Recensione Attack On Titan 2: Final Battle
di: Donato MarchisielloDefinire Attack on Titan “semplicemente” un manga/anime è sin troppo riduttivo. Iniziato “in sordina” nel 2009, l’universo post apocalittico disegnato da Hajime Isayama ha preso man mano piede, sino a spodestare un gigante come One Piece nel 2014 come anime più seguito in Giappone. Ed è quasi naturale che, dal manga/anime, si arrivi con un balzo alla trasposizione videoludica (oltre alla normale vagonata di merchandise vario ed eventuale da cui è sin troppo prevedibile esser inondati).
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AoT 2 Final Battle è la versione definitiva del secondo capitolo ludico della serie, che ha fatto il suo debutto qualche anno fa su current gen. Il titolo è un frenetico action in terza persona che ci metterà nei panni di un “semplice” cadetto dell’esercito umano che dovrà sfidare i pericolosissimi titani, gigantesche e misteriose forme di vita che hanno un solo obiettivo: divorare la razza umana. Il primo capitolo della serie non era stato metabolizzato bene dai fan, soprattutto quelli più puristi, che ne evidenziarono i limiti strutturali e narrativi. Per questo, lo sviluppatore Omega Force, è ritornato tre anni dopo con AoT2 e l’espansione Final Battle, che introduce gli avvenimenti accaduti nella terza stagione dell’anime.
La prima novità, come evidenziato, è che in AoT2 non impersoneremo Eren, protagonista dell’anime, ma un soldato qualunque, che nella finzione narrativa del titolo entra a far parte dell’alllegra combriccola anti-titani contemporaneamente ai vari Eren, Mikasa, Armin ecc. Il nostro personaggio, più in la nell’intreccio del gioco, rivelerà di non essere esattamente un innocuo personaggio nelle vicende narrate. Da un punto di vista di gameplay, il gioco ripropone quasi inalterata la formula del precedente capitolo: il nostro alter ego muoverà i suoi passi in un Hub dove, oltre ai classici vendor dove potrà acquistare merce di vario tipo, potrà relazionarsi anche con i suoi commilitoni. Se in passato i continui dialoghi erano quasi sempre un “artificioso” contorno, in AoT2 parlare con i nostri comprimari farà accrescere una barra d’esperienza a loro correlata, che misurerà il nostro “rapporto” con essi: man mano che il legame aumenterà di livello, il nostro personaggio potrà accedere ad una serie di abilità che andranno a potenziare in tanti modi differenti il nostro eroe.
Oltre al dialogo, ovviamente potremo intraprendere missioni di vario tipo che, seppur cambino esteticamente, saranno sempre tendenzialmente legate all’accelerare l’estinzione dei terribili giganti. Ed è proprio qui che, in linea di massima, AoT2 si avvicina al suo predecessore: nonostante un parco contenuti sicuramente più vasto del passato e qualche piccola variazione sul tema (come la modalità “Another” che ci permetterà di impersonare quasi tutti i personaggi “reali” del gioco”), il titolo sarà sostanzialmente un gigantesco “uccidi il gigante simulator”, che ci vedrà per svariate decine di ore ripetere continuamente la stessa routine.
Dunque, il titolo è ripetitivo e molto. Ma, a sopperire a questa scarsa varietà concettuale, ci penserà un sistema di combattimento appagante e divertente, che vi consentirà con pochi e semplici step, di muovervi efficacemente per mappe di gioco piuttosto ampie e procedere all’abbattimento di giganti dalle varie dimensioni e abilità con la pressione di pochissimi tasti, in un modus frenetico e sufficientemente intuitivo da esser acquisito e metabolizzato piuttosto velocemente. Ma, ad incorniciare in malo modo meccaniche sicuramente soddisfacenti, ci pensa una telecamera spesso fuori posto e una certa tendenza dei nostri titanici nemici ad incastrarsi nello scenario del gioco, rendendo spesso complicato il mirare al punto giusto del corpo.
Graficamente parlando, il gioco offre un comparto tecnico di tutto rispetto, una più che degna trasposizione della grande qualità audiovisiva dell’anime e del manga, del quale, in questo caso, riprende in modo fedele i tratti caratteristici dello stile di disegno, grazie all’amato/odiato cell shading. Anche il comparto tecnico, in sostanza, non è esente da alcuni difetti, soprattutto quando a schermo ci sono più “entità”: non è raro infatti assistere ad improvvisi cali di frame rate in presena di almeno un paio di titani oppure alla loro improvvisa comparsa, perchè caricati “in ritardo” dal sistema, per quanto concerne la versione PS4. In generale, la qualità visiva del titolo sarà più che buona, seppur minata da un’ondivaga rappresentazione e distribuzione delle texture, spesso di qualità bassa e “copincollate” oltremodo, soprattutto per quanto riguarda gli ambienti. Ambienti che, sostanzialmente, soffriranno anche di un design spesso non particolarmente ispirato e tendente ad una certa povertà di colpi d’occhio, seppur ligi alle ambientazioni dell’opera originale.
Attack On TItan 2: Final Battle offrirà ore e ore di divertimento ai fan del gioco, che potranno rivivere gli eventi salienti del manga/anime da un punto di vista differente, che ovviamente non andrà a reinventare completamente il gioco. Per chi non segue l’anime, il gioco potrebbe essere sicuramente divertente, seppur poggi su di una certa ripetitività di base ed alcune serie porblemi tecnici