Recensione Battlefield V
di: sittingbull17Spesso, giocando a degli sparatutto, dimentichiamo che ci stiamo immergendo negli orrori della guerra. È perfettamente normale, trattandosi di un gioco, dimenticarsi che stiamo uccidendo decine di persone, perché non le stiamo realmente uccidendo. Battlefield V però, non è un gioco di guerra, bensì una simulazione verosimile e come tale ci tiene a ricordarci che la guerra è una cosa seria. I toni in Battlefield V non vengono mai smorzati e, sin dalla bellissima sequenza iniziale, i ragazzi di DICE ci ricordano che quelle centinaia di migliaia di soldati mandati al macello erano ognuno un’anima, con una casa, una famiglia, dei cari che non hanno mai più rivisto. Battlefield non ha mai nascosto la sua vena simulativa e già nella scorsa iterazione aveva fatto un passo verso una simulazione verosimile di una guerra reale, ma questa volta siamo davvero ad un livello superiore. Si va in guerra, soldato.
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Storie di guerra
In Battlefield V, non abbiamo una singola campagna, bensì tre Storie di guerra, con una quarta in arrivo. In Under no flag ci ritroveremo nei panni di Billy Bridger, un criminale londinese in cerca di redenzione, arroulato dalla SBS per un’operazione di sabotaggio in una base della Lutwaffe, in Nordafrica. In Nordlys saremo Solveig Fia Bjornstad, una partigiana norvegese impegnata nel salvataggio della madre, una scenziata catturata dai tedeschi per le ricerche sulla bomba atomica. Infine in Tiralleur, saremo uno dei soldati delle colonie francesi, il senegalese Deme Cisse, chiamato a proteggere una patria che non ha mai visto prima e cancellato dalla storia, come molti dei soldati coloniali francesi. In arrivo a breve poi, c’è The last tiger, una storia che dovrebbe parlare dei soldati impiegati per i carri armati ( i Tiger appunto) dalla Germania. Si tratta di storie di particolare eroismo, storie di uomini e donne che con il loro coraggio hanno fatto la differenza e, anche nel fallimento, hanno dato tutto per la patria. Difficile non sentirsi toccati da queste storie, non reali ma verosimili (anche se con qualche licenza di troppo). C’è da dire che questa modalità singleplayer rappresenta un passo avanti per narrazione e gameplay. Le storie sono raccontate in maniera eccellente e coinvolgente, con un marcato accento sulle emozioni dei personaggi che restituisce una sensazione di grande empatia. Sotto il punto di vista del gameplay invece, abbiamo mappe molto più aperte che ci invogliano a tentare diversi approcci. Peccato per la durata di 6-7 ore (destinata a crescere comunque), ma per il resto, bene tutto.
Simulazione di guerra
Come ho detto in apertura, Battlefield V si spinge a livelli di simulazione decisamente più alti rispetto ai suoi predecessori, pur non essendo un simulatore vero e proprio. La grande forza del gioco secondo me, è proprio la capacità di restare user friendly, pur raggiungendo un’elevata complessità. Il gioco è semplice ed intuitivo, come un qualsiasi CoD, ma è molto più complesso e ricco di meccaniche. Ci sono le classi (Assalto, Supporto, Ricognitore e Medico) ed è molto importante che in ogni squadra da 4 ci sia un membro per ogni classe. La salute non si rigenera automaticamente e le munizioni sono limitate, quindi medico e supporto non sono fondamentali, ma quasi. Va detto che tutte le classi possono rianimare i compagni, tuttavia il medico è decisamente più rapido. Le mappe sono ben studiate e consentono una grande varietà di approcci all’azione. Rispetto alla precedente iterazione, qui abbiamo anche mappe cittadine, come Rotterdam, in cui ci troviamo a districarci tra le vie della città che poco a poco si distrugge. Gli ambienti sono in buona parte distruttibili e questo contribuisce a creare varietà anche nel corso della stessa partita. Ho particolarmente apprezzato il feedback delle armi, molto differenti tra di loro, che impongono al giocatore uno studio attento per capire quale sia l’arma più adatta alle proprie esigenze. Il gunplay resta soddisfacente e i veicoli sono i soliti.
Modalità migliorate
Belle le modalità: ci sono le classiche, con l’aggiunta di Operazioni su vasta scala (evoluzione di Operazioni) e Sfondamento. In Operazioni su vasta scala, dovremo affrontare una battaglia in 4 fasi, ognuna delle quali è una diversa modalità di gioco. Nella prima fase gli attaccanti si paracadutano e devono raccogliere bombe e distruggere determinati obiettivi, seguono due battaglie in cui si alternano Conquista e Prima linea. ogni vittoria porta bonus nella fase successiva. Se dopo queste battaglie il risultato è pari, ci si affronta in un deathmatch finale senza rientri. Il tutto è unito da un filo narrativo che conferisce un sapore diverso alle battaglie, decisamente apprezzato. In Sfondamento invece, è necessario prendere il controllo di più punti contemporaneamente per poter avanzare, finché non si raggiunge la base avversaria. Giunti alla base, la si prende d’assedio, se si fallisce, ricomincia il ciclo. Questa modalità è particolarmente interessante perché non c’è un attaccante e un difendente: entrambe le squadre tentano di avanzare e spesso si assiste a repentini cambi di fronte. Le modalità classiche invece, escono arricchite dalle nuove meccaniche ed acquisiscono un’aura differente.
Lato tecnico fantastico, ma…
Il lato tecnico di Battlefield 5 è un po’ la nota dolente del gioco. Mi spiego meglio. La grafica è straordinaria: con un livello di dettaglio altissimo e ambienti dall’alta distruttibilità, questo titolo rappresenta sicuramente uno dei punti più alti dell’anno videoludico. Stesso discorso per il sonoro, molto dettagliato e verosimile e una localizzazione dei suoni che fa la differenza, permettendoci di capire dove sono i nemici. Purtroppo però, ci sono alcuni problemi, quasi esclusivamente in singleplayer, su cui non sono riuscito a passare su. In primo luogo, ci sono dei buchi nella mappa o dei punti dove la modellazione poligonale è da rivedere: ho visto nemici finire sotto la mappa mentre camminavano sul loro percorso abituale. Un paio di volte mi sono incastrato in punti non particolarmente inaccessibili e ho dovuto ricaricare l’ultimo checkpoint. Una volta mi si è buggata una missione: sono andato sul punto indicato dalla mappa e non è partito il filmato che doveva farmi progredire. Ho avuto anche un paio di casi di freeze importanti (20-30 secondi). Per chi se lo stesse chiedendo: ho giocato su PS4 pro. Condiscono il tutto glitch grafici che non inficiano il gameplay, ma distruggono l’immersività (come la mia arma che diventa invisibile nel bel mezzo di uno scontro). Personalmente trovo che sia un peccato che il gioco abbia questi problemi. Resta giocabile e apprezabile, ma senza questi nei, non avrebbe difetti.
Battlefield V è divertente e realistico, ma non dimentica che si parla di guerra e in guerra non vince mai nessuno. Una campagna emozionante e delle modalità multiplayer di alto livello lo rendono senza dubbio lo sparatutto da avere. Aggiungiamo anche che arriverà una battle royale e che tutti i DLC saranno gratuiti, novità non indifferente. Ha dei problemi tecnici, ma confido che verranno risolti con qualche patch. Chi compra Battlefield V ora, si assicura un FPS di altissimo livello che lo accompagnerà almeno per tutto il 2019. Se vi piacciono gli FPS non potete lasciarvelo scappare.