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Recensione Fable Fortune

di: donFotter

Non c’è dubbio che i giochi di carte collezionabili abbiano sempre avuto una discreta fetta di pubblico tra i videogiocatori, probabilmente perché richiedono sempre e comunque di elaborare almeno una strategia di base dietro la costruzione di un deck e il fatto che spesso l’universo in cui i giochi sono ambientati sono tipicamente quelli di franchise estremamente rinomati nel panorama videoludico. Fable Fortune pone le sue fondamenta attraverso questi due concetti, partendo dall’ottima base costituita dal Hearthstone cercando di aggiungere giusto qualche sfumatura in più, il tutto a tema Fable in esclusiva Xbox One. Aldilà di qualche momento di sincero interesse, Fable Fortune sa purtroppo di già visto o peggio non riesce a trasmettere una propria identità al giocatore, finendo schiacciato dal peso del suo rivale ispiratore. Scopriamo come e perché nella nostra recensione.

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Fablestone

Sin dai primi momenti di gioco, il senso di déjà vu è fortissimo: si ha subito la sensazione (per chi sia pratico del genere) di non assistere a qualcosa di completamente inedito, ma più che altro ad una rivisitazione in chiave Fable. Ecco quindi che il tabellone dove si svolge la partita è diviso nei classici due fronti, con il nostro eroe (si può scegliere tra sei, approfondiremo più avanti) da un lato e quello avversario dall’altro, il nostro deck nella parte destra dell’interfaccia insieme alle abilità spendibili nel corso del turno, mentre alla sinistra troviamo il nostro forziere con le monete d’oro spendibili nel turno. Il sistema e le regole del gioco sono molto semplici e tradizionali: ogni giocatore ha un determinato numero di punti vita, l’obiettivo è quello di azzerare i punti dell’avversario in modo da vincere la partita. Ci sono due tipi di carte: le unità da combattimento dotate di una forza di attacco e dei classici punti ferita, oltre che (in alcuni casi) di poteri speciali dovuti all’ingresso sul terreno di gioco, danno diretto oppure un buff che si verifica a determinate condizioni, e gli incantesimi, che possono bonus alle nostre carte, malus a quelle avversarie oppure infliggere direttamente danni al nostro rivale.

Una delle novità introdotte da Fable Fortune è quella di poter scegliere, all’inizio della partita, una missione da compiere nel corso del match: il raggiungimento di questo obiettivo ci permetterà di ottenere una ricompensa, di solito una carta molto potente, e va detto che spesso chi meglio sceglie l’eventuale bonus riuscirà ad aggiudicarsi la partita. Un’altra novità rispetto a Hearthstone (che abbiamo usato come metro di paragone per la nostra recensione, in quanto le similitudini sono davvero moltissime se non troppe) è l’assenza della casualità degli effetti degli incantesimi, dei poteri delle carte e degli eroi: questo riesce a mitigare molto quell’effetto destino che invece si avverte a volte in Herathstone, delegando tutto l’aspetto casuale del gioco al momento della pescata. Un altro aspetto molto importante del gioco è quello di poter attribuire la posizione difensiva ad una delle unità schierate sul terreno di gioco: può sembrare un aspetto secondario, ma non lo è per nulla, in quanto quando si arriva a giocare a determinati livelli, soprattutto con carte decisamente di forza elevata, rende estremamente lunghe le partite, poiché per avere la meglio su creature con punti ferita e attacco molto elevati è tutt’altro che semplice o banale. Diciamo che questa è una bella variabile, in quanto comunque lascia completa libertà al giocatore circa la strategia di difesa, anche se magari avrebbe bisogno di qualche miglioria poiché in alcuni casi davvero la durata degli incontri raggiunge livelli deleteri che spesso scoraggiano i giocatori dal cimentarsi in nuove partite.

Un’altra variabile interessante è data dall’orientamento che scegliamo di attribuire al nostro eroe: scegliendo tra l’orientamento buono e quello malvagio determinati tipi di carte muteranno di conseguenza e con lo loro, anche se in maniera marginale, cambieranno anche statistiche e poteri. E’ una soluzione interessante anche se tuttavia non troppo profonda, in quanto le differenze tra la scelta tra bene e male, aldilà delle differenze estetiche delle carte e del nostro eroe, pesa in maniera poco incisiva su quelle che sono le strategia di gioco.

Collezionale tutte!

Fable Legends offre diversi tipi di esperienza: al netto di una modalità singleplayer orientata alla scoperta dei sei eroi, e corrispondenti deck, con cui possiamo cimentarsi in una serie di quest con tanto di boss finali decisamente divertenti, e che speriamo vengano estesi tramite nuove aggiunte possibilmente gratuite, il cuore del gioco è rivolto all’esperienza online.

Nel multigiocatore possiamo cimentarsi in due modalità: PvP e coop. Per la PvP Mediatonic ha realizzato il classico matchmaking con difficoltà ascendente e partite classificate, mentre le missioni coop sono caratterizzate da singole stagioni della durata di un mese che ne specificano ambientazione (le ambientazioni sono tutto sommato varie e tutte differente tra loro), tipologia e obiettivi.

Portando a termine quest singleplayer e partite online otterremo delle ricompense in pacchetti di carte con cui potremo poi realizzare il nostro deck. Proprio la realizzazione del deck ci ha fatto storcere il naso: se da un lato vi è una buona varietà e si possono comporre deck estremamente diversi l’uno dall’altro, d’altra parte l’editor fornito è praticamente identico a quello di Hearthstone, sottolineando questa similitudine un po’ troppo marcata con il titolo di Blizzard, come se Mediatonic fosse voluta andare sul sicuro senza assumersi il minimo rischio. Una scelta troppo conservativa, che sicuramente incide sull’originalità del gioco.

Stesso discorso per quanto riguarda l’aspetto grafico: se da un lato l’interfaccia di gioco è snella e piacevole, dall’altra parte le animazioni e la caratterizzazione delle carte una volta messe in campo è ai limiti dell’essenziale e considerando il tipo di hardware scelto per il titolo, Xbox One, si poteva fare decisamente meglio, perché anche qui la vicinanza con la controparte di Blizzard è davvero troppo evidente, mentre invece magari una grafica più spinta, possibilmente in 3D, avrebbe potuto dare quel quid in più al gioco, che resta confinato in un poco confortante anonimato.

Una nota finale sulle microtransazioni: come in tutti i giochi di carte collezionabili, è possibile acquistare pacchetti di carte spendendo soldi reali per progredire più rapidamente. Fortunatamente durante la nostra prova questa pratica si è rivelata completamente opzionale, ovviamente non abbiamo speso un centesimo in microtransazioni, conferendo a pieno titolo l’appartenenza di Fable Fortune al modello Free to play piuttosto che a quello Pay to win. Una magra consolazione, ma di questi tempi è bene sottolinearlo. Una piccola nota anche riguardo al sonoro, leggero e adeguato ad gioco ispirato ad un universo fantasy.

Conclusioni

Fable Fortune è un titolo senza infamia e senza lode, che svolge il suo compitino senza osare, se non giusto in qualche piccola sfaccettatura, auto etichettandosi di fatto semplicemente come un’alternativa in salsa Fable a Hearthstone. Peccato che Mediatonic non abbia voluto osare di più, magari approfondendo alcuni aspetti delle solide basi di gioco e caratterizzando un po’ meglio anche i singoli eroi, che aldilà della rappresentazione grafica sono sostanzialmente identici per effetti e quest, con la differenza basati solo sul deck scelto. Un compito svolto bene tutto sommato, che non riesce però ad andare oltre la sufficienza data la mancanza di una propria identità ben definita, dovuta alla troppa similarità con il titolo che questo genere lo ha sdoganato a livello di fama e di eSports.