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Recensione Dragon Ball Xenoverse

Dopo tanta attesa, Dragon Ball Xenoverse è finalmente arrivato nei negozi. L’attesa ne sarà valsa la pena? Scopriamolo nella recensione del nostro Gianmarco “St Jimmy” Forcella!

di: Gianmarco Forcella

Dopo tanta attesa, Dragon Ball Xenoverse è finalmente arrivato nei negozi. L’attesa ne sarà valsa la pena? Scopriamolo nella recensione del nostro Gianmarco “St Jimmy” Forcella!

History changed

Per la prima volta, un videogioco appartenente al franchise di Dragon Ball ha una sua trama originale e, per giunta, ben strutturata e valida. In Xenoverse, l’intero arco narrativo di Dragon Ball è stato alterato e la storia, di conseguenza, è stata completamente riscritta; Trunks, non avendo più validi alleati per fronteggiare la situazione, decide di chiedere al drago Shenron di evocare il guerriero più forte del mondo per aiutarlo nella sua missione: ovvero noi. Il protagonista del gioco sarà infatti il nostro “avatar”, creato attraverso un editor di personaggi ben strutturato dal quale è possibile scegliere ben cinque razze, ognuna con caratteristiche diverse: umano, clan di freezer, Saiyan, Namecciano o un Majin.

Nella storia di Xenoverse, Trunks e il personaggio da noi creato fanno parte della Pattuglia Temporale, ovvero una squadra il cui compito è quello di riparare qualsiasi anomalia temporale che si verifichi. Il tutto si svolge a Tokitoki City, una città in una dimensione a sé stante, in cui confluisce tutto lo scorrere del tempo ed è qui che risiede il Kaiohshin del Tempo, altro personaggio importante per quanto riguarda la trama.

Un mondo sempre connesso

A proposito di Tokitoki City. Una peculiarità di quest’ultima è che qualunque contatto sia in possesso del gioco o qualunque altro giocatore, comparirà come NPC all’interno della città: Xenoverse è infatti un MMO, anche se c’è poco da interagire con gli altri.
La città in sé funziona come un grosso “menù principale” (o hub) di gioco: da qui infatti, è possibile scegliere se intraprendere una missione inerente alla storia, le “missioni parallele” (possibili da giocare anche online in cooperativa) o anche altre sfide.

Kaioken!

Le meccaniche di gioco sono molte ed assai complesse tra loro: partiamo anzitutto nel descrivere ciò a cui ci si ritrova di fronte quando si affronta missione nella modalità storia. Dopo aver accettato il proprio avatar viene direttamente catapultato nell’era in cui si è verificata l’anomalia e, quindi, direttamente al combattimento. I comandi sono piuttosto semplici ed immediati e il proprio personaggio può avere equipaggiate fino ad un massimo di quattro tecniche, che possono essere acquistate tramite i relativi negozi a Tokitoki City (stesso dicasi per l’outfit, che garantisce diversi bonus sulle statistiche, e gli oggetti consumabili in battaglia). Naturalmente, in caso di K.O., si incappa nel fallimento della missione.
Ciò non succede invece nelle missioni parallele: l’unica differenza sostanziale infatti è che in questa modalità di gioco, in cui si affrontano missioni secondarie, la CPU alleata e il nostro avatar sono in grado di poter resuscitare i propri compagni in caso di K.O. ed evitare quindi il game over, che viene raggiunto nel caso in cui tutti i personaggi scelti vengano messi al tappeto. 
Oltre a questo, per Tokitoki City è possibile anche ingaggiare delle battaglie offline ed online con altri giocatori ed incontrare diversi personaggi che, se sconfitti, diventeranno i nostri “Maestri” ed insegneranno delle tecniche: un esempio è Vegeta che insegna, almeno inizialmente, il “Cannone Garrick”.
I comandi di gioco, sebbene all’inizio possano sembrare abbastanza complessi, sono comunque abbastanza facili da comprendere e da usare anche se, nell’esplorazione dell’hub, sarebbe stato apprezzabile non mettere nessun tipo di caricamento e velocizzare la fase esplorativa.

Cartone animato o videogioco?

Sebbene Xenoverse sia un gioco cross-platform, ovvero sviluppato per console di vecchia e nuova generazione, la composizione e realizzazione grafica sono ottimi: la tecnica del cel shading è davvero azzeccata anche in questo caso ed anche il comparto sonoro, come del resto qualsiasi gioco di Dragon Ball che si rispetti, è valido. Per i fan della lingua giapponese, segnaliamo anche la presenza del doppiaggio nella lingua del Sol Levante. Unica pecca da segnalare riguardo la composizione in generale sono i tempi di caricamento in Tokitoki City e i campi di battaglia che non si possono distruggere.

Un buon inizio

Dragon Ball arriva su PlayStation 4 ed Xbox One con il botto. Sebbene l’hub di gioco, Tokitoki City, sia abbastanza noioso, scarno da visitare e con frequenti tempi di caricamento, la trama di Xenoverse è ben strutturata ma soprattutto originale: la prima volta che succede in un gioco del franchise.
Il roster dei personaggi è molto vasto (si contano all’incirca più di cento combattenti) e i comparti audio e grafico sono ben costruiti. I combattimenti però, molto spesso, risultano essere parecchio sbilanciati, rendendo quindi necessario un intenso allenamento del proprio personaggio. Xenoverse è, però, anche pieno di segreti: come ad esempio la saga di Broly, oppure la possibilità di raccogliere le Sette Sfere del Drago per far esaudire a Shenron i propri desideri (sebbene queste risultino abbastanza difficili da trovare).

Namco Bandai ha lanciato su PlayStation 4 ed Xbox One un franchise ormai stanco e vecchio dalle solite meccaniche completamente rinnovato, facendo un tentativo azzardato che è però andato a buon fine, garantendo moltissime ore di gioco: chiunque sia minimamente appassionato alla saga dovrebbe provarlo.

  • Storia originale

  • Infinito roster di personaggi

  • Grafica eccellente

  • Tantissimi segreti, come le Sfere del Drago

  • I combattimenti forse a volte sono un po’ troppo sbilanciati e difficili

  • I server online non sono stabilissimi, sebbene Namco Bandai stia lavorando molto sodo per risolvere il problema

  • Fosse stato solo per nuova generazione, la grafica sarebbe stata migliore