Recensione FIFA 17
di: Luca SaatiE anche quest’anno possiamo mettere la parola fine al derby calcistico videoludico per eccellenza. FIFA 17 è uscito la scorsa settimana scoprendo tutte le sue carte. Mai come quest’anno abbiamo notato un po’ ovunque una spasmodica attesa per il calcistico di EA Sports (alla faccia di quelli che ogni anno se ne lamentano e finiscono poi per acquistarlo puntualmente). Sarà il passaggio al Frostbite Engine, sarà l’introduzione della modalità Carriera giocatore o le novità di gameplay promesse quest’anno. La sensazione di trovarsi dinanzi al miglior FIFA di sempre l’hanno avuta in molti e per un attimo mentre giocavamo la demo lo abbiamo pensato anche noi che di solito tendiamo sempre a stare con i piedi per terra e a non crearci troppe aspettative sui titoli a cadenza annuale. Dopo tante partite e ore passate tra le varie modalità abbiamo finalmente un verdetto.
https://www.youtube.com/watch?v=fiWnLZ5WVA0
Il Calcio
Qualcuno probabilmente si aspettava un gioco completamente rivoluzionato grazie al passaggio al Frostbite Engine ma invece non è così, e poi perché mai rifare delle fondamenta che l’anno scorso funzionavano egregiamente? Prendiamo quindi come modello di partenza FIFA 16 e tiriamolo a lucido. Lo abbiamo detto anche in occasione della demo: di solito il passaggio da un FIFA all’altro ci risultava a tratti traumatico costringendoci ad abituarci di nuovo a tutte le novità, eppure con FIFA 17 questa transizione ci è sembrata decisamente più graduale e ci sono bastate poche partite per sentirci immediatamente a casa. Ma non fatevi ingannare però visto che questo nuovo capitolo del calcistico di EA Sports è davvero il migliore della storia della serie risultando appagante e profondo.
Il ritmo di gioco è stato tarato verso il basso complice la fisica completamente rivista che adesso risulta molto più realistica dando vita a delle vere e proprie lotte per il possesso della palla a partire proprio dal centrocampo, vero e proprio fulcro del gioco di una squadra. Per sfruttare al meglio questo aspetto del gioco, EA Sports ha migliorato sensibilmente la protezione della palla (grilletto sinistro del pad) con il calciatore che adesso si posiziona tra palla e avversario per difendere la sfera. Il sistema adesso funziona davvero bene e togliere il pallone a giocatori molto forti fisicamente diventa molto più difficile. Prendiamo ad esempio un giocatore come Ibrahimovic che difende la palla per far salire la squadra aspettando magari gli inserimenti dei velocisti per mandarli in porta con un preciso filtrante.
A proposito di passaggi, EA Sports ha introdotto un nuovo tipo di filtrante tramite la pressione del tasto dorsale destro che permette di effettuare un passaggio filtrante calibrato capace di tagliare in due le difese avversarie. Ovviamente per la buona riuscita di questi lanci c’è bisogno di un giocatore dotato di particolari doti tecniche. Non manca poi una nuova tipologia di tiro che permette di fare potenti conclusioni a rete con la palla rasoterra tramite la la doppia pressione del tasto del tiro. La stessa combinazione di tasti permette di effettuare un colpo di testa schiacciato a terra quando si riceve un cross. Gli sviluppatori hanno dunque messo a disposizione nuove frecce agli archi dei giocatori che rendono il gameplay ancora più profondo.
Anche l’intelligenza artificiale è stata migliorata. In attacco i giocatori hanno una migliore concezione degli spazi, si muovono più da squadra e si propongono sempre con inserimenti per superare la difesa avversaria. Difesa che fortunatamente non sta a guardare e si fa sempre trovare pronta con i calciatori che leggono meglio l’azione riuscendo sempre ad anticipare. I portieri riprendono quanto visto lo scorso anno con il numero uno che si dimostra sempre una grande garanzia, specie al livello di difficoltà più alto. A tal proposito segnaliamo un livello di difficoltà tarato buttando uno sguardo alla realtà. Anche a livello di difficoltà leggenda infatti ci è capitato di assistere a passaggi e controllisbagliati da parte soprattutto delle squadre più deboli che nei precedenti episodi erano alcune volte troppo brave nel mantenere il possesso palla. Gli arbitri invece riprendono il già ottimo lavoro visto lo scorso anno.
Ultima, ma non per importanza, modifica riguarda i calci piazzati completamente stravolti. Adesso la visuale nei calci d’angolo e nelle punizioni più defilate non passa alle spalle del battitore ma rimane sempre quella classica posizionando sul campo un mirino dove direzionare la palla con in più la possibilità di selezionare un calciatore e decidere di crossare proprio sulla sua testa. I calci di rigore invece permettono di cambiare la posizione del giocatore modificando così il tipo di rincorsa che tra l’altro va gestita manualmente con la pressione in avanti della levetta analogica sinistra utile anche per prendere la mira. Le punizioni dirette riprendono quanto visto negli anni precedenti con però la possibilità di modificare la posizione del giocatore esattamente come nei rigori, questo significa che adesso potrete deliziare gli avversari con le trivele alla Quaresma. Infine piccolissimo cambiamento anche per le rimesse laterali che permettono di muovere il proprio calciatore sulla linea.
https://www.youtube.com/watch?v=LF0BA0N55Uo
Il Viaggio
La grande novità di FIFA 17 è la modalità Carriera giocatore che riprende quanto visto negli NBA targati 2K Games. Rispetto al recente NBA 2K17, nel videogioco di EA Sports la carriera è più lineare ma non per questo meno piacevole da giocare, anzi. Vestiamo così i panni di Alex Hunter, giovane promessa del calcio inglese nonché figlio d’arte visto che sia suo padre che suo nonno sono stati a loro volta dei calciatori. Dopo aver vissuto alcuni momenti dell’Alex Hunter bambino, facciamo un salto in avanti nel tempo e arriviamo quando lui ha già 17 anni e si appresta a fare il suo primo provino dove possiamo scegliere il ruolo (ce ne sono tre a disposizione: trequartista, ala e attaccante) e che, una volta superato, permette al giovane di entrare in una squadra della Premiere League. Piano piano ci affezioneremo al nostro protagonista, al suo amore per il calcio e alla sua famiglia, lo vedremo lottare con le unghie e con i denti per conquistarsi un posto da titolare, farsi nuove amicizie, rivalità ed emozionarsi quando incontra campioni del calibro di Reus e Di Maria. La linearità della sceneggiatura non è un difetto visto che a tratti sembra di vivere la prima stagione di un serial televisivo ambientato nel fantastico mondo del calcio. Non abbiamo fatto questo paragone così a caso visto che Il Viaggio ha la durata di una sola stagione di calcio e siamo sicuri (o per lo meno è quello che ci auguriamo visto che la storia di Alex Hunter ha ancora tanto da raccontare) continuerà il prossimo anno con l’uscita di FIFA 18.
Dal punto di vista prettamente ludico, la Carriera di Hunter alterna allenamenti rappresentati dalle classiche sfide e le partite in cui possiamo decidere se controllare solo il nostro pupillo o tutta la squadra. A ogni match il nostro allenatore ci affida degli obiettivi da completare come effettuare un certo numero di passaggi, vincere la partita e così via. Completare questi obiettivi, fare bene in partita e durante gli allenamenti ci permette ovviamente di entrare nelle grazie del mister aumentando così la possibilità di far parte dei titolari. Dopo ogni allenamento e dopo ogni partita le caratteristiche di Hunter migliorano e otteniamo dei punti abilità da spendere in un apposito skill tree. Troviamo anche dei dialoghi a scelta multipla in pieno stile Mass Effect e Dragon Age (d’altronde alla sceneggiatura troviamo proprio Bioware) che modificano il carattere di Hunter (Pacato o Impulsivo). Rispondere in modo pacato rende l’allenatore più contento, mentre essere più impulsivi ci permette di ottenere più follower utili per firmare nuovi contratti di sponsorizzazioni e sbloccare nuove cutscene. Quest’ultime non sono mai eccessive, infatti il rapporto tra tempo di gioco e cutscene è ben bilanciato. Oltre a far andare avanti la storia, tra le cutscene troviamo anche alcune chicche come Alex Hunter che entra nella squadra della settimana di Ultimate Team. Unico difetto di questa modalità? La scelta di limitare il tutto al campionato inglese anche se giustificato dal background narrativo di Hunter. Come prima volta comunque possiamo ritenerci molto soddisfatti del lavoro di EA Sports e ci auguriamo di assistere a ulteriori sviluppi nei prossimi anni.
E il resto?
FIFA 17 non è solo Alex Hunter ma è molto altro ancora. Partiamo dalle licenze che propongono oltre 650 squadre e oltre 70 stadi di cui 49 ufficiali. Segnaliamo la mancanza della licenza ufficiale della Serie A anche se le squadre sono tutte presenti. Completa come sempre la licenza della Premier League che presenta quest’anno anche gli allenatori oltre alle squadre, le grafiche e tutti e 20 gli stadi.
La modalità Carriera riprende l’ottima base dello scorso anno aggiungendo qualche piccola novità che rende l’esperienza ancora più gradevole. Innanzitutto possiamo scegliere l’aspetto del nostro allenatore tra 11 modelli in alta risoluzione. Purtroppo non possiamo creare il nostro alter-ego tramite un apposito editor come quello presente in Pro Club. La novità principale della Carriera riguarda la gestione del club che assegna una serie di differenti obiettivi all’allenatore basati sulle priorità della dirigenza. Le aspettative rientrano in cinque diverse categorie: successo in patria, successo continentale, conoscenza del brand, economico e crescita giovani. Il sistema rende l’esperienza di gioco più dinamica e più in linea con la realtà visto che ogni squadra ha differenti obiettivi. Prendiamo ad esempio le nostre due carriere intraprese: una con il Chelsea (Premier League) e una con il Benevento (Serie B). La squadre inglese ha come priorità la conoscenza del brand in tutto il mondo e la vendita delle magliette, obiettivo raggiungibile acquistando ad esempio un top player capace di generare interesse in tutto il mondo. Gli obiettivi del Benevento invece erano completamente differenti puntando maggiormente sulla crescita dei giovani da valorizzare col tempo. Da sottolineare inoltre la presenza di obiettivi a breve e lungo termine per ogni categoria. Prendiamo sempre le nostre due squadre campione per fare un esempio: il Chelsea vuole vincere il campionato nel primo anno (breve termine) e vincere la Champions Cup entro due anni (lungo termine). La squadra di Serie B d’altra parte punta a un campionato tranquillo nel primo anno posizionandosi a metà classifica (breve termine) con la promozione nella divisione maggiore entro tre anni (lungo termine). Ad averci lasciato con l’amaro in bocca è la parte finanziaria che presenta grafici e quant’altro ma non permette di intervenire su aspetti come il prezzo del biglietto e così via. Un po’ più di managerialità in più poteva fare solo del bene.
Qualche novità anche per la modalità Pro Club che adesso ha modificato il sistema di progressione del proprio calciatore virtuale riprendendo quanto visto nel viaggio di Alex Hunter. Troviamo inoltre la possibilità di personalizzare il proprio club scegliendo la divisa e lo stemma.
Passiamo infine alla modalità Ultimate Team, il gioco nel gioco che negli anni è diventato il fiore all’occhiello delle produzioni sportive di Electronic Arts. Quest’anno la modalità strizza l’occhio all’eSports introducendo nuovi tornei online a cui prendere parte ogni settimana e che garantiscono ai vincitori l’accesso alla competizione del weekend in cui sfidare i migliori giocatori su un massimo di 40 partite. Più partite vinciamo e più ricchi sono i premi, piazzarsi inoltre con costanza ai vertici permette di farci partecipare alle fasi finali del campionato mondiale di FUT organizzato da EA Sports con un montepremi di oltre un milione di dollari. Le Sfide Creazioni Rosa ci propongono una serie di prove da superare, ognuna con un diverso livello di difficoltà e una serie di regole da rispettare. Si passa da sfide molto semplici che richiedono di creare una rosa di pochi giocatori e senza nessun particolare limite come il valore delle figurine o l’intesa, ad altre in cui bisogna completare intere rose. Prendiamo l’esempio della sfida per ottenere Del Piero disponibile durante la nostra prova. Questa sfida era divisa in quattro differenti sessioni che richiedeva di creare una rosa di Serie B, una rosa della Juventus, una del campionato australiano e una della nazionale italiana. Come potete intuire queste sfide richiedono un esborso di denaro e un sacrificio di giocatori (si, avete letto bene, abbiamo detto proprio sacrificio visto che le figurine le perderemo per sempre) non indifferente. Tuttavia i premi sono molto remunerativi e giustificheranno l’enorme spesa.
Dai campi di battagli ai campi di calcio
Ma questo Frostbite come si comporta con FIFA 17? Il passaggio al motore di DICE era proprio quello che ci voleva per far segnare quell’importante step evolutivo alla saga. Oltre alla già citata fisica rinnovata, il Frostbite garantisce modelli dei giocatori molto più realistici, illuminazione migliorata, stadi curatissimi e una straordinaria atmosfera. Gli allenatori sono somiglianti alle loro controparti reali, speriamo di vedere questa caratteristica estesa anche a quelli degli altri campionati per i prossimi anni. Grazie al Frostbite è stata possibile l’introduzione della carriera di Hunter e la gestione delle sue cutscene tutte molto curate. Le animazioni sono fantastiche ed estremamente realistiche come ormai da tradizione. Unica pecca è la cura dei volti di quei giocatori di seconda fascia. Purtroppo però sappiamo benissimo che è una cosa abbastanza normale se pensiamo a quanti calciatori sono presenti nel gioco. Anche il sonoro fa un grande lavoro, troviamo tanti nuovi cori capaci di migliorare l’immersione in partita e farci sentire proprio sul campo. Ci sono venuti i brividi quando con il nostro Hunter abbiamo segnato il primo gol in campionato sentendo il pubblico gridare a squarciagola il suo nome. Intelligente la scelta di mantenere il doppiaggio originale in inglese (ci sono i sottotitoli in italiano) per Il Viaggio. Ottima anche la telecronaca che vede il duo composto da Gianluigi Pardo e Stefano Nava che nella carriera di Hunter hanno registrato fasi apposite in cui parlano del giocatore e degli ultimi eventi che lo riguardano.
Commento finale
FIFA 17 segna quello step evolutivo che i fan dei giochi di calcio aspettano sin dal debutto di PS4 e Xbox One. Dal punto di vista dei contenuti c’è n’è per tutti i gusti tra Il Viaggio, Pro Club, la Carriera Allenatore e quell’Ultimate Team che quest’anno vuole lasciare il segno anche in campo eSport. Il gameplay non viene stravolto ma affina ulteriormente la formula ed è accompagnato da un ottimo comparto grafico grazie al Frostbite Engine. È il miglior FIFA di sempre? Assolutamente si, almeno fino al prossimo anno perché si può ancora migliorare prendendo magari spunto da alcune feature presentate quest’anno dal suo rivale di sempre.
E su old-gen?
Su PS3 e Xbox 360 il livello qualitativo purtroppo non è lo stesso delle versioni PS4 e XBox One. Non abbiamo ovviamente il Frostbite e Il Viaggio. Niente FUT Championship in Ultimate Team ma troviamo le Sfide Creazione Rosa. La modalità Carriera allenatore adesso permette di affrontare il ritiro pre-campionato (feature già introdotta lo scorso anno su current-gen). Il gameplay subisce anch’esso qualche limitazione. La nuova gestione dei calci piazzati è stata fortunatamente riproposta così come le nuove tecniche d’attacco (i tiri rasoterra, i colpi di testa schiacciati a terra ecc.). L’IA e il gioco fisico invece restano le stesse dello scorso anno. Al voto che trovate in basso potete togliergli tranquillamente una decina di punti per le versioni old-gen di FIFA 17.