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Recensione Fantasia: Il Potere della Musica

La fantasia è un bagliore, una fiamma che guida l'estro umano consentendogli di esprimersi in forme e modi sempre diversi, a volte di inaspettata bellezza. La stessa luce che, nel 1940, spinse Walt Disney a dar vita al capolavoro che porta l'omonimo nome di quella preziosa facoltà dell'intelletto umano. 
Fantasia è, infatti, il più perfetto matrimonio di musica e animazione mai realizzato, dove celeberrime sinfonie come “La Pastorale” di Beethoven o “Una notte sul monte Calvo” di Musorgskij sono le protagoniste indiscusse, soffiando la scena persino al topo più famoso del mondo, anch'egli presente del lungometraggio.
E se il 2000, per Fantasia, è stato l'anno del grande ritorno con una nuova pellicola pronta per il grande schermo, a suo modo il 2014 può essere visto come il timido tentativo di abbracciare, attraverso il formato videoludico, un pubblico più ampio proponendo un mix di musica e... Kinect, in un gioco sviluppato da Harmonix in esclusiva per Xbox 360 e Xbox One.

di: Luca "RukaManni" Manni

La fantasia è un bagliore, una fiamma che guida l’estro umano consentendogli di esprimersi in forme e modi sempre diversi, a volte di inaspettata bellezza. La stessa luce che, nel 1940, spinse Walt Disney a dar vita al capolavoro che porta l’omonimo nome di quella preziosa facoltà dell’intelletto umano. 
Fantasia è, infatti, il più perfetto matrimonio di musica e animazione mai realizzato, dove celeberrime sinfonie come “La Pastorale” di Beethoven o “Una notte sul monte Calvo” di Musorgskij sono le protagoniste indiscusse, soffiando la scena persino al topo più famoso del mondo, anch’egli presente del lungometraggio.
E se il 2000, per Fantasia, è stato l’anno del grande ritorno con una nuova pellicola pronta per il grande schermo, a suo modo il 2014 può essere visto come il timido tentativo di abbracciare, attraverso il formato videoludico, un pubblico più ampio proponendo un mix di musica e… Kinect, in un gioco sviluppato da Harmonix in esclusiva per Xbox 360 e Xbox One.

Ogni epoca ha la sua fantasia

Il finire degli anni ’30, per il povero Topolino non fu un il periodo migliore. La sua popolarità, infatti, era in calo e papà Walt, nel tentativo di rilanciare la sua giovane creatura, si mise al lavoro su una breve pellicola a lui dedicata. Nacque così “L’apprendista stregone”, un piccolo capolavoro che costò alle casse Disney più di quanto originariamente preventivato, costringendo la casa Americana a incorporarlo in un lungometraggio in sviluppo in quel periodo: il già citato Fantasia.
Protagonista del suddetto cortometraggio è, per l’appunto, un giovane Topolino alle prime armi con la magia che impartisce ordini a una scopa da lui incantata con esiti a dir poco catastrofici. Ed è da questo breve episodio che prende ispirazione il gioco sviluppato da Harmonix sotto la supervisione Disney, mettendo il giocatore nei panni del neo apprendista del potente stregone Yen Sid. Come nella celebre pellicola, anche qui è la musica a fare da padrona, in un titolo che delega al giocatore il compito di guidare, nota dopo nota, l’esecuzione diversi brani trasformando “il giovane apprendista” in un vero e proprio direttore di orchestra.
Il suo compito è quello di salvaguardare il mondo dal caos raccogliendo, in ogni regno di cui è composto il mondo di gioco, i frammenti necessari per realizzare l’incantesimo di composizione, unico strumento capace di disperdere il Rumore che ha privato ogni terra della sua armonia. Principalmente sono due i modi per ottenerli: completando i brani disponibili oppure esaminando l’ambiente circostante e portando a termine semplici obiettivi che, in buona parte, si riducono a produrre brevi melodie attraverso l’interazione con alcuni elementi dello scenario.
A far compagnia al giocatore, oltre alla onnipresente voce narrante che lo guiderà, passo passo, nei meandri di Fantasia, farà capolino una giovane ragazza, ex allieva del potente stregone, che ha abbandonato il praticantato prima di apprendere i segreti della magia. Un personaggio che stona un po’ con l’aspetto grafico del gioco a causa del suo modello poligonale che ha ben poco a che spartire con il classico tratto “made in Disney” ma che ricorda molto più un prodotto Pixar, in puro stile Toy Story.
L’interazione con il gioco, come detto in apertura, avviene attraverso il Kinect, capace di riconoscere con estrema precisione ognuno dei comandi che verranno spiegati nel lungo tutorial che precede il gioco. Tutorial che, al di là di qualche azione che può risultare più complicata delle altre, risulta eccessivamente prolisso vista anche la velocità con cui si acquista dimestichezza con i “controlli” che si limitano, per lo più, a semplici gesti da eseguire col dovuto tempismo.
Nonostante il buon lavoro svolto nella realizzazione del gameplay, l’eccessiva lunghezza dei brani e la ripetitività di certi movimenti tende ad annoiare sul lungo periodo, complice anche le tavole che accompagnano l’esecuzione del brano, poco ispirate e ripetitive.
Purtroppo, del classico Disney, il gioco sviluppato da Harmonix ha davvero poco altro, se non fosse per qualche sinfonia classica ripresa proprio dalla pellicola del 1940. La maggior parte della soundtrack, infatti, è composta da brani più o meno contemporanei spaziando da Bohemian Rapsody dei Queen a Royals dei Lorde, per un totale di circa una quarantina di tracce, senza contare quelle acquistabili in formato DLC.
Il livello di difficoltà è nettamente calibrato verso il basso, garantendo un punteggio a cinque stelle anche nel caso in cui il giocatore commetta ben più di un errore nell’esecuzione della melodia. Una scelta, questa, indirizzata ad aprire le porte a un pubblico poco pratico del mezzo videoludico ma che semplifica eccessivamente il livello di sfida per tutti gli altri.
Nel complesso, comunque, la selezione musicale è davvero buona, con tanta varietà di generi a cui si aggiunge la modalità Remix che consente di modificare lo stile del brano durante la sua esecuzione. A tale scopo, è sufficiente selezionare, nel momento in cui viene proposto al giocatore, lo stile desiderato tra i tre disponibili incrementando, di volta in volta, il moltiplicatore del punteggio. I diversi remix, però, non saranno disponibili fin da subito ma sarà necessario completare determinati obiettivi per poterli sbloccare spingendo così il giocatore a dirigere più volte il medesimo brano e prolungando, al contempo, la longevità del gioco.
Interessante, inoltre, è la modalità multiplayer, tanto online quanto in locale, attivabile, quest’ultima, attraverso una semplice stretta di mano di fronte alla fotocamera del Kinect e che consente a due giocatori di sfidarsi a suon di “gesti” su qualsiasi brano messo a disposizione da Fantasia.

Un tripudio di… Suoni

Nel titolo sviluppato da Harmonix è principalmente il fronte grafico a lasciare molto a desidare, soprattutto se confrontato con la maestosità di quel lungometroggio da cui questo gioco prende il nome. A differenza del classico Fantasia, infatti, i brani “scorrono” su immagini piatte che si susseguono senza suscitare la ben che minima emozione, ripetendosi in maniera avulsa rispetto alla musica. Non vi è traccia, quindi, di quel connubio perfetto tra suoni e immagini che, pur con i suoi bei 70 anni di età, rappresenta una delle vette più alte mai raggiunte dall’animazione classica. Quel che resta di questa Fantasia videoludica è un rhythm game, di certo ben confezionato, ma che sul piano visivo lascia sicuramente insoddisfatti tutti quelli che non hanno dimenticato che Disney è, prima e soprattutto, arte in movimento.

Conclusione

Fantasia: Il Potere della Musica è, purtroppo, ben lontano da quello che un appassionato si sente legittimato ad aspettarsi: al di là di qualche traccia, infatti, l’impronta Disney è a malapena percettibile e non basta un gameplay tutto sommato divertente a giustificare un titolo così ingombrante. 
Un gioco senz’altro valido ma che avrebbe potuto, con la giusta cura, offrire molto di più di qualche brano remixato e che perde punti solo al cospetto della preziosa eredità che va a scomodare.