezzato quanto visto lo scorso anno, siamo sicuri amerete anche questa seconda stagione del viaggio dell’astro nascente del calcio inglese Alex Hunter.
Cerchiamo di evitare gli spoiler e per questo motivo ci limitiamo parlandovi semplicemente della premessa narrativa e accennandovi le novità introdotte. La storia vede la carriera di Alex Hunter in pericolo a causa della sua voglia di esplorare il mondo e mettersi alla prova contro altri campioni. Il giovanissimo calciatore si ritrova quindi impegnato in un processo di ricostruzione della propria carriera. Nonostante la mancanza di un vero e proprio colpo di scena (ma in fondo, quando mai in un film ambientato nel mondo dello sport ce ne sono stati?), The Journey: Hunter Returns è riuscito comunque ad appassionarci.
Troviamo qualche elemento di personalizzazione che permette di cambiare elementi come la capigliatura, i tatuaggi, gli scarpini e i vestiti. Niente da lasciare a bocca aperta, ma comunque un’aggiunta apprezzabile. Il sistema di progressione è cambiato e adesso consente di acquisire una serie di attributi speciali solo in caso di completamento di determinati obiettivi. Ogni capitolo di The Journey: Hunter Returns (ne sono sei in totale per una longevità di poco superiore alle 10 ore), propongono infatti un massimo di tre obiettivi che se completati conferiscono una serie di bonus come un maggior numero di follower, elementi personalizzabili extra o per l’appunto attributi in grado di migliorare le statistiche del calciatore. Nonostante una linearità di fondo, si avverte comunque una maggiore libertà nella storia con delle cutscene che cambiano in base alla scelta morale presa, o alla vittoria o perdita di un trofeo.
The Journey a nostro modo di vedere lo scorso anno era un buon inizio, e in questa seconda stagione prosegue sulla buona strada introducendo quindi qualche piccola novità sorretta da una storia molto piacevole, ben scritta, diretta e recitata. Noi già non vediamo l’ora di vedere come proseguirà il prossimo anno (se non addirittura nello scontatissimo gioco dei mondiali) l’avventura del nostro beniamino. Stride solo la scelta (in caso abbiate selezionato il doppiaggio in italiano) di mantenere le voci originali in inglese per quei vip come Henry, Ronaldo, Harden e non solo con Hunter che interagisce con loro parlando comunque nella nostra lingua.
Carriera Allenatore
La modalità principe per gli amanti del gioco offline è senza ombra di dubbio la Carriera Allenatore. Poche le novità che coinvolgono principalmente il calcio mercato. Innanzitutto si ha la sensazione che le squadre avversarie vadano alla ricerca di quei giocatori adatti per colmare le mancanze nella loro rosa. Altra novità riguarda l’introduzione di cutscene generate dal Frostbie che si attivano nel momento in cui si decide di trattare per l’acquisto di un calciatore. Una volta scelto il giocatore, si può dar inizio alle trattative con la scena che si sposta in ufficio dove i due manager discutono e cercano di trovare un accordo per l’acquisto, la vendita o il prestito. Si possono inoltre inserire diversi bonus legati ad esempio al numero di presenze, la percentuale su una futura rivendita o una clausola di rescissione. Volendo vi potete quindi trasformare in novelli sceicchi scavalcando i club passando direttamente a trattare col giocatore e il suo agente dopo aver deciso di pagare la clausola di rescissione. Infine viene data anche la possibilità di trattare a mercato chiuso con il trasferimento che avviene all’apertura della prossima sessione di mercato.
Le novità introdotte risultano molto piacevoli e rendono il calciomercato molto più coinvolgente, peccato che EA Sports non voglia spingere ulteriormente la modalità Carriera Allenatore introducendo una maggiore managerialità e una gestione della rosa più profonda ispirandosi in quest’ultimo caso alla Master League della serie Pro Evolution Soccer che propone un vero e proprio sistema di intesa con l’affiatamento della squadra che migliora in base a fattori come il modulo, lo stile di gioco e non solo.
Ultimate Team
Infine troviamo il gioco nel gioco. Stiamo ovviamente parlando di Ultimate Team, modalità in grado di creare un fenomeno ripreso praticamente da tutti i giochi sportivi negli ultimi anni. Le novità principali sono tre: Squad Battle, Icon e FUT Champions TV. Quest’ultima è in pratica una modalità Cinema che permette di vedere le partite dei migliori giocatori della classifica mondiale scoprendo magari i loro trucchi per migliorare le proprie prestazioni. Le Icon sostituiscono le Leggende e sono disponibili adesso su tutte le console e non esclusiva Xbox come gli altri anni. La differenza rispetto alle Leggende vede adesso ogni Icona presentare tre diverse carte che simboleggiano altrettanti momenti della carriera di un calciatore con ovviamente differenze nelle loro statistiche.
Squad Battles è un’aggiunta che abbiamo davvero apprezzato, si tratta di una modalità pensata per coloro che amano giocare contro la CPU proponendo ogni giorno 4 squadre scelte casualmente tra quelle degli utenti. Alla fine di ogni partita si ottengono dei punti che variano in base al livello di difficoltà. Veniamo così inseriti all’interno di una classifica divisa in fasce e al termine della settimana in base al posizionamento riceviamo ricchi premi come crediti extra e pacchetti di figurine.
Infine troviamo anche qualche piccola aggiunta o correzione come una serie di obiettivi giornalieri o settimanali che conferiscono altri bonus, le Sfide Creazioni Rosa approfondite grazie alla presenza di ulteriori requisiti e una grafica nuova per l’apertura dei pacchetti.
Commento finale
FIFA 18 continua sull’ottima strada intrapresa dal suo predecessore proponendo anche quest’anno un gioco valido sotto diversi punti di vista. A brillare innanzitutto è l’offerta contenutistica che si arricchisce ulteriormente con una nuova modalità per FUT che accontenta quei giocatori che apprezzano l’idea delle figurine ma non amano particolarmente la competizione online, un The Journey sempre più appassionante e una modalità carriera che migliora ulteriormente le sessioni di calciomercato senza però riuscire a migliorare nella managerialità e nella gestione della rosa. Il gameplay è stato ulteriormente ridefinito e bilanciato, e va a premiare ulteriormente l’abilità del giocatore pad alla mano. Insomma siamo sicuri che anche quest’anno FIFA 18 terrà incollati allo schermo per decine, se non centinaia, di ore i milioni di appassionati di calcio.