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Recensione Azione e strategia con Hybrid

Hybrid, gioco scaricabile dal Marketplace per 1200 Microsoft Points, mescola i classici sparatutto in terza persona, alias TPS, con gli strategici, meno frequenti su console casalinghe, ed elementi propri dei giochi di ruolo, i classici GdR. Il risultato finale? Un gioco che non riesce né a spiccare il balzo e a classificarsi come un esperimento riuscito, né a sprofondare nel limbo di produzioni mal riuscite. Insomma, si tratta proprio in tutti i sensi di un vero e proprio ibrido...

di: Giorgio "Nadim" Catania

A qualcuno piacciono gli ibridi. Videogiochi che sanno prendere le caratteristiche di un determinato genere e fonderle con quelle di un altro totalmente differente. Sono poche le software houseche tentano questi esperimenti, perché i risultati spesso sanno essere imprevedibili: talvolta il prodotto finale si rivela buono, in grado di proporre un gameplay originale e capace di accontentare un pubblico più ampio del solito, forte di situazioni di gioco varie e uniche; in altre circostanze invece la miscela non riesce ad accontentare, incapace di proporre gli elementi migliori dei vari generi da cui proviene, risultando così indigesta a tutti i tipi di giocatori.
Hybrid, gioco scaricabile dal Marketplace per 1200 Microsoft Points, è appunto uno di questi rari ibridi. Che mescola i classici sparatutto in terza persona, alias TPS, con gli strategici, meno frequenti su console casalinghe, ed elementi propri dei giochi di ruolo, i classici GdR. Il risultato finale? Una via di mezzo di quanto detto sopra, un gioco che non riesce né a spiccare il balzo e a classificarsi come un esperimento riuscito, né a sprofondare nel limbo di produzioni mal riuscite. Insomma, si tratta proprio in tutti i sensi di un vero e proprio ibrido…

Invasioni aliene, jetpack e droni… la solita routine!

La storia che fa da sfondo alle vicende, accennata vagamente con un rapidissimo video introduttivo, parla di un’invasione aliena ai danni di noi poveri terrestri, la razza più maltrattata di tutto l’universo. Ovviamente le truppe umane, spinte da un immancabile quanto comprensibile istinto di sopravvivenza, si sono organizzate per respingere i nemici. Così comincia un conflitto su scala mondiale, che coinvolge i principali continenti del globo – tutti tranne l’Oceania, a quanto pare agli sviluppatori stanno antipatici gli australiani, i canguri e i simpatici koala. Lo scopo è quello di lottare contro gli alieni per poter mettere le mani sulla Materia Oscura, risorsa presente in ogni paese e capace di cambiare le sorti del conflitto. E questo è quanto.
Una volta finito il filmato iniziale, Hybrid concede al giocatore di scegliere per quale fazione schierarsi, i potenti invasori Variant o gli orgogliosi terrestri Paladin. La scelta non è poi così rilevante ai fini del gameplay, se non per l’impossibilità di cambiare bandiera fino alla stagione successiva e l’eventuale impossibilità di giocare con amici appartenenti alla fazione opposta. Dopo tale scelta ci si può allenare con un breve quanto esplicativo tutorial, che spiega nel dettagli le meccaniche di gioco del titolo.
Si scopre così che il giocatore controlla, tramite una visuale in terza persona, un singolo soldato proiettato su uno dei campi di battaglia presenti. Lo scopo del soldato in questione è quello di uccidere più nemici possibili, mirando e sparando come in un qualsiasi sparatutto, lanciando granate di vario tipo e ricaricando nei momenti opportuni. Per eliminare i rivali e portare a termine gli altri compiti il giocatore deve spostarsi tra le varie piattaforme presenti nella mappa. Attenzione però: non si può far muovere il personaggio a proprio piacimento, bensì lo si può semplicemente far volare da un punto di riparo all’altro tramite l’utilizzo di comodi jetpack. Gli spostamenti quindi risultano sempre limitati, caratteristica particolarmente insolita per un TPS, permettendo solo o voli tra le varie piattaforme o spostamenti da un lato all’altro dei muri difensivi, utili per proteggersi dai colpi nemici a seconda della loro direzione di provenienza. Tale limitazione nei movimenti potrebbe far storcere il naso agli amanti dell’azione, anche se bisogna ammettere che questa insolita trovata rende l’esperienza di gioco meno prevedibile e più tattica. Muoversi a casaccio nelle arene infatti non paga mai, visto che si può essere attaccati in qualsiasi istante da qualsiasi parte, specialmente se si considera che alcuni ripari permettono di raggiungere i soffitti o le pareti verticali, spostando la prospettiva e l’approccio agli scontri. Il gioco di squadra, invece, permette ai membri delle fazioni di coprirsi l’un l’altro rendendo il gruppo più forte e competitivo.
Inoltre la possibilità di accelerare il volo durante gli spostamenti, di cambiare direzione e riparo in qualsiasi momento e di sparare fintanto che si è sospesi in aria aggiunge di certo del pepe alla semplice formula di base. E mano a mano che il giocatore elimina gli avversari, si sbloccano dei premi particolarmente utili: droni da combattimento da poter evocare sul campo di battaglia dopo la prima, la terza e la quinta uccisione, dalla pericolosità sempre maggiore.
Carne al fuoco in altre parole ce n’è parecchia, anche se qualche difetto nella formula non manca. Sebbene gli scontri si rivelino sempre abbastanza intensi, a causa delle mappe piccole, talvolta sfociano nella confusione, a causa sia di un sistema di controllo difficile da padroneggiare che delle già citate ridotte dimensioni delle arene. Se gli amanti dell’azione potrebbero non avere problemi in un gameplay tanto frenetico, in cui avere grandi riflessi può fare enormi differenze, a chi è solito approcciare gli scontri con pacatezza e cautela potrebbe presto venire a noia lo stile di gioco troppo rapido.

Questione di tecnica

Dopo ogni battaglia i giocatori ricevono preziosi punti esperienza con cui salire di livello, caratteristica chiave per sbloccare nuove armi, granate, abilità e potenziamenti vari. Gli strumenti di distruzione tra cui scegliere sono abbastanza, quindi la varietà non manca, anche se c’è da segnalare un bilanciamento non perfetto nelle armi, alcune ben più potenti di altre. Se però si ha fretta di mettere le mani su qualcosa, si può accelerare il procedimento di level up semplicemente acquistando gli articoli che interessano, convertendo preziosi Microsoft Point in crediti del gioco e dandosi allo sfrenato shopping.
In base ai risultati ottenuti durante gli scontri, inoltre, si può aiutare attivamente la propria fazione nella battaglia per il dominio sulla Materia Oscura nel paese dove si è lottato – lo si può scegliere prima di ogni partita dal menù principale, in base allo sviluppo della guerra portata avanti dal resto dell’utenza. Una caratteristica certamente originale, capace di coinvolgere un po’ di più il giocatore.
Ciò che invece mina abbastanza il valore del gioco è la qualità tecnica: a partire da una grafica non particolarmente brillante, che si accontenta di proporre mappe e modelli poligonali abbastanza semplici, continuando per un comparto sonoro che fa un lavoro discreto ma che non riesce a rimanere impresso nella mente del giocatore, concludendo con un codice di rete non efficace. Questo in particolare ha destato più di un dubbio, con tempi di caricamento lunghi, molto lunghi, estremamente lunghi, e partite non sempre stabili. Cose che in un gioco votato al solo online e che fa della frenesia uno dei suoi punti di forza non sono di certo troppo apprezzabili.

Una battaglia che poteva essere epica

Hybrid è un gioco originale, capace di fondere vari generi in maniera intelligente. Prendendo la velocità e l’adrenalina dei TPS, alcuni elementi tattici degli strategici e quel pizzico di varietà che solo i GdR riescono a donare, appunto. Se ci si dovesse limitare a valutare questo nel gioco, il voto sarebbe certamente positivo. Ma se si considera un netcode non perfetto e funestato da caricamenti snervanti, che trasformano rapide sessioni di gioco in attese estenuanti, il comparto grafico e sonoro che svolgono il loro lavoro molto modestamente e l’assenza di qualsivoglia modalità offline, causa della troppo anonima e inconsistente trama, si capisce che il risultato finale viene minato. Per essere poi ulteriormente penalizzato da un gameplay talvolta troppo rapido e caotico, capace di non piacere anche chi è cresciuto con pane e TPS o FPS.
Un ibrido riuscito solo in parte, insomma, né più né meno.