Recensione Assassin’s Creed: Rogue
Dopo il viaggio nei Caraibi di inizio Settecento Ubisoft, con Assassin’s Creed: Rogue, fa un salto temporale di circa cinquant’anni avanti per portarci a rivivere i ricordi di Shay, ex-assassino poi passato ai templari ed operante nell’America del Nord. Per la prima volta quindi, la società francese offre la possibilità di rivestire i panni dei nemici: il nostro Gianmarco “St Jimmy” Forcella avrà dubitato abbastanza della Confraternita degli Assassini? Scopriamolo attraverso la sua recensione!
di: Gianmarco ForcellaDopo il viaggio nei Caraibi di inizio Settecento Ubisoft, con Assassin’s Creed: Rogue, fa un salto temporale di circa cinquant’anni avanti per portarci a rivivere i ricordi di Shay, ex-assassino poi passato ai templari ed operante nell’America del Nord. Per la prima volta quindi, la società francese offre la possibilità di rivestire i panni dei nemici: il nostro Gianmarco “St Jimmy” Forcella avrà dubitato abbastanza della Confraternita degli Assassini? Scopriamolo attraverso la sua recensione!
The story so far
Rispetto ad Assassin’s Creed: Unity dove, come già detto, la storia nel presente è ridotta quasi all’osso, Assassin’s Creed: Rogue ha invece una ricca ed interessante trama, che si va ad intrecciare con gli eventi che si sono verificati in Assassin’s Creed: Initiates, una piattaforma online di Ubisoft. All’interno dell’ultimo capitolo per PS3 ed Xbox 360 rivestiremo ancora una volta i panni del “Campione 17”, dipendente dell’Abstergo Entertainment.
La trama nel passato è invece un po’ più complessa e intrigante: Shay, un personaggio del quale è stata fornita un’ottima introspezione psicologica, è un giovane appena entrato nella Confraternita. Alcuni eventi che si verificheranno però nel corso della storia (sono presenti solo sei sequenze di memoria), porteranno il personaggio a dubitare del Credo degli assassini, fino a decidere di schierarsi con i templari e dare inizio ad una caccia all’uomo.
Le care buone e vecchie maniere
L’esperienza di gioco offerta durante la propria sosta sulla terraferma è rimasta più o meno invariata: ci si alterna infatti tra combattimenti, missioni di assassinio o “caccia agli assassini”.
I combattimenti, nonché l’arsenale di Shay, non hanno ricevuto nessun pesante stravolgimento, fatta eccezione per l’aggiunta di un fucile ad aria compressa che permette di sparare dardi del furore, sonniferi e bombe fumogene. Nelle sequenze di combattimento, invece,
La novità nel gameplay “terrestre” è senza ombra di dubbio però la “Caccia agli Assassini”, la cui differenza con le missioni di assassinio è sostanziale: se infatti nel secondo caso si esegue semplicemente quanto richiesto, le cacce hanno una loro storia e una componente stealth molto forte, in quasi tutte le missioni.
Anche il gameplay navale è rimasto praticamente invariato.
L’unica vera e propria aggiunta rispetto all’esperienza disponibile in Assassin’s Creed IV: Black Flag è quella della Frontiera, essendo il gioco ambientato dopo le avventure di Edward Kenway e prima di quelle di Connor.
Nel presente invece, il “Campione 17” girando nell’edificio dell’Abstergo Entertainment ha la possibilità di ritrovare alcuni smartphone o accedere a delle postazioni computer che permettono al giocatore di venire a conoscenza di alcuni dettagli riguardo la trama contemporanea.
I dettagli che contano
Sebbene non sia comunque il massimo, in termini grafici, che si possa raggiungere su console come PS3 o Xbox 360, gli sviluppatori di Ubisoft sono riusciti ad usare appieno la potenzialità del loro motore grafico, raggiungendo livelli veramente ottimi. Nonostante tutto però, la maggior parte dei modelli poligonali sono stati ripresi da Assassin’s Creed III e Black Flag e, dov’era necessario, è stato fatto un upgrade.
Una nota a favore va per il doppiaggio: Black Flag è stato doppiato in maniera veramente eccelsa, con una scelta delle voci veramente azzeccata, in particolar modo quella di Shay.
Dubitare del Credo o rimanere UNITI?
Senza molti giri di parole: se cercate un Assassin’s Creed in cui sia presente una trama ben costruita e piena di elementi della storia nel 2014, Rogue è il gioco che fa per voi. Sebbene sia una sorta di “unione” tra Assassin’s Creed III e Assassin’s Creed IV: Black Flag, le meccaniche di gioco sono più che consolidate e questo, per molti, basterebbe a desistere dall’acquisto. Ma la storia che è stata scritta per Rogue non ha niente da invidiare a qualunque titolo del gioco, anzi: l’offrire una prospettiva diversa dalla quale vedere il conflitto tra Assassini e Templari è stato per Ubisoft un grosso azzardo. Ampiamente riuscito.