Recensione Divertimento infinito con Trials Evolution
La Finlandia è un luogo che difficilmente ha motivo di balzare agli onori di cronaca e nell'opinione pubblica viene ricordata principalmente come patria di Babbo Natale e di impronunciabili gruppi metal. Da oggi potete tranquillamente associare questo freddo stato scandinavo agli sviluppatori di Redlynx, quei geniacci che hanno ideato prima Trials HD e ora Trials Evolution.
di: Federico LelliLa Finlandia è un luogo che difficilmente ha motivo di balzare agli onori di cronaca e nell’opinione pubblica viene ricordata principalmente come patria di Babbo Natale e di impronunciabili gruppi metal. Da oggi potete tranquillamente associare questo freddo stato scandinavo agli sviluppatori di Redlynx, quei geniacci che hanno ideato prima Trials HD e ora Trials Evolution.
Un atteso ritorno
Dopo il successo del primo capitolo per console, Redlynx ha infatti ben pensato di riportare in vita il brand di Trials con un nuovo prodotto, che poggiasse sulle stesse solide basi del precedente e che, allo stesso tempo, riuscisse ad aggiungere feature veramente interessanti per la community. Trials Evolution è tutto questo e molto di più, ma non bruciamo i tempi e partiamo dal principio, come sempre.
Trials è un gioco di motocross dove siamo chiamati a percorrere una serie di tracciati a 2.5 dimensioni da un punto A ad un punto B cercando di superare gli ostacoli che troviamo nel nostro cammino. A nostra disposizione per la traversata, i semplici comandi che utilizzano da una parte lo stick sinistro per spostare il peso del pilota sulla moto e dall’altra i due grilletti come freno e acceleratore. Se concept e controlli sembrano relativamente semplici è perché effettivamente lo sono, almeno in via puramente teorica, mentre tutta la complessità è lasciata all’enorme motore fisico, responsabile di tutte le interazioni tra motocicletta e ambiente circostante.
Basta una sola parola per descrivere Trials e questa è sicuramente “controllo”: i comandi rispondono infatti con precisione e sensibilità millimetrica mentre il mondo che ci circonda reagisce ai nostri stimoli in maniera coerente e plausibile; l’insieme crea un gameplay sempre vario dove ogni ostacolo va affrontato nel dettaglio, pena il disarcionamento del povero pilota, che per l’occasione è animato dalla solita esilarante fisica ragdoll.
La carriera, divisa in livelli di difficoltà graduale e con 3 patenti/tutorial da prendere, offre una buona progressione e introduce tutte le dinamiche basilari per i principianti; per gli esperti invece c’è sempre l’altissimo livello di sfida per prendere le medaglie, che sfiora l’assurdo nelle ultime piste, e i fantasmi degli amici che hanno già stabilito un record sulla pista, segnalati da un semplice puntino in movimento con il nome sopra. Fa il suo esordio anche il multiplayer: la modalità denominata supercross ci permette di gareggiare insieme ad un massimo di 4 persone affiancate su una pista costruita appositamente – pensate ad una versione sotto steroidi di Excitebike – oppure ci si può sfidare nel classico Trials in contemporanea, grazie ai fantasmi degli avversari sempre visibili.
Raggruppate sotto l’opzione “Circo” tornano anche le divertenti attività alternative, che ci chiedono gli obiettivi più disparati: dalla discesa con gli sci, dove abbandoniamo la moto per fare capriole e salti, alle varianti dove non possiamo spostare il peso del corpo e dobbiamo gestire tutto coi grilletti o, viceversa, con il freno rotto e l’acceleratore bloccato al massimo, per non dimenticare piste col carburante limitato o con la palla da tenere in equilibrio sulla moto. Le possibilità offerte, oltre ad essere una simpatica distrazione dalle solite piste da trial, sembrano essere più che altro una fonte di ispirazione per chi volesse cimentarsi col potente editor integrato, grande aggiunta e piatto forte dell‘intero pacchetto.
La prova infinita
La parte giocabile è infatti solo la punta di un iceberg che sotto il livello del mare nasconde letteralmente un mondo intero, completamente esplorabile e modificabile. L’editor ci mette a disposizione una lunga serie di scenari preparati, già teatro dei vari livelli visti in carriera, disposti in un territorio dai confini veramente ampi e con una lunga serie di opzioni aggiuntive; grazie a queste possiamo creare piste di ogni tipo o addirittura minigiochi dalle dinamiche completamente differenti come dimostrano gli esempi scaricabili messi a disposizione da Redlynx, con rudimentali FPS, calciobalilla, flipper, o puzzle game chiaramente ispirati ad Angry Birds.
Se a questo aggiungiamo la possibilità di scaricare liberamente le piste dal live, grazie all’apposita voce presente nel menù, e di poter rigiocare le stesse in maniera immediata anche contro i nostri amici, capirete subito che il potenziale di Trials Evolution è praticamente infinito.
Gli ambienti, che a differenza del titolo precedente non mancano di varietà e di particolari punti di interesse, hanno un buon dettaglio e sono animati da un motore grafico di tutto rispetto – per un titolo Live Arcade – che mostra il fianco solo nel caso di un riavvio repentino di un tracciato, dove spesso si nota un evidente texture popup, che comunque non inficia assolutamente l’esperienza di gioco. L’introduzione delle curve guidate nel percorso rende molto più tridimensionali e interattivi i tracciati e, anche se la struttura dei percorsi rimane fondamentalmente lineare, la sensazione di profondità è aumentata dai movimenti cinematografici delle telecamere. Interessante anche la sofisticata differenziazione delle varie tipologie di terreno che, con grip differenti, influenzano direttamente l’approccio alla guida come anche le diverse moto che si distinguono tra loro per potenza e accelerazione.
Una tracklist completa e ben caratterizzata alterna pezzi rock e metal a musiche d’atmosfera mentre i suoni d’ambiente e delle motociclette sono riportati fedelmente, non mancano inoltre tutta una serie di rumori predefiniti da poter usare nell’editor per rendere più realistiche le nostre reazioni a catena.
Evoluzionismo
Mai nome fu più appropriato per un titolo come Trials Evolution: una vera e propria evoluzione della specie, intesa nel senso più darwiniano del termine. È raro vedere un sequel che aggiunge feature senza cercare di fare numero, rendendo anzi ogni nuova opzione una parte integrante e fondamentale della serie. Trials Evolution rimane un gioco arcade semplice da capire ma difficilissimo da padroneggiare ad alti livelli con le notevoli aggiunte di una modalità multiplayer maledettamente divertente e di un editor potente e strutturato che continua a donare linfa vitale all’intero gioco grazie al contributo della community. Ad un prezzo decisamente irrisorio per quello che offre (1200 MP) si tratta di un titolo troppo appetibile per essere ignorato, una pietra miliare unica nel suo genere, che merita un posto d’onore nell’intero catalogo dei Live Arcade… e non solo.