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Recensione Evil West

di: Donato Marchisiello

E se gli Stati Uniti fossero invasi da legioni e legioni di vampiri malintenzionati? Chi potrebbe ergersi a difesa dei poveri cittadini a stelle e strisce contro decine di assetati succhiasangue? Domande a cui Flying Wild Hog, già autore della fortunata saga di Shadow Warrior, e Focus Entertainment hanno risposto con Evil West, titolo “rude” e adrenalinico di cui ci occuperemo in questa recensione. Tra pistolettate in stile spaghetti westerni, linee di dialogo degne di un classico B movie action all’americana e quintali di sangue e budella volanti, Evil West promette scintille ed una sana scarica di adrenalina: ma le promesse son difficili da mantenere. Evil West ci riuscirà? Scopriamolo assieme!

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Evil West è un gioco d’azione con visuale in terza persona, al cui interno sono addensati in un unico impasto elementi ruolistici, sparatutto e (più o meno) horror. Nel titolo, vestiremo i panni consunti (e pseudo hi-tech) di Jessie Rentier, una sorta di cacciatore di taglie specializzato nel “porre a riposo” mostruosità di vario tipo, fra cui principalmente vampiri. Il titolo, come anticipato, offrirà comicità gretta, battute alla Arma Letale e azione violentissima e forsennata, concentrate in una campagna dai toni sopra le righe e dalla durata di una dozzina di ore circa. Per chi si attende chissà che trama elaborata, Evil West non sarà pane per i suoi denti: in un vecchio West completamente devastato dalle forze del male, il nostro eroe più o meno solitario dovrà farsi largo, a suon di pugni e proiettili, tra le infinite schiere d’aberrazioni pseudo-umane per tentare di porre la parola fine ad una specie di apocalisse vampira pianificata dal crudele Peter d’Abano, nostro acerrimo nemico non morto. Dunque, trama che sarà una mera giustificazione per menar mani e premer grilletti e c’è da dirlo… in questo senso, Evil West riesce enormemente bene! Il titolo è infatti un condensato piuttosto riuscito d’azione barbara e “brainless”, dove semplicemente dovremo massacrare ogni elemento “semovente” a schermo senza particolari remore o pensieri.

La prima caratteristica che noteremo, non appena addentratici nell’ottimo tutorial introduttivo, è che il nostro eroe avrà un’ampia possibilità di manovra per combattere le forze del male. Oltre salti, schivate e rotolate classiche degli action in terza persona, Jessie avrà diversi “strumenti” per “dialogare” con i propri non propriamente vivi avversari. A partire da un crudo pugno meccanico, che ci consentirà di eseguire delle combo spettacolari in pieno stile God of War, passando per rivoltelle, fucili (che avranno un sistema di puntamento in stile sparatutto in terza persona, con tanto di mirino libero), lanciafiamme ecc. Il nostro buon alter-ego, più avanti nel gioco, avrà facoltà di sbloccare persino una modalità Furia, con cui poter completamente devastare la moltitudine di nemici che ci si parrà davanti senza troppe storie. Il “passaggio” da attacchi in mischia a quelli a distanza sarà piuttosto ben realizzato, anche se non sempre fluido e alle volte un po’ poco reattivo. Jessie avrà a disposizione un quantitativo infinito di proiettili, né dovrà fare i conti con “barre” della stamina e quant’altro a limitare le proprie azioni: ciò si traduce in un gameplay adrenalinico e che tende verso lidi in stile Devil May Cry, trascinando il giocatore in una sorta di “trance” combattiva.

La varietà dei nemici sarà più che buona, sia a livello estetico che più squisitamente action, con l’apice che verrà raggiunto non appena affronteremo i boss, cattivissimi nella loro crudezza e piuttosto ardui da fronteggiare (così come, in generale, sarà piuttosto arduo il titolo alle difficoltà più elevate). Se l’animo action è fluido, dinamico e divertente, Evil West cerca di non “scoprire il fianco” anche da un punto di vista della profondità, seppur non vi riesca pienamente. Nonostante non sia chissà quanto elaborato, il gioco presenta anche uno “spaccato” ruolistico: nel titolo avremo facoltà di sbloccare alcune abilità o potenziamenti generali di Jessie, che andranno a toccare o espandere quasi tutte le sue possibilità. Nonostante l’aggiunta sia sicuramente apprezzabile, essa in realtà si presenterà in una veste piuttosto limitata: le abilità da sbloccare non saranno tantissime, così come vi saranno delle scelte “obbligate” dato il differente “peso specifico” che le skill avranno effettivamente (alcune saranno fondamentali, altri superflue o addirittura inutili). Poco è meglio di niente, chiaramente, ma spesso non è comunque soddisfacente: il principale neo della produzione di Flying Wild Hog giace nell’estrema linearità dei livelli, che saranno tutti sostanzialmente un continuo avvicendarsi di “corridoi” e “arene” in cui affrontare decine e decine di non morti vampireschi. L’esplorazione sarà presente ma limitatissima, principalmente rappresentata da anfratti e insenature non immediatamente visibili che nasconderanno monete da raccogliere o collezionabili. Queste forti limitazioni vengono solo parzialmente tamponate dalla possibilità di poter agghindare il nostro eroe con tutta una serie di capi d’abbigliamento in pieno stile western, che sbloccheremo con l’avanzare nel gioco. Va, al contempo, sottolineato che la campagna sarà affrontabile in due giocatori, grazie alla presenza del cooperativo online che, comunque sia, limiterà i “danni” solo relativamente.

Per quanto concerne il comparto più squisitamente tecnico, Flying Wild Hog ha profuso uno splendido lavoro a 360°: ogni livello offre uno spaccato credibile di ciò che, nell’immaginario fortemente contaminato dalla filmografia del passato, è il West. Il lavoro di design artistico pregevole e sufficientemente elaborato, ha prodotto una mescolanza tra horror e western verosimile e piuttosto coerente: nessun elemento appare forzato in gola dell’utente che, comunque vada, si troverà piuttosto immerso nello splendido scenario prodotto dagli sviluppatori che, lentamente, scivolerà anche esteticamente in una sorta di “desert hell”. Naturalmente, Evil West resta sempre e comunque un titolo doppia A, lontano quindi dai livelli dei più blasonati (e supportati economicamente) giochi tripla A, seppur la distanza non si senta in larghissima misura. Tecnicamente parlando, invece, il titolo non presenta delle grosse limitazioni, seppur vi siano dei muri invisibili piuttosto frequenti. Ad esempio per quanto concerne una certa rigidità delle animazioni, specialmente quelle d’attacco, che non andranno a segno se non saranno rispettato le “severe” richieste iniziali: ad esempio, avremo facoltà di far volare letteralmente gli avversari attraverso l’area di combattimento con un pugno, schiantandoli ad esempio contro barili esplosivi o torrioni appuntiti. Ebbene, se non vi sarà lo spazio minimo richiesto dall’azione, essa non verrà eseguita affatto: si poteva, in questo senso, inserire una sequenza animata differente e che, ad esempio, avrebbe visto il nostro malcapitato avversario schiantarsi contro altre superfici rigide. Per quanto concerne la fluidità, Evil West su Series X offrirà due modalità differenti, performance e qualità, con la prima che ci permetterà di raggiungere i “sudati” 60 frame al secondo, necessari e fondamentali per godere appieno della frenesia del titolo. Un plauso, infine, anche al comparto sonoro, pieno di schitarrate “assolate”, recitazione vocale all’altezza di un B movie e tutta una serie di effettistica rude che eleva ancor di più gli sforzi artistici degli sviluppatori.

Evil West è un gioco divertente, brutale e frenetico. Una mescolanza coerente di battutacce e violenza in pieno stile B movie, amalgamata da una improbabile “salsa piccante” al gusto western e horror. Nonostante ottime premesse generali e artistiche, il titolo presenta un gameplay adrenalinico ma fortemente limitato e dalla relativissima longevità, solo minimamente tamponata dalla presenza di un cooperativo online e di alcune varazioni sul tema. Un doppia A che, nonostante mostri il fianco sotto più punti di vista, riesce comunque a divertire e a far immaginare un futuro (non troppo lontano, speriamo!) di contenuti aggiuntivi e nuovi chapter della saga.