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Recensione Downward: Enhanced Edition

di: Luca Saati

Lo studio di sviluppo italiano Caracal Games Studio ritorna sulla sua opera prima uscita nel 2017 con Downward: Enhanced Edition. Per chi non conoscesse l’originale, Downward è un’avventura platform in prima persona che fa del parkour la sua ragione d’essere all’interno di uno scenario fantasy. Un Mirror’s Edge fantasy, mi verrebbe da dire. E già questo dovrebbe bastare per catturare l’attenzione.

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Downward trasporta il giocatore in un mondo in rovina in cui l’umanità sembra essere scomparsa. Proprio il protagonista dovrà scoprire cosa si cela dietro la fine di questo mondo. Insomma, quella di Downward è la classica premessa di qualsiasi mondo fantasy in rovina e durante il proseguo della storia non fa molto per catturare il giocatore con una storia eccessivamente diluita. Resta comunque il fascino della scoperta delle rovina di civiltà passate, ma niente di davvero sorprendente da tenermi incollato allo schermo. La longevità si attesta sulle 8 ore se si corde a perdi fiato verso il finale, ma completando gli extra si possono superare abbondantemente le 10 ore.

Il gameplay vede il protagonista attraversare una serie di livelli grotte, templi e architetture classiche utilizzando le sue innate abilità nel parkour. Come in Mirror’s Edge, lo scenario appare colorato per indicare dove saltare, correre o arrampicarsi. Il parkour  funziona tuttosommato bene ed è interamente delegato all’uso dei tasti dorsali e dei grilletti del pad. Proseguendo nell’avventura si sbloccano nuove abilità, come l’uso del rampino, dei vortici temporali per un balzo a molla e la creazione di piattaforme virtuali. Padroneggiare tutte queste abilità mano a mano che si avanza regala un bel senso di soddisfazione, specie nelle fasi più avanzate in cui le varie abilità si combinano tra loro. Peccato solo che in alcuni momenti il personaggio si incastri o che la fisica faccia qualche strano scherzetto. Fortuna che il gioco mette a disposizione la possibilità di posizionare un’ancora in cui ritornare istantaneamente con la pressione di un semplice tasto.

Downward non è solo un gioco di parkour, ma richiede anche di affrontare mostri di roccia, abomini scheletrici e altre strane creature. Il combattimento, tuttavia lascia molto a desiderare poiché è tutto basato sullo strappare dei cubi che alimentano le varie creature. Più che un combattimento vero e proprio, lo considero una variante delle sequenze parkour che permeano tutta l’esperienza di gioco. Peccato che a conti fatti questi pseudo combattimenti si rivelano più un fastidio che un qualcosa di davvero piacevole da giocare. Inserire un combat system un po’ più articolato avrebbe permesso al gioco di offrire una maggiore varietà di situazioni, ma purtroppo non è così.

Ci sono anche sfere collezionabili da raccogliere per potenziare il proprio personaggio migliorandone la la salute, la difesa e rintracciare i cubi di energia per sbloccare aree nascoste. Il gioco progressivamente apre nuovi percorsi e poteri man mano che si svela il mistero sulla civiltà che controlla la gravità. Man mano che si acquisiscono nuovi poteri, si scoprono nuovi percorsi attraverso le diverse aree del gioco. Oltre alla trama principale, ci sono anche livelli sfida con l’obiettivo di raggiungere la fine nel minor tempo possibile per ottenere premi. Anche se sembrano pensati più per prolungare la durata del gioco che per arricchire l’esperienza di gioco.

Visivamente Downward: Enhanced Edition si è rivelato molto piacevole. Niente da lasciare a bocca aperto, sia chiaro, ma la varietà di scenari con i loro brillanti colori regalano dei panorami davvero suggestivi accompagnati da un frame rate fluido a 60 fps su Xbox Series X. Piacevole la colonna sonora, così come il doppiaggio in italiano.

Up & Down

Downward: Enhanced Edition è un platform in prima persona tutto sommato solido e divertente che si contraddistingue nel genere per la sua ambientazione fantasy che regala scenari variegati passando da zone più esotiche a distese ghiacciate o infuocate. Peccato per qualche piccolo problemino con la fisica che fa incastrare il personaggio in luoghi impensabili, per la mancanza di veri e propri combattimenti e per una trama davvero soporifera e inconcludente che non rendono giustizia a quanto creato dai ragazzi di Caracal Games.