Recensioni

Recensione Claire: Extented Cut

di: Luca Saati

Il genere survival horror ha trovato nuova linfa vitale grazie al panorama indipendente che grazie a produzioni come Amnesia e Outlast è stato d’ispirazione per le produzioni indipendenti come Alien: Isolation e Resident Evil 7 in uscita il prossimo anno. Claire si infila in quel genere di produzioni indipendenti horror ma lo fa proponendo uno stile di gioco molto diverso che ricorda un altro titolo indipendente conosciuto come Lone Survivor abbracciando uno stile 2D. Terrificante? Si, ma non nel senso che ci piacerebbe descrivervi.

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

Incubi di un’adolescente

Claire è un’adolescente come le altre se non fosse per la madre in coma. La ragazza così fa di tutto per stare vicina alla madre passando diverse notti in ospedale. Una notte come tante, Claire si sveglia nel bel mezzo della notte per prendere un caffé. Inizia qui il suo terrificante viaggio di paure dove l’ospedale si trasforma davanti ai suoi occhi e la distinzione tra incubo e realtà diventa ben presto poco chiara. La corrente è saltata per tutto l’edificio e strane creature infestano i corridoi.

In Claire non mancano i cliché dei giochi horror come scritte sui muri, luci che saltano improvvisamente, tentativi di jumpscare e molto altro. Il gioco ci prova a spaventare il giocatore e a mettergli un senso di ansia, eppure ogni tentativo finisce col fallire. Claire infatti non riesce mai a spaventare fallendo il primo obiettivo di un gioco horror. Il gameplay poi è molto piatto e vi vedrà attraversare semplicemente un grandissimo numero di corridoi e stanze, risolvere qualche piccolo enigma e scappare dai mostri visto che la protagonista è incapace di difendersi. Dopo neanche un’ora di gioco la noia si fa già sentire a causa dell’estrema ripetitività del gameplay e del level design. L’unica cosa interessante è l’idea di dover stare attenti al livello di paura di Claire le può far perdere la salute e portare al game over. Piacevole l’aspetto visivo con una grafica in pixel art che si adatta allo stile di gioco. Anche il comparto sonoro non è malvagio ma anche lui fallisce nell’obiettivo di spaventare il giocatore.

Commento finale

Claire nasconde qualcosa di buono nel suo plot e nella sua grafica in pixel art, ma la sua struttura di gioco presenta dei limiti enormi annoiando il giocatore invece di intrattenerlo e insinuare in lui quel senso di ansia tipico delle produzioni horror ben fatte. All’inizio di questo articolo tessevamo le lodi delle produzioni indipendenti di riportare in auge il genere horror, purtroppo questo non è il caso del prodotto di Hailstorm Games. Statene alla larga!