Recensione Bandit Six: Combined Arms
di: Simone CantiniNascere in ambiente mobile, per quanto virtuale, per poi approdare con relativa calma su console, questo è il percorso seguito da Climax con Bandit Six: Combined Arms, raccolta di due giochi sviluppati e cresciuti agli albori di questa tecnologia, riproposti su PS4 ad un prezzo quanto mai competitivo, pur al netto della loro innegabile ingenuità e semplicità.
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Tu gust is megl che uan
Prendi due e paghi uno, un concetto capace di fare da sempre la felicità dei nostri borsellini e che proprio in Bandit Six: Combined Arms trova un valido esponente. Il bundle contiene, difatti una doppia proposta, seppur molto allineata per quanto concerne l’offerta ludica. Si tratta fondamentalmente di due shooter a camera fissa, espediente utilizzato per limitare il motion sickness, pur non rinunciando ad una sana frenesia blastatoria. In Bandit Six siederemo, difatti, ai comandi di una mitragliatrice alloggiata in coda ad un aereo ed il nostro compito sarà quello di abbattere quanti più velivoli nemici durante un corposo set di missioni, ovviamente contraddistinte da obiettivi e difficoltà crescenti. Il tutto sarà regolato da un gameplay prettamente arcade, con il mirino controllato dai movimenti della nostra testa e i dorsali demandati alla gestione del fuoco. Niente di estremamente complesso, ma non per questo meno impegnativo, dato che la nostra arma, se abbonderemo con il piombo, tenderà a surriscaldarsi in maniera molto rapida, lasciandoci esposti ai proiettili avversari. Fortunatamente in nostro soccorso giungeranno, di tanto in tanto, casse contenenti potenziamenti temporanei in grado di rendere più agevole il da farsi. Se ciò non dovesse essere sufficiente, tra una missione e l’altra sarà possibile upgradare la nostra strumentazione, investendo i crediti racimolati durante le varie sortite. Questo fattore inciderà pesantemente sulla longevità e la rigiocabilità del titolo, dato che per ottenere i punteggi migliori e guadagnarsi così il più alto numero di medaglie previsto da ciascuno stage (che serviranno a loro volta per sbloccare le missioni più avanzate), sarà necessario ripercorrere le situazioni già affrontate una volta divenuti più letali. Si tratta, in definitiva, di un prodotto non certo complesso, ma che ha nella semplicità e nell’immediatezza i suoi punti di forza: un ottimo passatempo per quando abbiamo voglia di un po’ di sana azione scacciapensieri. Simile nelle meccaniche di gestione del mirino, ma più vicino all’esperienza dei tower defence classici è Salvo, il secondo titolo presente in Bandit Six: Combined Arms. In questo caso ogni mappa di gioco sarà caratterizzata da alcune postazioni fisse, tra le quali potremo spostarci a piacimento semplicemente premendo i dorsali del controller. Fondamentale, prima di ciascuna missione, diverrà decidere quale armamento assegnare a ciascuna di esse, investendo i crediti disponibili. Queste, inoltre, potranno essere potenziate in maniera del tutto simile a quanto avviene in Bandit Six, rendendo estremamente rigiocabile il tutto, grazi alla presenza delle già citate medaglie premio e degli upgrade. Anche in questo caso siamo al cospetto di una sana esperienza arcade, condita con un pizzico di strategia in più capace di rendere Salvo un titolo leggermente più complesso del suo compagno di avventura.
Modeste pretese
Gridare al miracolo al cospetto del comparto tecnico di Bandit Six: Combined Arms risulta quanto mai difficile, vista l’essenzialità della grafica proposta dalla duplice produzione targata Climax, ma non per questo il lavoro compiuto è da disprezzare. Come sempre, parlando del PlayStation VR, l’abbassamento delle pretese estetiche consente una pulizia generale decisamente apprezzabile, sia che si parli della scelta più realistica fatta per Bandit Six, sia si citi il cel shading utilizzato in Salvo. Senza infamia e senza lode l’accompagnamento sonoro, mentre fa piacere trovare all’interno di una produzione indipendente (una volta tanto!) la localizzazione in italiano di tutti i testi.
Bandit Six: Combined Arms tradisce il suo essere un prodotto pensato e cresciuto attorno all’universo mobile e, solo in seguito, proposto su PS4. Semplice ed estremamente basilare, pur accompagnato da una piccola spruzzata di elementi ruolistici e strategici, la produzione Climax rappresenta un dignitoso passatempo virtuale, ma se cercate la complessità ed un motivo imprescindibile per giustificare la spesa del PlayStation VR fareste bene a passare oltre.