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Recensione Crimson Keep

di: Donato Marchisiello

Il mondo dei nostri amati videogames è avvolto dalla magia, dal fanatismo o dalla casualità. Al contempo, queste tre variabili “inoppugnabili” mescolandosi fra loro, producono reazioni che è impossibile prevedere. Ecco, capita ad esempio che arrivi un titolo considerato estremamente bello o brutto da una serie di “fazioni” della community. Ma, inseriti nel mezzo di queste due fazioni, esistono titoli in grado di mettere tutti d’accordo, soprattutto nel momento in cui la realizzazione non propriamente eccelsa, unitamente ad una serie di idee “malsane”, li rendano oggettivamente “ingiocabili”. Ed è proprio il caso di Crimson Keep. Ed è, mio malgrado, difficile da giornalista del settore ligio ad un certo tipo di deontologia, ammettere che ho impiegato più tempo nel redarre questo articolo rispetto al timing speso nel gioco.

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Il titolo è un action game in prima persona con elementi ruolistici e roguelike, nel quale esploreremo dungeon procedurali alla ricerca dell’ultimo item, al contempo affrontando orde di nemici. Lo dirò, senza mezzi termini: nonostante le premesse di un certo spessore e rilievo, Crimson Keep non è un bel gioco. Non è immersivo, non è divertente e trasporta il giocatore in un universo “magico” fatto di frustrazione, sconforto ed istinti consol-omicidi, data la compresenza del permadeath e di una realizzazione tecnica davvero di bassa lega. Il gameplay si snoderà in una serie di dungeon creati in modo random, i quali però risulteranno sempre piuttosto simili nella conformazione e progettazione. Se a questo aggiungiamo l’assenza di una qualsivoglia trama di spessore, avremo quasi immediatamente un quadro apocalittico della qualità dei contenuti di gioco. Nelle battute iniziali, saremo chiamati a creare il nostro alter-ego attraverso uno scarno editor, decidendone anche la classe (Guerriero o Mago). L’obiettivo sarebbe il dungeon crawling più assoluto che, sin dalle prime battute, sarà estremamente complicato per via innanzitutto di un combat system impreciso tecnicamente e che sarà viziato da una certa “latenza” fra input/output in gioco.

Questo enorme limite sarà riscontrabile soprattutto se opteremo per un personaggio che predilige attacchi magici a distanza, i quali falliranno in modo casuale e non tenendo conto alle volte della distanza/posizione dei nemici. In più, avremo a disposizione un tasto adibito alla schivata ma che, spesso e volentieri, cozzerà con un sistema di danno impreciso e che ci vedrà subire anche se nel gioco si sembra a distanza di sicurezza. Durante l’esplorazione, ovviamente, avremo possibilità di acquisire nuovi oggetti, i quali sfortunatamente non saranno dotati di indicatori comprensibili che ne facciano capire l’effettiva utilità, e di salire di livello, con cui sbloccheremo nuove abilità. Lo skill system è piuttosto semplice e organizzato in modo intuitivo, seppur le abilità fra le due classi spesso e volentieri coincideranno o saranno piuttosto simili.

Questa commistione di problematiche, renderanno Crimson Keep quasi ingiocabile e dalla difficoltà incoerente e fortemente viziata dai suddetti limiti tecnici. Ecco che, ad esempio, incontreremo nemici bloccati negli ambienti di gioco, i quali saranno facile preda dei nostri fendenti, o altri che per ragioni sconosciute non riusciremo a colpire, data anche la facilità con cui i nostri attacchi andranno a vuoto, o che ci colpiranno duramente e in modi inspiegabili. In più, nonostante la presenza di due classi, il Guerriero sarà enormemente più avvantaggiato del mago, il quale, al di là della sopracitata difficoltà delle magie di andare a segno, potrà usare i propri poteri in modo limitato e correlato al drop dei nemici che, a tal proposito, sarà piuttosto basso.

Il titolo soffre altresì di un comparto tecnico ampiamente sotto la sufficienza, caratterizzato da scelte discutibili, bug orrendi ed un livello di programmazione che rasenta la negatività assoluta. Tralasciando la qualità estetica degna di un titolo di una ventina d’anni fa, la quale dovrebbe essere una “scelta stilistica” ma che in realtà si traduce in texture ambientali e dei nemici non originali e piuttosto spoglie, Crimson Keep è afflitto da una considerevole serie di bug e glitch piuttosto basilari che lo rendono a tratti ingiocabile. Ad esempio, spesso assisteremo a crash del gioco innescati dai caricamenti che si attivano durante il passaggio da una zona all’altra o a nemici, governati da una I.A quasi inesistente, che inizieranno a comportarsi inspiegabilmente o che si bloccheranno su ostacoli di varia natura.

E’ difficile per un recensore affrontare situazioni del genere, ma Crimson Keep è una produzione di qualità estremamente bassa in ogni direzione si tenti di guardarlo. Tecnicamente è arretrato e infestato di glitch, meccanicamente è impreciso e grossolano, graficamente è datato e spoglio. In questo stato delle cose e mano di interventi “rivoluzionari” da parte dei creatori, non è assolutamente giocabile ne’ tanto meno divertente. Naturalmente, con un notevolissimo lavoro di pulizia e miglioramenti, il gioco potrebbe sicuramente diventare qualcosa di più divertente, emergendo dall’abisso della mediocrità.