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Recensione Call of Duty: Modern Warfare III

di: Donato Marchisiello

In ambito videoludico, sono davvero poche le certezze, quanto meno relative alle uscite di nuovi prodotti. Gli utenti più navigati, però, sanno benissimo che, l’ultimo quarto dell’anno, è sempre quello più denso di nuove uscite o di appuntamenti regolari. Ed è proprio fra quest’ultimi che non può mancare il capitolo ex novo della serie Call of Duty, quest’anno giunta a ben 20 anni di vita. Un gioco epocale e per certi versi divisivo che, nei fatti, ha però creato una schiera nutrita di fedelissimi che, di anno in anno, continua a supportare la longevissima esperienza shooting confezionata made in Activision. Ma, si sa, rendere concettualmente e meccanicamente diverso ogni capitolo di una saga che è ormai necessaria, è cosa difficile. Così come, lato utenza, urgono novelli elementi per far si che la stessa decida, infine, d’aprire il portafoglio e assicurarsi una copia del gioco. Per tutte queste ragioni, in questa sede tenteremo di analizzare Modern Warfare III, terzo anello della saga reinventata nel 2019. Un capitolo che, nei primissimi giorni dall’uscita, ha generato non poche perplessità e critiche da parte di una fetta dell’utenza, relative proprio ai contenuti ed al suo spirito. La domanda, al solito, è sempre la stessa: val la pena aprire il portafoglio?

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Call of Duty: Modern Warfare III, come da tradizione della serie, è sostanzialmente spaccato in due anime distinte: l’esperienza offline e quella online. Partiamo dalla prima: la campagna in singolo del gioco, da sempre un punto fermo dell’esperienza, tra alti e bassi. Storicamente, la serie ha alternato campagne sufficientemente ispirate, con addirittura in alcuni casi scelte o componenti ruolistiche, ad altre più limitate e trascurabili. Se dovessimo associare l’esperienza in singolo di Modern Warfare III ad uno dei due gruppi, probabilmente sarebbe più oggettivamente accostabile al secondo gruppo. La campagna è un continuum della linea narrativa cominciata col primo capitolo del Modern Warfare uscito nel 2019. In questo frangente, seguiremo le spericolate gesta del sempreverde capitano Price, alle prese con le macchinazioni infernali dell’altrettanto iconico e cattivissimo Vladimir Makarov. Per chi desiderasse rivivere le campagne epocali dei primi CoD, in Modern Warfare III non troverà pane per i suoi denti (così come accade da un bel po’): la campagna del nuovo capitolo, per quanto tutto sommato godibile, sarà breve (circa 5 ore), un po’ troppo segmentata e tendenzialmente strutturata su continui percorsi rigidi e prefissati (seppur vi saranno alcune missioni che concederanno un minimo di esplorazione e liberatà di movimento). La narrativa continua sul filone d’azione classico della serie, offrendo una storyline sicuramente incalzante ma non chissà quanto ispirata o trascinante.

Naturalmente, come ormai accade da qualche lustro, il fulcro reale del titolo è il multiplayer, dunque la campagna, al netto di alcuni evidentissimi limiti, è da considerarsi un extra di lusso e nulla più. Il cuore di CoD è il multiplayer ed è poi, sostanzialmente, il motivo per cui il titolo miete milioni di utenti ogni anno. E come ogni anno, la componente online è mastodontica e piena zeppa di contenuti.

Innanzitutto, va sottolineato come Modern Warfare III utilizzerà lo stesso Hub (chiamato CoD HQ) del capitolo precedente, segno di un certo instradamento, anche estetico, dell’esperienza verso dei lidi sempre più MMO. Allo stato attuale, il titolo comprende al suo interneto 20 mappe totali, di cui la stragrande maggioranza riedizioni delle mappe classiche dell’indimenticato Modern Warfare 2 del 2009. Ma, stando alle parole degli sviluppatori, ben presto il pacchetto delle mappe multiplayer sarà ulteriormente espanso, anche con mappe prese dal Modern Warfare II dello scorso anno. Oltre la mappe, Modern Warfare III offrirà un nugolo impressionante di modalità, alcune tipiche della saga, altre che offrono esperienze evolutesi da altre vetuste modalità della saga oppure più vicine a Battlefield o Overwatch per quanto concerne gli obiettivi da raggiungere o il numero dei giocatori complessivamente presenti sulla mappa. Ce n’è per tutti i gusti ed i palati ed è praticamente impossibile, se si è amanti del genere, non trovare una o più modalità di nostro gradimento.

L’asso vincente tra le carte di CoD, è sicuramente il complessivo gameplay, da sempre strutturato su frenetici canoni arcade ma con quella (minuta) punta di realismo che rende più immersivo il gioco. Modern Warfare III non fa differenza ma anzi, per certi versi, è una sublimazione di questo concetto, un’ulteriore testimonianza di come vi sia una certa tendenza, sicuramente elucubrata, al ripescare i meccanismi veloci e leggeri dei passati capitoli. La parola è “correre” ed è questa, in sostanza, l’esperienza a cui assisteremo in Modern Warfare III: il gameplay, sostanzialmente, risulterà ancor più frenetico e accelerato del passato capitolo, tornando forse ai livelli di un tempo nemmeno troppo lontano. Come sempre, avremo una infinità di armi e relativi accessori, in larghissima misura eredità del precedente capitolo, così come equipaggiamenti tattici suddivisi in classi specifiche e abilità speciali. Vi sono, anche in questo frangente, diverse novità sia strutturali (i famosi perk saranno legati all’equipaggiamento), sia meccaniche (come lo slide ed il reload cancel), tutto orientate all’alleggerimento complessivo del gameplay in favore del puro dinamismo. Rispetto al precedente capitolo, sarà sin troppo visibile anche un aumento sostanziale del Time to Kill (il tempo necessario per abbattere l’avversario, ndr), che risulterà più dilatato e che quindi favorirà più la precisione invece della velocità di esecuzione. Lato gunplay, invece, le novità saranno millimetriche e più legato ad un generale pulizia chirurgica del comportamento delle bocche da fuoco.

Sicuramente, la reale novità di Modern Warfare III è la nuova modalità Zombi che, riducendo all’osso, offrirà una esperienza simile a Warzone in una vasta mappa popolata però da non morti di varia potenza e grado, oltre che di team avversari umani per un totale di 24 giocatori. La modalità è cooperativa (finalmente!) e non prevede una reale competizione tra i vari giocatori presenti sulla mappa, ma il raggiungimento di una serie di obiettivi (gli amati/odiati contratti di Warzone), con tanto di estrazione finale che permette di accumulare l’equipaggiamento e di conservarlo per le partite successive. Naturalmente, così come funziona attualmente per Warzone, se si muore o se si chiude la partita senza estrazione invece, si perderà tutto ciò che si è faticosamente guadagnato. Va inoltre segnalato che la modalità prevede al suo interno anche una (risicata) storyline, costituita da una serie di missioni specifiche e che verrà espansa nel corso del tempo. In generale, una buona novità (seppur, di realmente nuovo vi sia poco) che va a rivoluzionare la vecchia modalità Zombi, piacevole ma forse un po’ troppo limitata. In generale, Modern Warfare III è un buon prodotto che, sicuramente, farà la felicità degli appassionati del multiplayer dinamico ed ultra-competitivo del gioco che è, ufficiosamente, da anni il cuor battente della produzione.

Modern Warfare III

Detto ciò, è impossibile non notare come, in larghissima misura, il prodotto risulti essere sostanzialmente una versione riveduta e corretta dei precedenti Modern Warfare (specialmente il capitolo dell’anno scorso). Un perfezionamento chirurgico, con tanto di mappe ed equipaggiamenti presi di peso dal passato, piuttosto che un titolo ex-novo con una sua anima specifica: ed è, forse, proprio per questo motivo che il titolo ha, in fin dei conti, un odore più vicino ad una costosa ma corposa espansione, piuttosto che di un elettroludo a sé stante. Da un punto di vista più squisitamente tecnico, non c’è al solito nulla da eccepire o quasi poichè, anche in questo frangente, l’impianto è rimasto quasi invariato rispetto allo scorso capitolo. Graficamente il gioco offre dettagli di alto livello, con modelli poligonali ben definiti ed ambienti, per quanto sicuramente limitati, affascinanti e sufficientemente delineati. Vi saranno anche diverse impostazioni legate all’estetica, perlopiù cosmetiche ma anche alcune più sostanziali (come il FideltyFX di AMD, utile per aumentare la complessiva nitidezza dell’immagine senza appesantire gli oneri per la console). Le animazioni sono sempre al top, caratteristica fondante della saga, così come apicale è la fluidità a 60 fotogrammi al secondo (vi sarà anche il supporto per i 120 hz su Series X), ormai marchio di fabbrica dell’esperienza di gioco. Il test, avvenuto su Xbox Series X, non ha riportato nessuna infrazione da cartellino giallo o rosso, se non qualche compenetrazione poligonale qui e lì nelle mappe più articolate e complesse.

La domanda è questa: Modern Warfare III è una enorme espansione o un gioco nuovo ed a sé stante? La verità, come recitavano i saggi latini, giace nel mezzo ed è proprio lì che ci sentiremmo di piazzare il nuovo capitolo della saga. Poche le novità (e anch’esse, sostanzialmente, evoluzione del passato), qualche carenza qualitativa a livello contenutistico ma un impianto ludico multiplayer mostruoso e tecnicamente infinito. La risposta al se valga la pena o meno acquistarlo, giace probabilmente nel passato recente del giocatore. Chi ha divorato il precedente capitolo, probabilmente, faticherà a far distinzione tra Modern Warfare II e III. Ma, al contrario, chi non compra Call of Duty da un po’, potrebbe trovare in Modern Warfare III una sublimazione dei vecchi crismi dell’esperienza CoD, tutta votata al dinamismo ed alla freneticità. Modern Warfare III è probabilmente il capitolo recente più pulito su tanti fronti ma, al contempo, è anche probabilmente quello più avaro di reali novità: un dualismo/dissidio che, inevitabilmente, ha reso e renderà divisiva la sua complessiva offerta ludica.