Recensione Dragon Ball Z Budokai HD Collection
Cosa hanno in comune Silent Hill, Metal Gear Solid, Devil May Cry con Dragon Ball? Dai, visto che siete tutti videogiocatori incalliti vi concediamo 5 secondi per fare mente locale. Come dite? Collection in alta definizione? Sapevamo non ci avreste delusi! Giunta puntuale all’appuntamento con il revival, difatti, anche una parte della vita digitale dell’opera di Akira Toriyama è pronta a vivere una seconda giovinezza su PS3 ed Xbox 360. Caricate il Kaioh Ken, trasformatevi in Super Saiyan e preparatevi a piazzare una sonora sequenza di sganassoni con la Dragon Ball Z Budokai HD Collection.
di: Simone CantiniCosa hanno in comune Silent Hill, Metal Gear Solid, Devil May Cry con Dragon Ball? Dai, visto che siete tutti videogiocatori incalliti vi concediamo 5 secondi per fare mente locale. Come dite? Collection in alta definizione? Sapevamo non ci avreste delusi! Giunta puntuale all’appuntamento con il revival, difatti, anche una parte della vita digitale dell’opera di Akira Toriyama è pronta a vivere una seconda giovinezza su PS3 ed Xbox 360. Caricate il Kaioh Ken, trasformatevi in Super Saiyan e preparatevi a piazzare una sonora sequenza di sganassoni con la Dragon Ball Z Budokai HD Collection.
L’importanza della continuity
A leggere per intero il lunghissimo titolo che campeggia sulla custodia di gioco della Dragon Ball Z Budokai HD Collection verrebbe subito da pensare di trovarsi al cospetto della raccolta definitiva dedicata al picchiaduro ispirato alle tavole del mangaka nipponico. Eppure basta solo scrutare con un minimo di attenzione la già citata custodia per capire che non è proprio così. Difatti come nello spiacevole caso di Silent Hill, anche stavolta la parola collection mal si sposa con il contenuto del DVD/Bluray, a causa di una incomprensibile scelta operata dal team di sviluppo che ha portato a tagliare l’episodio centrale di questa trilogia picchiaduristica. A causa del suo gameplay atipico, a detta dei programmatori, è stato ritenuto più opportuno rimuovere il secondo Budokai dalla raccolta, di modo da non spiazzare troppo gli incauti acquirenti. Indubbiamente l’essere coccolati fa sempre piacere, ma visto che in fondo i soldi spesi sono i nostri, almeno lasciateci il piacere di scegliere in completa autonomia se subire o meno un tale disorientamento videoludico. Anche perché a dirla tutta, se proprio avessero realmente avuto a cuore il benessere degli acquirenti, di sicuro sarebbe stato più gradito il proporre questa semi-collection ad un prezzo decisamente più in linea con il contenuto della stessa: Namco Bandai, difatti, ha operato la discutibile scelta di proporre il tutto a prezzo pieno, nonostante gli sforzi economici compiuti per realizzare una qualunque rimasterizzazione in alta definizione siano decisamente trascurabili se paragonati a quelli necessari per sviluppare un titolo decisamente più attuale. Evidentemente il confine tra cura è profitto è assai labile da quelle parti.
Un gioco d’altri tempi
Il primo impatto con l’episodio iniziale di questa zoppicante trilogia è abbastanza spiazzante: l’originale Budokai sente tutto il peso dei suoi 12 anni di anzianità, una vera eternità in campo informatico. L’ampia quantità di contenuti, difatti, è costretta a scontrarsi brutalmente con un gameplay assai basilare. Questo, unito ad un set di animazioni decisamente legnose (difetto non da poco in un picchiaduro), non permettono al make up estetico subito dal pacchetto di nascondere, o quanto meno minimizzare, tutti i limiti di una produzione che persino al suo esordio non brillava certo per qualità realizzativa. Il combat sytem ridotto al minimo sindacale (con due tasti per gli attacchi, uno per la parata ed uno per la carica dell’aura) se da un lato ha il pregio di risultare sin da subito accessibile ai più, dall’altro finisce per risultare ben presto sin troppo limitato. Ad azzoppare ancor di più il tutto interviene il mancato inserimento di una qualsiasi modalità multiplayer online, una grave mancanza per un picchiaduro che ambisce a vivere una seconda primavera in questa generazione di console.
Le cose migliorano leggermente, pur senza stravolgimenti, con Budokai 3 che, seppur lamentando anche esso l’assenza di comparto competitivo online, propone un’esperienza in singolo più corposa e stimolante, ravvivata da un combat system più vivace e complesso. La modalità storia adesso è presentata come una sorta di RPG free roaming, in cui i vari personaggi (notevole sotto questo punto di vista il roster) possono muoversi liberamente andando, di volta in volta, a vivere la loro personale avventura all’interno del vasto universo creato da Toriyama. Piacevole, ieri come oggi, la possibilità di potenziare il proprio eroe con il progredire della storia, sia attraverso il consueto sistema a livelli tanto caro agli RPG più classici, sia attraverso il reperimento di particolari capsule. Immutato, invece il corredo di attività extra, che spaziano dai classici scontri 1 contro 1, ai tornei, fino a giungere alle classiche sessioni di allenamento.
Super Saiyan malamente ossigenati
Una bella upscalata e via: tutti pronti per uscire sul mercato. In questa manciata di parole può essere tranquillamente sintetizzato tutto il lavoro svolto dall’accoppiata Namco Bandai – Dimpsnel confezionare questa collection. Purtroppo però, a meno di non appartenere a saghe ludicamente più consistenti, una semplice rinfrescata a texture e poligoni può non essere sufficiente a garantire la buona riuscita di un prodotto. E questa collection dedicata a Dragon Ball ne è la prova lampante. Il mondo dei picchiaduro negli ultimi anni ha subito un’evoluzione consistente e riproporre pedissequamente un gameplay che non si vergogna di basare gran parte del suo appeal sul fascino celato nella licenza del manga/anime di Toriyama è difficile che esca vittorioso dal confronto con avversari ben più allenati.
Un buco nell’acqua? A meno di non essere fan sfegatati di Goku e company sì. Se nonostante tutto è possibile chiudere malvolentieri un occhio sulla mancanza del secondo episodio della serie Budokai, difatti, ben più difficile risulta ignorare il prezzo a cui Namco Bandai ha scelto di collocare questa raccolta incompleta. Soprattutto se un simile esborso non è commisurato all’impegno profuso dal team di sviluppo nella realizzazione di questa riproposizione. Giocare a Dragon Ball Z Budokai HD Collection è come guardare, per l’ennesima volta, un episodio dell’anime a cui è ispirato: si rimane rapiti giusto il tempo necessario a metabolizzare i ricordi del tempo che fu, prima di cedere alla noia derivata da un fastidioso senso di già visto, già giocato, già archiviato.