Recensioni

Darksiders Genesis

di: Donato Marchisiello

La saga di Darksiders è riuscita, nel tempo, a ritagliarsi una nutrita fetta di appassionati, specialmente nostalgici dell’epoca d’oro dei titoli d’azione in terza persona, come God of War e Devil May Cry. Ma, così come hanno pressapoco hanno compiute le saghe citate, anche l’universo composto da angeli e demoni perennemente in battaglia, creato da THQ (e sopravvissuto alla sua prematura morte), ha saputo rinnovarsi nel tempo: se il primo capitolo ripercorreva con religioso rispetto i canoni del genere, nel secondo e terzo episodio la virata verso il settore ibrido dei titoli d’azione ruolistici era più evidente. Un’ibridazione che ha preso un’altra svolta, con il capitolo che analizzeremo in questa sede, Genesis. Ma, andiamo con ordine!

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Darksiders Genesis è un gioco d’azione ruolistico, appartenente al sotto-gruppo degli Hack ‘n Slash, in stile Diablo o Path of Exile, seppur ibridizzato da un controllo meccanico più vicino ai classici Twin Stick Shooter. Il titolo, sviluppato di Airship Syndicate, propone una struttura ludica non troppo dissimile dai classici crismi del genere, vestendosi anche di una piacevole estetica in 2.5D incanalata in una classica visuale isometrica. Da un punto di vista più squisitamente narrativo, il titolo si propone come un prequel dei tre capitoli rilasciati fino ad oggi e si posiziona cronologicamente prima degli eventi vissuti da Guerra nel primo Darksiders. Nel gioco, impersoneremo due dei quattro eroi facenti parte del gruppo dei Cavalieri dell’Apocalisse, ovvero Guerra e Conflitto. L’improbabile e pericoloso duo, sarà incaricato di metter a soqquadro gli inferi ed indagare su di un complotto, architettato da Satana, ai danni dell’umanità già traviata dal precedente scontro con i Nephilim.

In linea di massima, le vicende narrate nel corso di Darksiders Genesis, non saranno particolarmente “eccitanti” o degne di interesse. In questo senso, il capitolo fungerà come “riempi-buchi” di una serie di interrogativi che i tre capitoli precedenti della saga avevano, di fatto, lasciato scoperti. Detto ciò, la storyline del titolo sarà però piuttosto gustosa anche grazie all’artificioso ma il più delle volte riuscito scontro tra le due personalità degli eroi, completamente distanti l’uno dall’altro, che si renderanno protagonisti di divertenti sketch che romperanno un po’ la complessiva sequenza narrativa, come detto non particolarmente ispirata. Il titolo, comprenderà due modalità distinte: la campagna, classica e che ci terrà impegnati almeno per una 20ina di ore a voler esplorare tutto, ed una parallela modalità Arena, una sorta di orda che ci consentirà di ottenere i cristalli (valuta del gioco di cui parleremo nel prossimo paragrafo) utili al potenziamento del nostro personaggio. Il tutto, condito dalla possibilità di un multiplayer cooperativo sia online, sia in locale.

Da un punto di vista più squisitamente legato al gameplay, come già anticipato, Darksiders Genesis potrebbe essere annoverato fra i titoli “discendenti” dal filone creato da Diablo decenni fa. Anche se, a conti fatti, sarebbe una definizione imprecisa per differenti motivi. La prima, importante differenziazione rispetto ai canoni fissati dal titolo “demoniaco” di Blizzard, è che Darksiders Genesis non prevederà alcuna tipologia di loot o esperienza classicamente intesa, né ci sarà una sezione dedicata ad un crafting classicamente inteso del nostro armamentario. Nel corso del gioco, infatti, otterremo dei cristalli di energia che conterranno l’anima del demone ucciso, che potrà essere utilizzato nel nostro albero delle abilità, al fine di modificare i tre parametri “passivi” dei nostri personaggi: vita, collera e potenza di attacco. In aggiunta, esisteranno delle “classi” specifiche di cristalli che, se posizionate nel giusto slot, avranno un effetto secondario che andrà a massimizzare o ad estendere il bonus previsto.

Naturalmente, il gameplay sarà articolato in modo bivalente, prevedendo l’utilizzo di due personaggi che, a livello di mera azione, sono piuttosto distanti. Guerra, già ampiamente “esplorato” nel primo capitolo della serie, sarà naturalmente orientato per gli scontri in mischia, sbloccando più in avanti la possibilità di poter incantare la propria spada per ottenere anch’esso dei bonus elementali attivi e passivi. Conflitto, la “new entry” della saga ed effettivamente l’ultimo dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse che il brand non aveva ancora utilizzato, sarà all’opposto quasi integralmente orientato al combattimento a distanza. Agile e rapido, sarà il compagno di supporto ideale alla “lenta potenza” del suo fratello di distruzione. Se Guerra presenterà pressapoco i poteri che abbiamo di già conosciuto, quindi la capacità di assorbire parecchi danni e attaccare ad area gli avversari, Conflitto sarà più orientato ad attaccare ben lontano dalla mischia, seppur disponga di piccoli attacchi ravvicinati. I nemici da sconfiggere, in generale ben caratterizzati e che proporranno “vecchie conoscenze” a new entry, alle volte faranno cadere chiavi utili ad aprire porte nascoste che conducono a mondi “paralleli”, solitamente ricolmi di ricompense.

Parlando degli stage, essi saranno ben caratterizzati e complessivamente elaborati, anche tenendo in considerazione un minimo di possibilità d’azione in verticale offerta dagli sviluppatori, che renderà il gameplay un po’ più stimolante. Nonostante ci siano tutti i pressuposti per sottolineare il buon lavoro fatto in termini di mera caratterizzazione degli alter-ego disponibili, Darksiders Genesis potrebbe non essere apprezzato dai “duri e puri” del genere. Guerra e Conflitto hanno ampie possibilità di caratterizzazione e personalizzazione delle abilità e dello stile di gioco, ma se si pensa che effettivamente, il titolo offrirà un mondo esplorabile completamente in una ventina d’ore, senza loot e con sole due “classi”, probabilmente l’offerta ludica complessiva, etichettabile come una sorta di gioco di ruolo “light”, potrebbe non esser considerata come un’alternativa agli altri rappresentanti del genere attualmente sul mercato, che spesso poggiano le proprie movenze ludiche su di una infinita o quasi disponibilità (e possibilità) di ottenere equipaggiamenti via via migliori e diversi.

Da un punto di vista estetico e meccanico, Darksider: Genesis offrirà un comparto di tutto rispetto seppure non ai livelli di una produzione Tripla A (di cui, ad onor del vero, non possiederà nemmeno il prezzo finale “esorbitante”). Complessivamente, il gioco poggerà su di un settore grafico pregevole e ben realizzato seppur, procedendo innanzi con il gioco, il riciclo degli elementi della scenografia e della palette cromatica, sarà fin troppo evidente e continua. Il test del titolo, avvenuto su Playstation 4 Pro, non ha evidenziato gravi difetti di programmazione, se non qualche sporadico rallentamento nelle situazioni più concitate e qualche piccola compenetrazione poligonale degli oggetti di gioco. Un plauso alla complessiva colonna sonora, che passa da brani epici a pezzi più “sui generis” in grado di rendere ancora più colorati i tanti momenti divertenti che vedranno i due atipici protagonisti battibeccare fra loro.

Darksider: Genesis è un ottimo spin-off della serie, traslata in una sorta di ibrido tra un Hack ‘n Slash ed un Twin Stick shooter. Un titolo valido e dai contenuti ottimi se si guarda al prezzo finale, seppur viziati da alcune scelte “lontane” dai crismi del settore e che, per certi versi, ne potrebbero limitare la fruibilità. In definitiva, un titolo consigliato soprattutto da giocare in compagnia. Che sia l’inizio di una serie “parallela” a quella “ufficiale”? Ci sono tutti i presupposti!