Recensione Eccellenza e mediocrità nella furia di Asura
La rabbia. Quel sentimento incontrollabile che cova dentro di noi, represso nella regione più recondita nel nostro animo, non ci abbandona mai. Alcuni riescono a reprimerla, altri sono costretti a conviverci. Altri ancora la fanno esplodere, inebriandosi di quel macabro furore che li pervade. E’ la rabbia a guidarti quando tutto sembra perduto, quando ti senti tradito, quando tutto quello che ami ti è stato portato via. Quando la vendetta è l’unica cosa per cui continui a vivere, affidati alla rabbia: fa che sia lei la tua luce.
di: Simone "PulpGuy88" BraviLa rabbia. Quel sentimento incontrollabile che cova dentro di noi, represso nella regione più recondita nel nostro animo, non ci abbandona mai. Alcuni riescono a reprimerla, altri sono costretti a conviverci. Altri ancora la fanno esplodere, inebriandosi di quel macabro furore che li pervade. E’ la rabbia a guidarti quando tutto sembra perduto, quando ti senti tradito, quando tutto quello che ami ti è stato portato via. Quando la vendetta è l’unica cosa per cui continui a vivere, affidati alla rabbia: fa che sia lei la tua luce.
12.000 anni di esilio: SONO TORNATO!
La storia di Asura’s Wrath prende vita nel bel mezzo di un’epica battaglia tra i demoni Ghoma e le Otto Divinità Celesti, semidei posti a salvaguardia della pace. Tra questi c’è il generale Asura, valoroso guerriero che riesce a ricacciare i Ghoma e il loro mostruoso patriarca Vitra negli inferi dell’universo. Tornato a casa da sua moglie e sua figlia Mythra (sacerdotessa delle Otto Divinità Celesti) Asura viene convocato dall’imperatore Strada ma è ignaro del perfido tradimento che sta per subire. Deus, comandante delle Otto Divinità uccide l’imperatore e fa si che Asura venga incolpato del delitto e rinnegato dal resto delle Divinità. Il raggiro nasconde in realtà una sofisticata macchinazione atta alla conquista dell’universo da parte di Deus, che esilia Asura nel Naraka (una sorta di limbo dove non si è né vivi né morti) dove rimarrà intrappolato per 12.000 anni. In questa eternità Asura comincia a covare dentro di sé una rabbia spropositata che lo porterà a fuggire dal Naraka e mettersi sulle tracce dei traditori. Quella che ci apprestiamo a vivere non è una semplice storia, è un’epopea, un’adrenalinica ed entusiasmante vicenda di dolore e vendetta. La maestria con cui ogni singolo personaggio è stato tratteggiato e l’incredibile epicità degli eventi che vivranno i protagonisti fanno sì che la storia raccontata in Asura’s Wrath risulti una delle più belle, appassionanti e spettacolari degli ultimi anni. Un crescendo di colpi di scena e sequenze spettacolari che rimarranno a lungo nella nostra memoria. La maturità della narrazione è dimostrata anche dal fatto che il plot ci viene raccontato su diversi piani temporali, saltando da avvenimenti avvenuti millenni prima al presente senza mai far perdere al giocatore il filone narrativo. Un cast di personaggi indimenticabili si muoverà attraverso splendidi filmati in cel shading dal gusto artistico eccezionale, caratterizzati da una regia a tratti sbalorditiva per un videogame che renderà ogni singolo momento vissuto a fianco di Asura un momento speciale. Ben pochi videogame possono vantare simili qualità.
Il rovescio della medaglia
Se in termini di narrazione Asura’s Wrath raggiunge realmente apici di eccellenza, non possiamo che dire l’esatto contrario della sua componente giocabile. Di fatto, il gameplay del titolo rappresenta una parte del tutto marginale della produzione, proprio per il modo in cui è stato realizzato e per la maniera quasi imbarazzante in cui sfigura difronte alla trama che lo accompagna.
Ci troviamo davanti ad un action vecchio stile, i soliti due attacchi veloce e pesante, la schivata, il lock on sul nemico più vicino e la possibilità di mirare e sparare colpi energetici a raffica. Il problema è questo, il gioco non diverte; la telecamera castra i nostri movimenti ed impalla la visuale riprendendo in primo piano gli elementi dello scenario. I due attacchi a nostra disposizione rimarranno i medesimi per tutta la durata dell’avventura, ciò vuol dire vedere e rivedere la stessa animazione, la stessa combo per migliaia di volte. Combo che anche contro i nemici più deboli sembra essere al pari di una carezza col guanto. I nemici, tutti molto anonimi se non consideriamo le boss fight, non potranno comunque impensierirci in alcun modo visti i loro pattern d’attacco prevedibilissimi e la loro poca efficacia. Ma la caratteristica predominante in Asura’s Wrath sono i Quick Time Event: quei particolari momenti in cui è necessario eseguire l’azione contestuale indicata a schermo si ripeteranno un’infinità di volte, soprattutto durante le magnifiche boss fight. Magnifica solo in termini di spettacolarità, poiché si tratterà di scontri in cui ripetere la medesima procedura di attacco più e più volte, fino a caricare la barra della rabbia, che una volta rilasciata attiverà un nuovo Quick Time Event. Se in questi momenti lo spettacolo è di assoluto livello non si può che rimanere basiti dalla pochezza generale del gameplay. Si vivrà soltanto per l’attesa della prossima boss fight e gli scontri con nemici comuni risulteranno soltanto un noiosissimo intermezzo.
Ma arriviamo al difetto più assurdo ed inspiegabile dell’intera produzione: il fallimento di un Quick Time Event. Fallire la pressione del tasto indicato o la sequenza richiesta non comporterà assolutamente nessuna conseguenza nell’economia dello scontro, visto che questo continuerà esattamente come se avessimo premuto con successo il tasto richiesto, anche se la barra della rabbia non verrà ricaricata in quanto un QTE mancato non verrà conteggiato come un colpo mandato a segno, anche se a schermo l’azione continuerà come se niente fosse. Tuttavia la barra potrà essere riempita durante il breve scontro prima del QTE. L’unica ripercussione avverrà sul punteggio di fine capitolo ma è logico pensare che anche durante le boss fight il giocatore potrebbe tranquillamente poggiare il pad sul tavolo e godersi lo scontro, così per tutte le circa 8 ore necessarie a completare la modalità storia. Modalità storia che non offrirà praticamente nessun incentivo ad essere rigiocata se non per cercare di raggiungere la valutazione massima in ogni capitolo per sbloccare bozzetti, artwork e filmati bonus.
Assolutamente assente qualsiasi tipo di enigma, fase esplorativa o platforming. Calma piatta su tutta la linea.
Totalmente inutili, infine, le sporadiche fasi di shooting che non offriranno mai una reale sensazione di stare colpendo un bersaglio vista la distanza da cui ci troveremo a sparare e i pessimi effetti speciali che ci impediranno di capire quanti e quali obiettivi stiamo prendendo di mira, il che rende perfettamente l’idea di quanto siano confusionarie e mal amalgamate con lo stile di gioco.
Tra manga e anime
Anche tecnicamente Asura’s Wrath mostra alti e bassi. Se i modelli poligonali dei protagonisti e dei boss in generale sono dettagliati con la giusta cura e caratterizzati da un’eccellente realizzazione artistica, non si può non notare degli scenari dal level design assolutamente piatto ed un livello di dettaglio ai minimi storici. Di ben altro impatto invece le spettacolari cutscene realizzate col motore di gioco in puro stile anime e menzione d’onore per le splendide tavole illustrate (realizzate da famosi mangaka) che faranno da intermezzo tra un capitolo e l’altro, accompagnate da ulteriori retroscena sulla trama, tra l’altro tutte caratterizzate da uno stile differente a seconda dell’artista che le ha disegnate. Sonoro di alto livello caratterizzato da musiche epiche che accompagneranno egregiamente ogni momento importante della storia ed un doppiaggio inglese veramente magistrale per ogni personaggio.
Contrapposizione fatale
Dare un voto ed un giudizio finale ad Asura’s Wrath è uno dei compiti più difficili che mi sia capitato nella mia carriera di redattore. E’ impossibile non scindere la valutazione tra comparto narrativo e gameplay. Il primo tra i più emozionanti che si siano visti negli ultimi anni, il secondo tra i più scadenti mai visti in generale in un gioco del genere.
Dobbiamo però dare una valutazione al gioco nel suo insieme, perciò bisogna dire che il titolo firmato CyberConnect2 è un pessimo esempio di action game: noioso, mal studiato e mal concepito. Se siete amanti del genere non è consigliabile provare questo gioco, se però siete alla ricerca di una storia da ricordare nel tempo, che sappia emozionarvi e tenervi incollati allo schermo vi troverete tra le mani un autentico diamante, seppur molto, molto grezzo.