Recensione Bound by Flame
Il 2014 ed il suo diretto seguito hanno tutta l’aria di essere dedicati alle produzioni ruolistiche: i primi mesi dell'anno in corso ci hanno già regalato un’esperienza di notevole spessore, quel Dark Souls 2 capace di mettere d’accordo i possessori di PS3 e Xbox 360. Toccherà all’ultimo trimestre e agli inizi del 2015 fare, con tutta probabilità, giustizia sul versante next generation grazie all’arrivo di Dragon Age: Inquisition e The Witcher 3. È in un simile scenario popolato da pesi massimi che, quasi in sordina, i transalpini ragazzi di Spiders hanno scelto di lanciare la loro ultima fatica, il Bound by Flame di cui vi parleremo a brevissimo: scellerata scelta di marketing oppure smisurata fiducia nel proprio lavoro? A conti fatti pare più adatto alla situazione il primo scenario.
di: Simone CantiniIl 2014 ed il suo diretto seguito hanno tutta l’aria di essere dedicati alle produzioni ruolistiche: i primi mesi dell’anno in corso ci hanno già regalato un’esperienza di notevole spessore, quel Dark Souls 2 capace di mettere d’accordo i possessori di PS3 e Xbox 360. Toccherà all’ultimo trimestre e agli inizi del 2015 fare, con tutta probabilità, giustizia sul versante next generation grazie all’arrivo di Dragon Age: Inquisition e The Witcher 3. È in un simile scenario popolato da pesi massimi che, quasi in sordina, i transalpini ragazzi di Spiders hanno scelto di lanciare la loro ultima fatica, il Bound by Flame di cui vi parleremo a brevissimo: scellerata scelta di marketing oppure smisurata fiducia nel proprio lavoro? A conti fatti pare più adatto alla situazione il primo scenario.
Un demone per capello
Vulcan è un bravo mercenario oramai da tempo al soldo delle Lame Franche, un gruppo di abili guerrieri sempre pronti a combattere in nome di chi ha il borsello più gonfio di sonante oro. Il problema è che a meno di stravolgimenti epocali ogni sorta di compenso difficilmente potrà essere speso in bagordi e lussi, dato che l’armata dei Signori del Freddo ha oramai ridotto al lumicino le speranze dei viventi: le loro armate di zombie stanno rapidamente mietendo vittime tra gli abitanti di Vertiel e gli unici apparentemente in grado di porre un freno a questa ecatombe sono gli Scribi Rossi, un ordine di eruditi esperti di arti magiche, in procinto di compiere un misterioso rituale, volto a debellare le file nemiche. Peccato che, come vuole la tradizione, la più facile delle strade si interrompa bruscamente e la magia degli Scribi Rossi sfugga al loro controllo, finendo con il liberare un demone che si insidierà nel corpo di Vulcan, dotandolo dei poteri del fuoco e rendendolo di fatto una potentissima arma contro i Signori del Freddo. Ed è a questo punto che l’avventura narrata in Bound by Flame prende seriamente il via, snodandosi per circa una ventina di ore in un susseguirsi di lotte tra mostruose creature, esplorazioni e scelte morali che porteranno Vulcan ad influire in maniera comunque poco marcata sulla composizione delle missioni, ma in modo più deciso sul suo essere: assecondare o meno la nuova voce interiore, difatti, non sarà privo di qualche risvolto.
Chi di spada ferisce…
Pescando a piene mani dalle meccaniche ludiche di giochi del calibro di Kingdom of Amalur e (soprattutto) The Witcher 2, Bound by Flame si presenta come un action/RPG in cui i combattimenti all’arma bianca accompagnati da alcuni incantesimi costituiscono il fulcro portante dell’esperienza. Il combat system permetterà di affrontare i nemici con armi pesanti oppure leggere: nel primo caso la velocità di movimento sarà limitata, ma saremo in grado, oltre che di sferrare fendenti decisamente più potenti, di aprire la guardia degli avversari oltre che di parare i loro colpi con maggiore efficacia. Nel caso scegliessimo un approccio più snello beneficeremo di una maggiore mobilità e rapidità di attacco, a scapito però di una minore capacità di offesa e di una efficacia della parata decisamente ridimensionata. In abbinamento a questi due stili principali potremo contare anche sull’apporto di una balestra (utile per attacchi a distanza) e dei poteri del fuoco che ci saranno garantiti dal nostro ospite. Seppure basilare come mosse, almeno a livello puramente meccanico il tutto funziona bene, permettendo al giocatore di scegliere l’approccio tattico che più gli è congeniale: peccato che questo vada a cozzare con una gestione della telecamera che si è rivelata imbarazzante in più di una situazione e che, complice un level design claustrofobico e ricco di angoli ciechi, rende quasi sempre difficoltosa la leggibilità degli scontri. A complicare il tutto concorre anche uno sbilanciamento marcato della difficoltà di gioco che ci porterà sempre a lottare contro avversari decisamente più coriacei e minacciosi del nostro Vulcan. Poco importa quale sia il nostro livello ed il nostro armamentario, per abbattere anche il più inutile dei non morti saranno sempre necessari molti più fendenti di quanti ne occorrano a noi per giungere al game over. E considerando che difficilmente affronteremo meno di 4 avversari per volta, capite bene quanto sia necessario non prendere alla leggera ogni combattimento. A poco serve, in questo caso, l’aiuto che ci verrà fornito da uno dei NPC (selezionabile in un range di 5) che potrà accompagnarci nel corso delle varie missioni, dato che non brillando certo per intelligenza artificiale fungeranno unicamente da temporanei bersagli per le truppe dei Signori del Gelo. Questo è un vero peccato, perché il contorno che fa da collante alle numerose lotte è davvero ricco di spunti interessanti, sia narrativi che ludici, seppur non proprio originalissimi: Vulcan potrà contare su di un nutrito set di equipaggiamenti, quasi tutti potenziabili tramite alcune slot che potremo personalizzare a patto di avere i materiali necessari. Questi ultimi forniscono anche accesso ad un sistema di crafting che ci permetterà di creare trappole esplosive, dardi per la nostra balestra e le utilissime pozioni curative. Non mancheranno, inoltre, missioni secondarie che velocizzeranno l’accumulo dei punti esperienza necessari a potenziare Vulcan, i quali potranno essere spesi per aumentare le 3 forme di attacco primarie (armi pesanti, leggere e piromanzia) oltre che per sbloccare alcuni perk passivi.
Un mondo povero
Sotto il profilo squisitamente tecnico il primo incontro con Bound by Flame si rivela decisamente non troppo invitante, segno evidente di una produzione le cui ambizioni sono state drasticamente ridimensionate da un budget non certo altisonante. Avviata la partita ci verrà chiesto di dare vita al nostro eroe, scegliendone nome, aspetto e sesso: peccato che le opzioni siano quattro in croce e che qualunque sia la scelta operata sempre Vulcan saremo chiamati durante tutta l’avventura. Insomma, non proprio un bel biglietto da visita. Le cose migliorano leggermente una volta che prenderemo attivamente in mano il pad dato che, pur non brillando per perizia tecnica, il motore diBound by Flame si è dimostrato snello e sempre fluido. Certo, il polycount tutt’altro che elevato, le texture non esaltanti e la complessità generale degli ambienti (una sequenza difficilmente leggibile di corridoi) aiutano molto ad alleggerire i calcoli di quello che uno scenario non certo degno della versiona PS4, quella da noi testata. Gradevole l’accompagnamento sonoro curato da Olivier Derivière (Remember Me) ed il doppiaggio esclusivamente in lingua inglese, sottotitolato però in un italiano non sempre aderente al parlato originale.
Orbene ci troviamo al cospetto di una sonora bocciatura? Quasi. A dispetto degli evidenti difetti evidenziati poco sopra, da imputare quasi sicuramente alle non certo opulente casse di Spiders, Bound by Flame potrebbe riuscire a catturare la vostra attenzione, soprattutto se siete patiti di action/RPG e siete incapaci di attendere le prossime bombe. La narrazione piacevole ed il setting accattivante unite ad una indubbia bontà concettuale potrebbero farvi chiudere un occhio sulle magagne che rendono difficoltoso e snello l’incedere delle vicende. Certo, vista la caratura complessiva del titolo sarebbe stato più logico proporlo magari a prezzo budget: c’è da sperare che Spiders faccia tesoro di questa esperienza e sappia smussare sensibilmente le varie criticità nella sua prossima fatica, che il potenziale per tirare fuori dal cilindro un candido coniglio ci sono tutte. Che questo, per quanto arzillo, è risultato decisamente spelacchiato…