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Recensione FIFA 14

Sulla cresta dell'onda ormai da svariati anni, i ragazzi di Electronic Arts passano la cera ancora un'altra volta e ci presentano FIFA 14, ultima iterazione della serie calcistica che ha dominato per un'intera generazione costringendo la concorrenza ad inseguire. Scopriamone le novità.

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida

Quanti di voi sono cresciuti tirando calci ad un pallone?
Non lo si può negare, il calcio resta lo sport più amato dalla maggior parte degli italiani. A volte divide, altre ancora unisce. Ormai non possiamo più farne a meno, la domenica non è domenica se non guardiamo giocare la nostra squadra del cuore.
Sulla cresta dell’onda ormai da svariati anni, i ragazzi di Electronic Arts passano la cera ancora un’altra volta e ci presentano FIFA 14, ultima iterazione della serie calcistica che ha dominato per un’intera generazione costringendo la concorrenza ad inseguire. Scopriamone le novità.


Datemi l’erba… ed un pallone!

Ve lo diciamo subito, le meccaniche di base di FIFA 14 non sono state stravolte eccessivamente, ma l’impressione dominante è comunque quella di avere a che fare con un sistema di gioco tanto familiare quanto capace di offrire qualcosa di nuovo. Tanto per cominciare, i movimenti dei giocatori sono più realistici grazie ad una rinnovata “fisicità” degli atleti. Le animazioni relative alla corsa, sia in fase di accelerazione che decelerazione, sono adesso più numerose e dotate di una maggiore fluidità. I cambi di direzione risultano meno rapidi rispetto al capitolo precedente, perché come nella realtà per modificare lo slancio e recuperare l’equilibrio nonché il pieno controllo della palla occorre il giusto intervallo di tempo. Questo non vuol dire che il ritmo di gioco sia meno sostenuto che in passato ma piuttosto si adatta in maniera intelligente e verosimile all’approccio di gioco e alla conseguente evoluzione della partita. Ad esempio se siete obbligati a temporeggiare a centrocampo in attesa di bucare la difesa avversaria, il ritmo giustamente accusa il colpo e cala d’intensità.
In secondo luogo, il pallone risulta più pesante, più credibile nei rimbalzi e meno ancorato ai piedi del giocatore: scordatevi quindi di fare i fenomeni a meno che non abbiate tra le mani Cristiano Ronaldo o Lionel Messi. I giocatori più abili, infatti, sono dotati di un pregevole controllo di palla, mentre i meno talentuosi mostrano ovvie difficoltà nei dribbling e nei contrasti.

Dettare il ritmo della partita facendo girare la palla con efficacia, richiede maggiore impegno ed un uso responsabile delle proprie risorse. L’aiuto dei compagni di certo non manca, rendendo possibili sovrapposizioni e verticalizzazioni indispensabili per movimentare a dovere l’azione di gioco e sorprendere chi insegue. I ventidue in campo si affrontano con maggiore consapevolezza ed una migliore capacità di posizionamento ed inserimento. I difensori marcano meglio, giocano di anticipo e, se necessario, usano il fisico. Tentare di scavalcare gli avversari con dei lanci lunghi in profondità è meno fruttuoso rispetto a quanto sperimentato in passato. Non è impossibile, sia chiaro, ma richiede comunque una certa esperienza e situazioni altamente favorevoli. In linea di massima, non esiste una formazione inespugnabile: ogni partita è un’esperienza a sé, imprevedibile tanto nei contrasti quanto nel risultato finale. Potreste riuscire ad involarvi furiosamente verso la porta e due minuti più tardi “schiantarvi” contro il muro difensivo della squadra avversaria alla ricerca disperata di un varco.

La battaglia per il possesso della sfera si infervora nei contrasti spalla contro spalla grazie alla rinnovata gestione della protezione del pallone e alla possibilità di infastidire l’avversario tirandogli la maglia, costringendolo così ad accorciare la falcata. Dinamiche che di fatto smorzano l’efficacia del reparto difensivo e bilanciano, meglio che in passato, le due forze in campo, compatibilmente con i parametri ed il “fisico” di ciascun giocatore: provate ad avere la meglio contro due giganti come Ibrahimovic e Balotelli e fateci sapere com’è finita.

La fisica della palla, visibilmente più “raffinata”, riduce il gap con il realismo e dà il meglio di sé nella gestione dei tiri, adesso più verosimili ed esaltanti grazie all’introduzione del Pure Shot, una sorta di algoritmo che, applicato ad alcune variabili quali il punto di contatto, la potenza e la tecnica, modificherà in tempo reale la traiettoria del pallone. Peccato solo per qualche imprecisione inerziale riscontrabile soprattutto nei cross in profondità e nei tiri al volo.
Quantunque migliorata, rimane orfana di perfezione assoluta anche l’intelligenza artificiale: in alcuni frangenti la reattività comportamentale dei compagni non si dimostra all’altezza della situazione come sarebbe lecito aspettarsi. Giusto per fare un esempio, dopo un lancio lungo filtrante, utile per scardinare la difesa, potreste assistere ad alcuni compagni che, inspiegabilmente, ritarderanno la corsa poiché ipnotizzati dal pallone sopra le loro teste. Qualche incertezza persiste anche nella selezione del giocatore, non sempre capace di ingaggiare il giocatore più vicino all’azione in corso.

Stretta di mano per gli arbitri, raramente colpevoli di chiudere un occhio, e cartellino rosso per il duo Caressa-Bergomi: la telecronaca non convince nemmeno quest’anno, complice un campionario di frasi che fa della raccolta differenziata la sua bandiera, con alcuni interventi totalmente svincolati dal contesto e pressoché privi di enfasi.
Problemi marginali, per carità, che poco intaccano il gameplay nella sua complessità, ma che comunque minano la sospensione di incredulità. Alcuni dei difetti storici della serie, insomma, sembrano poco intenzionati a lasciare definitivamente il rettangolo di gioco, nonostante l’innegabile lavoro di rifinitura svolto dagli sviluppatori. D’altra parte il DNA di FIFA è sempre stato questo: attraente ma con qualche ruga d’espressione. Prendere o lasciare.

La risposta ai comandi è eccellente e il sistema di controllo può essere sguinzagliato a piacere impostando o meno i controlli manuali. Il ritmo di gioco può essere indiavolato e spettacolare oppure ragionato e figlio di una fitta rete di passaggi ed elaborati schemi tattici.
FIFA 14 offre quindi un’esperienza di gioco totalmente personalizzabile: una creatura consapevole ed obbediente.

Le vie di FIFA 14 sono infinite

Appena avviato il gioco, salta subito all’occhio il nuovo sistema di menu che, rifacendosi all’interfaccia grafica di Windows 8 e della dashboard di Xbox 360, non solo offre una resa visiva più accattivante ma riesce anche a sfruttare meglio gli spazi ottimizzandone pertanto la lettura e la navigabilità (eccezion fatta per i menu della modalità Carriera, colpevoli di qualche rallentamento di troppo).
A livello contenutistico, l’offerta di FIFA 14 è semplicemente monumentale: ritroviamo tutte le modalità già apprezzate in passato ma con qualche novità. I malati (concedeteci il termine) della modalità FIFA Ultimate Team si sentiranno subito a casa e potranno sperimentare i nuovi Stili Intesa ed il sistema Fedeltà.

Gli aficionados della modalità Carriera potranno invece contare su un nuovo sistema di scouting (Rete Osservatori Globale): nei panni di un allenatore potremo inviare gli osservatori in giro per il mondo specificando loro il tipo di giocatore che stiamo cercando attraverso la personalizzazione dei criteri di ricerca. Ovviamente gli osservatori migliori sono quelli che costano di più, ma ne vale la pena perché sono i più veloci a trovare nuovi talenti che soddisfano i criteri prestabiliti e i più precisi a fornire report dettagliati su un giocatore in particolare. Capite benissimo che gestire al meglio la rete di osservatori si rivela quindi di fondamentale importanza per non farsi cogliere impreparati. Da segnalare l’inedita possibilità di disabilitare i trasferimenti per la prima finestra di mercato, in modo da mantenere la formazione originale almeno fino alla successiva riapertura.
La gestione del team adesso è più snella ed intuitiva grazie al restyling dei menu e le comunicazioni dello staff sono meno invasive che in passato. Rivisto anche l’affaticamento dei giocatori, che impiegheranno più tempo per recuperare la forma perfetta.
Ritorna a furor di popolo la modalità Stagioni che, oltre alle consuete caratteristiche di matchmaking, offre l’inedita opzione Co-op, che permette di giocare match classificati 2vs2 per puntare alla Divisione 1 insieme ad un amico. L’opzione Match Day, inoltre, farà la differenza sincronizzando la condizione fisica dei giocatori virtuali con quella delle rispettive controparti reali, aggiornando pure l’elenco degli squalificati e degli infortunati.
Immancabili le classiche amichevoli, i campionati ufficiali o personalizzati e le varie coppe, così come il Centro Creazione, forte di nuove funzionalità e nuovi contenuti, e il proprio calciatore virtuale, da sbrigliare e sviluppare nella coinvolgente modalità Pro club per adrenaliniche sfide online 11vs11.
Per restare in contatto con gli amici che giocano a FIFA e ricevere notizie ed avvisi, è sufficiente accedere all’EA Sports Football Club, una sorta di social network in-game che quest’anno si impreziosisce di nuove funzioni, come ad esempio la possibilità di regalare agli amici gli oggetti sbloccabili del Catalogo e scambiare messaggi.
Potremmo dilungarci ancora e ancora ma sarebbe soltanto nozionismo spicciolo. Quel che dovete sapere è che ce n’è per tutti i gusti, tanto offline quanto online. L’offerta di gioco confezionata dai ragazzi di EA Sports, nonostante si discosti poco dai precedenti capitoli, vi terrà piacevolmente impegnati per tante, tantissime settimane. Il divertimento è assicurato.

Squadra che vince impara a dominare

La simulazione calcistica più famosa del pianeta saluta l’attuale generazione di console con un nuovo capitolo meritevole di attenzioni, ancora una volta sviluppato con classe e competenza ma non per questo esente da difetti.
In ambito calcistico, FIFA 14 rappresenta comunque il punto più alto della produzione videoludica degli ultimi anni, sia tecnicamente che ludicamente. Un sistema di gioco collaudato, ulteriormente arricchito e smussato e che segna un passo in avanti verso la simulazione pura. Tantissime modalità di gioco, un motore grafico praticamente spremuto al massimo e un malloppo di licenze ufficiali che fa impallidire la concorrenza. In attesa che le nuove console portino la serie targata EA Sports verso nuovi ed inediti livelli qualitativi, non si può chiedere di meglio. FIFA 14 si rivela dunque un acquisto obbligato per tutti gli appassionati di calcio.