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Recensione Danganronpa V3: Killing Harmony

di: Simone Cantini

Crescere fa bene a tutti. Si diventa più maturi e complessi, limando le nostre iniziali imperfezioni fino a forgiare quelli che avremmo voluto sempre essere. È un processo talvolta lungo, magari non proprio agevole e scorrevole, ma che se ben indirizzato può portare a risultati decisamente convincenti. Ah no, non mi sto riferendo ad adolescenti in preda a turbe ormonali, ma sto ovviamente parlando di videogiochi. E nel caso specifico di Danganronpa V3: Killing Harmony, terzo episodio ufficiale della saga targata Spike Chunsoft, che si presenta all’appuntamento ormai cresciuto sotto tutti i punti di vista.

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Mors tua, vita mea

Difficile parlare di Danganronpa V3: Killing Harmony senza incappare nel rischio di fastidiosi e pericolosi spoiler, pertanto non mi dilungherò affatto nello snocciolare in maniera più o meno sommaria gli avvenimenti che ci accompagneranno in questo corposo, e decisamente complesso, romanzo interattivo. La serie difatti, come genere comanda, si è sempre distinta per essere fortemente story driven, caratterizzata da una sceneggiatura magistralmente scritta che non si è mai risparmiata di toccare temi anche scomodi e maturi. Al solito ci ritroveremo calati all’interno di un sadico killing game, in cui 16 personaggi ottimamente tratteggiati saranno chiamati ad uccidersi tra loro, con la speranza di non essere scoperti e ritrovare così la libertà brutalmente strappatagli. Ad orchestrare il tutto ritroveremo il controverso Monokuma, che anche in questo episodio sarà accompagnato da nuovi comprimari, stavolta incarnati dai suoi 5 crudeli figli, i Monokubs. Rinnovato, ovviamente, anche il cast dei protagonisti umani, il cui ruolo non mancherà di riservarci qualche riuscitissima sorpresa già al termine del primo capitolo. E non vado oltre per non rovinarvi la sorpresa. L’unica cosa che mi sento in dovere di dirvi, come sempre quando mi trovo a parlare di questa meravigliosa saga, è di avere un po’ di pazienza e sforzarvi di superare lo scoglio dell’iniziale prologo, stavolta un po’ più lento e prolisso del solito. Oltrepassato questo piccolo ostacolo, però, risulterà davvero impossibile non finire intrappolati all’interno di una narrativa estremamente avvincente, che si dischiuderà a poco a poco sotto i nostri occhi come un complesso gioco di scatole cinesi, in cui niente dovrà mai essere dato per scontato: i colpi di scena si susseguiranno, soprattutto nei vari processi, ad un ritmo serratissimo, portandoci più e più volte a dubitare di quello che abbiamo vissuto solo pochi minuti prima. Ed in fondo è questa, al di là dei notevoli progressi compiuti in fase di gameplay esecutorio, la vera punta di diamante di Danganronpa V3: Killing Harmony, il volerci proiettare all’interno di un universo malato e controverso, in cui la lotta per la sopravvivenza saprà mettere in luce alcuni degli aspetti più oscuri dell’animo umano.

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Crescere fa bene

Che ci si approcci a Danganronpa V3: Killing Harmony in veste di esperto, sia che lo si faccia da novellini (in questo caso è consigliatissimo approfittare del doppio remaster da poco uscito), quello che ci troveremo tra le mani sarà un titolo il cui incedere sarà nettamente suddiviso in due tronconi principali: il primo ci porterà fondamentalmente a godere dell’aspetto narrativo della produzione, non lesinando la possibilità di girare liberamente per gli ambienti di gioco allo scopo di rafforzare i nostri legami con gli altri prigionieri, magari anche attraverso qualche regalo, di modo da sviscerare sempre più a fondo la loro personalità. Queste fasi rilassate saranno, però, sempre interrotte bruscamente da un omicidio, evento che dopo le indagini di rito (in perfetto stile Phoenix Wright) finirà per condurci al Class Trial, il processo in cui dovremo smascherare il colpevole. In queste sezioni più giocose, fondamentalmente non dovremo fare altro che utilizzare le prove raccolte per confutare le argomentazioni degli altri compagni, fino al raggiungimento della soluzione finale. Pur non stravolgendone i concetti di base, anche in questo Danganronpa V3: Killing Harmony i ragazzi di Spike Chunsoft non si sono limitati a riproporre in toto i vecchi meccanismi, ma si sono impegnati a rimpolpare e rinnovare l’offerta attraverso nuovi espedienti: ai consueti scambi di battute in cui occorre “sparare” la prova giusta, si sono affiancate sezioni platform, elementari minigame racing, dialoghi multipli e molto altro, tutti elementi in grado di rendere decisamente meno statico e, contemporaneamente, più avvincente il dibattito. Mai come in questa occasione i processi sono apparsi estremamente dinamici e più complessi che in passato, grazie anche al particolare utilizzo grafico delle varie linee di dialogo, che tra rotazioni, sovrapposizioni e peculiari modalità di visualizzazione, saranno in grado di mettere in difficoltà anche i veterani della saga. A beneficiare ulteriormente di tale processo di maturazione è stato, però, anche l’aspetto puramente esplorativo della produzione, adesso arricchita da una serie opzionale di minigiochi utili a recuperare particolari oggetti da donare agli altri personaggi. L’abbandono dell’architettura PSP ha inoltre permesso a Danganronpa V3: Killing Harmony di garantirsi un notevole boost visivo: pur non rappresentando certo lo stato dell’arte, lo stacco rispetto al passato per quanto concerne la modellazione e la resa degli ambienti è davvero notevole. Tutto ora appare (finalmente) più rifinito e gradevole per gli occhi, soprattutto su PS Vita che, a mio umile modo di pensare, rappresenta l’ambiente più adatto per la produzione. Al solito non posso che complimentarmi con l’eccellente character design, così come per lo stile generale che, in virtù di alcune trovate visive, mi ha riportato alla mente Persona in più di un passaggio. Lodi anche per il comparto audio, grazie ad una soundtrack come sempre eccellente e ad un doppiaggio inglese/giapponese sempre di ottima fattura. Peccato solo che su PS Vita, data la grandezza dei dati di gioco, il voice over originale venga reso disponile solo sotto forma di DLC gratuito, anche se il difetto più grande dell’intera conversione, parlando da italiano, è rappresentato dalla totale assenza di localizzazione nella nostra lingua. Si tratta di una mancanza sin troppo importante per un titolo che punta tutto sulla parola scritta e che, soprattutto nei processi, richiede una velocità di lettura e comprensione spesso vitale. Un deterrente non da poco, che sono sicuro terrà lontani da questa ottima produzione sin troppe persone.

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Danganronpa V3: Killing Harmony rappresenta il punto più alto dell’intera saga, grazie ad una sceneggiatura quanto mai solida ed avvincente, a cui si accompagna una sezione ludica rinnovata ed accattivante. Finalmente più che accettabile anche dal punto di vista puramente tecnico, il lavoro Spike Chunsoft si configura come una delle migliori visual novel attualmente in commercio, caratterizzato da una qualità di scrittura elevatissima, una longevità esemplare ed un end game che non mancherà di intrattenervi e sorprendervi per molte ore anche dopo il raggiungimento dei titoli di coda. Peccato per il suo essere completamente in inglese…