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Recensione Far Cry 4

"La definizione di follia è fare e rifare la stessa cosa sperando che cambi qualcosa."
Attorno a questa frase, a un antagonista carismatico come Vaas, e a un gameplay solido e con tanti contenuti che Far Cry 3 riuscì a costruirsi la propria fortuna e a far avvicinare alla serie un nuovo nutrito gruppo di fan. Così Ubisoft riprova con Far Cry 4 a migliorare quanto di buono fatto due anni fa, con un risultato decisamente interessante.

di: Luca Saati

“La definizione di follia è fare e rifare la stessa cosa sperando che cambi qualcosa.”
Attorno a questa frase, a un antagonista carismatico come Vaas, e a un gameplay solido e con tanti contenuti che Far Cry 3 riuscì a costruirsi la propria fortuna e a far avvicinare alla serie un nuovo nutrito gruppo di fan. Così Ubisoft riprova con Far Cry 4 a migliorare quanto di buono fatto due anni fa, con un risultato decisamente interessante.

Benvenuto in Kyrat

In Far Cry 4 vestiamo i panni di Ajay Ghale, personaggio nato in Kyrat trasferitosi negli Stati Uniti d’America con la madre dopo la morte del padre. Ajay si ritrova però costretto a tornare nella sua terra natia per onorare le ceneri della defunta madre. Nel Kyrat però non tutto sembra essere tranquillo e lo scopriremo nei primi minuti di gioco. Questa terra dell’Himalaya infatti si trova in uno stato dittatoriale ad opera di Pagan Min e del suo esercito con un gruppo di ribelli a combatterli che si fanno chiamare il Sentiero d’Oro. Ajay si schiera con i ribelli scoprendo molto presto che il gruppo è stato fondato anni prima dai propri genitori, fattore questo che gli permette di avere grande considerazione nel gruppo che però non vanta una grande stabilità. Infatti nel Sentiero d’Oro si sono creati due stili di pensiero, da una parte abbiamo Sabal che vuole un Kyrat ancorato alle sue antiche tradizioni, dall’altro Amita che invece vuole dar vita a una nuova era per il Kyrat abbandonando proprio tutte quelle vecchie e antiquate tradizioni. Questo espediente narrativo viene utilizzato per dare un maggiore peso alle scelte morali del nostro protagonista che andranno a cambiare non solo il finale ma anche alcune missioni. In alcuni punti della trama dovremo infatti decidere con chi schierarci e a chi affidare la leadership del gruppo dei ribelli.
Da qui però nasce anche uno dei difetti della storia di Far Cry 4. La trama infatti si concentra fin troppo sul Sentiero d’Oro e sui personaggi di Amita e Sabal relegando al personaggio di Pagan Min il mero ruolo di comparsa, contiamo infatti sulle dita di una sola mano le volte in cui abbiamo visto l’antagonista principale. Il dittatore del Kyrat si dimostra infatti un personaggio carismatico e molto interessante ed è quindi un vero peccato che sia stato sfruttato poco e male. Non nascondiamo quindi una certa delusione per questa scelta narrativa visto che le potenzialità per un’ottima storia c’erano tutte.

Un semplice More of the Same?

Se avete già giocato a Far Cry 3 vi troverete completamente a vostro agio in questo quarto capitolo. Ubisoft ha deciso di non stravolgere quella che è stata una formula vincente due anni fa e il risultato in Far Cry 4 funziona ancora egregiamente. Ci ritroveremo dunque catapultati in un mondo di gioco enorme, ricco di cose da fare e vario. Il titolo infatti permette di affrontare ogni missione secondo il proprio stile di gioco preferito. E’ possibile sfruttare un approccio stealth, andare all’assalto e uccidere tutti i nemici a colpi di shotgun e mitra, posizionarsi in un postazione sopraelevata e dedicarsi al cecchinaggio, salire su di un girocottero con un lanciagranate impugnato e scatenare una pioggia di fuoco, assaltare in groppa di un elefante, liberare un animale feroce in gabbia o attirarlo con delle prede e far fare a lui tutto il lavoro sporco. Insomma di approcci da sfruttare ce ne sono a bizzeffe, più del capitolo precedente grazia anche a una maggiore verticailtà degli ambienti, e aiuta molto in tal senso anche l’ottimo campionario di armi messe a disposizione. Ci sono i soliti mercanti che permettono di acquistarne di nuove (o di sbloccarle gratuitamente svolgendo determinate azioni di gioco) e di personalizzarle sia nelle funzioni, aggiungendo silenziatori, mirini o caricatori contenenti più munizioni, che nell’estetica con una discreta selezione di colori. Tra le bocche di fuoco troviamo diversi mitragliatori pesanti, fucili d’assalto, mitra leggeri, pistole, fucili a pompa, lanciagranate, RPG, fucili da cecchino e i più discreti arco a frecce e balestra, senza dimenticarci delle armi da lancio come i coltelli, granate, molotov, mine e C4.
Il feedback delle armi è sugli stessi ottimi livelli del precedente capitolo, l’intelligenza artificiale nemica risponde molto bene nelle fasi shooter cercando di stanarvi utilizzando le granate, di aggirarvi se siete in copertura mentre i nemici corazzati vi tengono impegnati con degli assalti frontali. Di buon livello anche l’IA nemica nelle sequenze stealth con i nemici che entrano subito in allerta appena notano qualcosa che non va e vi individueranno più facilmente, sarà quindi importante anche nascondere i cadaveri. Prima di procedere all’azione possiamo utilizzare la fotocamera richiamabile con il d-pad per marchiare i nemici e tenerli sempre d’occhio così da tendergli un agguato al momento giusto sfruttando anche i cespugli per nasconderci da occhi indiscreti. Segnaliamo però un solo difetto dell’IA che ci ha fatto un po’ storcere il naso. Ci è capitato in alcune situazioni di appostarci con il nostro fucile da cecchino per ripulire un avamposto nemico eliminando i nemici sotto i loro stessi occhi. Fin qui tutto normale, i nemici entrano in allerta, cercano di capire da dove proviene lo sparo e provano a stanarci, il problema è che non attivano l’allarme anche se sanno di essere assaliti e di essere nel nostro mirino. Forse qualcuno starà pensando che siamo andati a cercare il pelo nell’uovo, ma ci teniamo comunque a sottolineare che nel complesso il lavoro svolto sull’IA è soddisfacente anche se di certo a livello di difficoltà normale il gioco non presenta un livello di sfida così arduo.
Il Kyrat offre una grande scelta di missioni da affrontare oltre alle quest principali. Troviamo buon numero di quest secondarie legate ad alcuni personaggi secondari come Longinus, un mercante d’armi già visto in Far Cry 2 che ci chiederà di recuperare dei diamanti, oppure Noore che ci chiuderà in un’arena a lottare contro orde di nemici sempre più forti. A colpirci in positivo però troviamo due tipi di quest: le missioni di Yogi e Reggie e quelle ambientate nello Shangri-La. Le prime vedono due simpatici fattoni che si divertono a sperimentare le loro droghe sul nostro protagonista con risultati davvero incredibili. Ci troveremo così ad affrontare missioni sotto gli effetti della droga con una visione del mondo di gioco completamente stravolta. Nello Shangri-La invece rivivremo le gesta di un antico guerriero di questa leggendaria terra intento a sconfiggere delle sorte di demoni armato di arco e frecce e con al suo fianco una splendida tigre bianca a cui impartire ordini. Le missioni nello Shangri-La sono davvero splendide e non nascondiamo che ci piacerebbe giocare un’espansione interamente dedicata in futuro. Speriamo che Ubisoft ci ascolti. Troviamo poi tutta una serie di missioni più classiche come le torri da scalare che sbloccano la mappa di gioco, la liberazione degli avamposti e delle fortezze, il salvataggio di ostaggi e così via. Tornano poi le missioni di caccia che ci permettono di andare a raccogliere le pelli degli animali per migliorare elementi come il nostro zaino per raccogliere più oggetti, le borse delle munizioni o la fondina per portare con se più armi. Presenti anche elementi collezionabili come i diari del padre di Ajay, manifesti della propaganda di Pagan Min da strappare via e molto altro. Ci sono infine anche degli eventi casuali, che si attiveranno mentre esplorate il Kyrat, come difendere un gruppo di persone dagli attacchi delle forze armate o degli animali selvatici e cose simili che vi premiano con dei punti karma da spendere per richiamare dei mercenari ad aiutarvi in missione.
Ogni cosa che svolgerete, dalla semplice uccisione dei nemici al completamento delle missioni, ci permette di acquisire punti esperienza per migliorare le abilità del nostro protagonista. Queste sono divise in due rami: la trigre e l’elefante, la prima maggiormente dedicata a un approccio stealth mentre la seconda per un approccio più action. Il sistema è stato semplificato rispetto a Far Cry 3, ma così come nel precedente capitolo sbloccare tutte le abilità è solo questione di tempo, non sarete quindi costretti a scegliere un’abilità piuttosto che un’altra.
A proposito di tempo, come avrete capito a longevità stiamo messi decisamente bene. Completare solo la storia vi chiederà non più di dieci ore, ma vista l’incredibile mole di contenuti sarebbe davvero un peccato limitarsi alle sole missioni principali. Noi abbiamo raggiunto la percentuale di completamento del 57% e ci abbiamo impiegato, secondo il counter del gioco che non conta morti e le missioni fallite, poco meno di 25 ore di gioco. Raggiungere il 100% quindi potrà tenervi impegnati anche fino a una cinquantina di ore. E non dimentichiamoci del comparto multiplayer.

Chi non gioca in compagnia…

Tutto ciò che vi abbiamo descritto qui sopra lo si può affrontare con un altro giocatore in una cooperativa online. Sottolineiamo che tutti i progressi fatti vengono mantenuti solo da chi ospita la partita, mentre l’altro giocatore si limita ad accumulare punti esperienza, punti karma o sbloccare nuove armi. Ci sono poi una serie di sfide a tempo e il multiplayer competitivo 5v5 con tre modalità: Avamposto, Maschera del Demone e Propaganda. 
Il numero di giocatori è purtroppo insufficiente date le proporzioni esagerate delle varie mappe di gioco rendendo il tutto eccessivamente dispersivo e a tratti davvero noioso. Non aiuta poi il bilanciamento delle due fazioni che lascia davvero a desiderare. Ogni match è infatti diviso in due round, in ognuno dei quali controlleremo una volta un guerriero del Sentiero d’Oro, nell’altro un Rakshasa. Il sentiero d’oro sfrutta un approccio più classico con una vasta selezione di armi da fuoco da scegliere e la possibilità di guidare i veicoli. L’altra fazione invece utilizza solo l’arco e possiede alcune abilità come l’invisibilità o l’evocazione degli animali selvatici. L’idea di un sistema di gioco asimmetrico era interessante ma la realizzazione lascia davvero a desiderare rendendo quindi il multiplayer competitivo uno dei punti dolenti della produzione di Ubisoft.

Le bellezze del Kyrat

Far Cry 4 utilizza il tipico motore della serie, quel Dunia Engine che con il terzo capitolo aveva lasciati piacevolmente stupiti. Il mondo di gioco è enorme, vivo e credibile grazie anche a un’ottima gestione della fauna e della vegetazione. Il Kyrat offre degli scorci davvero splendidi, non nascondiamo di esserci soffermati spesso sui meravigliosi panorami. Dello stesso livello anche gli effetti di luce e la realizzazione dell’acqua, spicca per qualità anche la realizzazione del fuoco, da sempre vero e proprio fiore all’occhiello della saga, che si propaga in maniera dinamica nell’ambiente di gioco. Buono il framerate che solo in rare occasioni scatticchia leggermente senza però compromettere l’esperienza di gioco.
Ottimo anche il doppiaggio completamente in italiano dei personaggi, segnaliamo qualche sporadico problema di sincronizzazione con il labiale ma non è niente di grave. Buona anche l’effettistica delle armi e l’inserimento di alcune musiche come Should I Stay or Should I Go dei Clash.

Commento finale

Far Cry 4 non presenta particolari novità rispetto il suo predecessore, si tratta in sostanza di un semplice More of the Same e a dirla tutta siamo contenti così visto che il gioco è divertentissimo, vario, ricco di cose da fare e davvero bello da vedere. Peccato solo per una trama che non riesce a lasciare nel segno e a un comparto multiplayer approssimativo. Avete amato Far Cry 3? Benissimo, sappiate che il Kyrat, il Sentiero d’Oro e Pagan Min vi aspettano a braccia aperte.

  • Gameplay sempre divertente e vario
  • Una montagna di cose da fare

  • Il mondo di gioco è splendido

  • Mancano particolari novità

  • AAA Pagan Min cercasi

  • Multiplayer competitivo poco entusiasmante