Recensione Crisis Core: Final Fantasy VII – Reunion
di: Marco LicandroQuando Crisis Core: Final Fantasy VII uscì nella amatissima portatile di Sony nell’ormai lontano 2007, erano passati 10 anni dall’uscita della settima fantasia finale. Il fatto che poi fosse esclusiva, rese la PlayStation Portable (o PSP) un must-have per i fan della saga, che non potettero quindi più fare a meno di possedere questa splendida console, così da scoprire la storia dietro il capitolo più amato di Final Fantasy. Crisis Core fa infatti da prequel del gioco principale, e si incentrerà sui fatti e gli avvenimenti che avvennero dentro di Shinra, quando Cloud ancora non era che un cadetto, Sephiroth era visto come un eroe, semplicemente l’esemplare dell’efficienza e disciplina, ma soprattutto narra la storia di Zack Fair, ed il suo enorme ed importante coinvolgimento nella formazione di ciò che è Cloud Strife, con tutto ciò che successe e portò agli avvenimenti di Final Fantasy VII. Oggi potremo finalmente giocarlo o rigiocarlo come remastered sulle console odierne, grazie a Crisis Core: Final Fantasy VII – Reunion.
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Una storia complessa
Non è per niente facile spiegare la storia di Crisis Core, in quanto vi saranno personaggi solo menzionati precedentemente, più altri nuovi che per vari motivi dei quali non faremo spoiler non appariranno nel sequel. Il protagonista, come detto poco fa, sarà Zack Fair, un ragazzo forte, determinato, e per certi versi ancora un po’ ingenuo, con occhi gentili da bimbo ed una attitudine positiva verso qualsiasi cosa. Zack è un soldier, un ramo di soldati della compagnia energetica Shinra dedicato solo ai migliori, ed aspira nel diventare prima classe ed essere un eroe, come lo sono Sephiroth, Genesis, ed il suo stesso mentore Angeal. Shinra utilizza l’energia Mako estratta dal sottosuolo per rendere le vite delle persone più agiate e comode, ma ad un costo, quello dello stesso pianeta in cui tutti vivono. In questo preciso frangente, Shinra ha dei problemi con la regione di Wutai, che sembra opporsi nell’estrarre Mako, e per questo sono attualmente in guerra. I primi segnali che qualcosa stia cambiando arrivano proprio durante la guerra, quando dei soldati di Wutai si scoprono essere dei cloni di Genesis, il quale a questo punto è certo aver disertato ed essersi opposto alla compagnia. Zack viene quindi inviato sotto raccomandazione di Angeal così da essere proposto per la prima classe, solo per scoprire poco più tardi che anche quest’ultimo, come Genesis, ha misteriosamente disertato. Pieno di domande e assolutamente stupito dal comportamento del suo mentore, il ragazzo inizierà un viaggio alla scoperta di raccapriccianti segreti che comportano mutamenti, cloni, antiche civiltà, ed una cometa che i fan del VII conoscono bene. Incontreremo anche personaggi conosciuti nel remake quali Aerith, Tifa, Cloud, i quali saranno più giovani e in condizioni molto diverse dalle quali attualmente conosciamo, e nel corso di questi dieci capitoli scopriremo tutto ciò che successe e portò agli avvenimenti narrati in Final Fantasy VII.
Due parole sul gameplay
A differenza di Final Fantasy VII (l’originale, a turni), Crisis Core è un RPG di azione, che richiederà riflessi e pensiero rapido, attaccando, parando, schivando i vari attacchi dei nemici, e avendo due menù separati per utilizzare le materia equipaggiate e gli oggetti, come possono esserlo pozioni, etere, code di fenice, ecc. La particolarità che rese il gioco unico fu la presenza di una sorta di slot machine chiamata Digital Mind Wave (DMW), che sostanzialmente rappresenta la mente di Zack che fluttua durante i combattimenti e si concentra su azioni, persone, e avvenimenti accaduti. Man mano che giocheremo, queste tre file verticali inizieranno a scorrere, proprio come una slot machine, combinando numeri e personaggi tra loro, e garantendo dei buff nel combattimento in casi escano fuori dei match, quali annullamento degli AP o MP, o statistiche migliorate, fino a garantire evocazioni ed attacchi speciali, scaturati grazie ai ricordi che ci evocheranno alcuni personaggi e relativi eventi i quali vedremo a schermo, interrompendo momentaneamente il combattimento e dandoci un po’ di contesto che spiegheranno la capacità di Zack di affrontare il nemico, scagliando attacchi letali e con maggiore energia. Il gioco si svolge come detto in 10 capitoli, e richiederà una quindicina d’ore o più per essere completato, offrendo svariate e costanti cutscene, quasi da renderlo un film, offrendo quei dettagli sulla trama che tanto i fan volevano conoscere per poter finalmente approfondire la storia. Vi sono oltretutto svariate missioni secondarie che, purtroppo ,saranno estremamente semplicistiche e ripetitive, come può esserlo entrare in una brevissima parte di mappa solo per dover sconfiggere alcuni nemici a rotazione, ed infine concludersi altrettanto brevemente. Tutto ciò per ogni missione, a ripetizione. Una vera noia, anche per gli stessi fan della saga, che probabilmente si vedranno concentrarsi nella storia principale così da finirla e passare oltre.
Crisis Core in alta definizione
Portare un titolo dal formato widescreen della PSP, con risoluzione e hardware da console portatile dell’epoca, con chiari ed evidenti limiti che portarono ad una compressione generale delle scene in CGI e dell’audio, non è stato sicuramente un lavoro semplice. Ed è per questo motivo che Square-Enix ha stupito tutti creando una versione identica del gioco, ma sostituendo praticamente qualsiasi asset e portandolo nell’Unreal Engine 4, il motore grafico della scorsa generazione di console. Svariati giochi usciti per PSP stanno ora uscendo in versione remastered, ma nessuno di questi ha visto un lavoro tanto meticoloso come quello effettuato su Crisis Core. Solitamente viene rivisto il formato, toccando in particolare la UI dei menù e dei pulsanti di gioco per adattarsi agli schermi ad alta definizione, mentre la grafica rimane praticamente quasi invariata, utilizzando tecniche ben conosciute a chi ha provato l’emulazione, che fa in modo di lisciare i poligoni e renderizzarli a risoluzioni più alte, pur mantenendoli tali e quali all’originale. La scelta, per quanto riguarda Crisis Core, è invece più complessa e sicuramente farà felice tutti, in quanto giocare il titolo oggi è una gioia per gli occhi. Nonostante il livello grafico non sia effettivamente comparato alle produzioni odierne, visto che l’Unreal Engine 4 è della scorsa generazione, il remastered permette comunque di goderci un titolo su tutte le console al momento disponibili, partendo dalla Nintendo Switch, e andando per le varie PS4 e Xbox One, e ovviamente anche quelle della generazione attuale. Ogni asset è stato sostituito da nuove textures, nuovi poligoni, aggiornandoli a quanto visto nel remake di Final Fantasy VII, pur non ricevendo maggiore pulizia sulle console attuali, ma garantendo perlomeno risoluzione e frame rate maggiori. Il risultato finale, almeno dal punto di vista grafico, è sicuramente estremamente piacevole, grazie anche ad una UI migliorata. La magia si rompe comunque in vari frangenti, ricordandoci che effettivamente questo sia un gioco uscito su una portatile del 2007. Partendo dai filmati in CGI che hanno certamente ricevuto un trattamento in HD, ma che rimangono per forza di cose sfocati e a risoluzione minore, con chiare differenze rispetto, non solo alle grafiche di allora, quanto sugli stessi personaggi che ora differiscono tra la CGI ed il gameplay in Unreal Engine. PSP era una console che aveva bisogno continuo di caricamenti, sia per via del proprio hardware interno, che per la necessità di dover leggere il contenuto sul proprietario disco UMD, facendo i classici rumorini da lettura che i possessori della console conoscono molto bene. Oggi non vi sono praticamente caricamenti, ma il gioco è stato comunque pensato per averli, ed è per questo che spesso vi saranno schermate che cadranno sul nero o sul bianco, nonché continui e costanti checkpoint e interruzioni di mappa, costruita a scaglioni e in maniera lineare, dove arrivare alla fine di un corridoio vorrà dire ammirare una schermata nera, per poi apparire in un nuovo punto del livello, cosa che sul fronte gameplay influisce negativamente nel poterci godere il titolo, specialmente considerando questo stacco tra le due grafiche. Sul fronte audio invece niente da dire, visto che Square-Enix ha svolto il suo consueto adattamento orchestrale riproponendo la non eccellente soundtrack in forma migliorata sotto ogni aspetto, e proponendo un nuovo doppiaggio su tutto il titolo.
Un remastered ora?
Il tempismo nel quale questo remastered arriva a distanza di 15 anni è alquanto strano, ma potrebbe aver senso se diamo spazio ad alcuni pensieri e speculazioni sul remake. Come appena spiegato, Reunion non è che un remastered (non un remake) di Crisis Core, mentre Final Fantasy VII sta uscendo in questi anni come remake a tutti gli effetti, e per di più suddiviso in vari capitoli. Chi infatti non ha giocato la storia del settimo capitolo fino ad oggi, si ritrova ancora a sapere 1/3 degli avvenimenti, incapace di vedere non solamente il valore dietro questo meraviglioso capitolo, ma altresì di comprendere a pieno i personaggi, visto che quanto mostrato fino ad ora non è che una bieca apparenza di ciò che in verità si cela dietro la storia, le motivazioni, e la stessa psiche di alcuni personaggi, resi tali proprio dagli avvenimenti accaduti in questo prequel dove tutto viene spiegato. Giocare Crisis Core oggi, per chi non è neanche arrivato a giocare la seconda parte (attualmente non ancora uscita) del remake, significa in qualche modo farsi un grande enorme spoiler di ciò che dovrebbe in teoria accadere da qui a poco. A meno che, e qui iniziano le speculazioni, quanto successe nel primo capitolo del remake è effettivamente prova che tutto sta per cambiare, rendendolo molto più di quanto sembri, sfociando effettivamente in un vero e proprio multiverso dove tutto può accadere, e dove l’originale Final Fantasy VII rimane canonico. Erano molti anni che volevamo quindi mettere le mani su un Crisis Core in alta definizione, ma certamente non ci aspettavamo che i nuovi giocatori dovessero fare una scelta tale, giocando e facendosi spoiler di ciò che dovrà avvenire.
In conclusione
Crisis Core: Final Fantasy VII – Reunion è molto più di un semplice remastered, grazie alla bontà di Square-Enix di abbracciare l’Unreal Engine 4 e offrire quindi scenari, textures, e poligoni effettivamente nuovi e in alta definizione, e aggiungendo una nuova colonna sonora completamente orchestrata e un nuovo doppiaggio, che rendono il titolo, per certi versi, quasi più simile ad un remake. Tuttavia, il resto rimane completamente fedele all’originale, partendo dalle animazioni passando alla struttura a corridoi delle mappe di gioco, interrotte quasi costantemente da punti di connessione tra esse, dovuto all’hardware del tempo, ma fortunatamente mancando dei caricamenti che caratterizzavano la console. Giocare Crisis Core al giorno d’oggi è un po’ controverso, sia per il fatto che il gameplay sia effettivamente invecchiato, sia perché dal punto di vista della storia non sembra essere il momento adeguato per giocarla, nonostante per quanto riguarda il remake alcune ipotesi sono state prese in considerazione, ma non potremo comprovarle fin quando il nuovo Final Fantasy VII Rebirth, seconda parte della trilogia, arriverà sugli scaffali. Dal punto di vista tecnico è stato sicuramente effettuato un bel lavoro, molto più di quanto normalmente viene fatto, segno dell’affetto che ha questa saga per i fan e per la stessa Square-Enix, ma c’è da dire certamente che non è un titolo che si può consigliare a tutti. Raccomandato in particolar modo a chi ha già finito FFVII all’epoca e se l’è perso, e a chi vuole rigiocarlo. Per i nuovi giocatori chissà sarebbe meglio aspettare un po’ per evitare di spoilerarsi la trama.