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Recensione Assassin’s Creed Nexus VR

di: Luca Saati

Ubisoft è sempre stata in prima linea nel supportare le tante piattaforme di gioco. Con la fallimentare Wii U era tra le prime aziende a proporre un gioco in esclusiva pensato per la piattaforma (ZombiU), con Google Stadia prima, e Amazon Luna poi, ha iniziato sin dal day one a lanciare i suoi prodotti tra giochi e il servizio in abbonamento Ubisoft+. Con la realtà virtuale non si è fatta trovare subito pronta, ad eccezione di qualche improvvisata come Star Trek Bridge Crew, ma è chiaro che da parte della casa francese è mancato il gioco di punta in VR, almeno finora. Con un po’ di ritardo la software house è finalmente pronta a dire la sua in questo campo e quale miglior serie per farlo se non con la sua IP di punta. Assassin’s Creed Nexus VR è disponibile su Meta Quest superando ampiamente le mie aspettative.

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Tre assassini, un unico visore

Come da tradizione della saga, anche in Assassin’s Creed Nexus VR assistiamo a un nuovo capitolo della secolare lotta tra i Templari, che nei tempi moderni celano la loro presenza tramite l’Abstergo Industries, e gli Assassini. Il protagonista della vicenda è un anonimo hacker, e una spia al soldo degli assassini, che viene assunto dall’Abstergo con il compito di di recuperare il codice dei frammenti di una macchina Isu e combinarlo con l’Animus per creare un computer in grado di prevedere e influenzare il comportamento umano, ma in quanto spia al soldo degli assassini, il protagonista dovrà sabotare le operazioni dei Templari. Una missione che lo porterà a rivivere i ricordi di tre vecchie conoscenze: Ezio Auditore nell’Italia rinascimentale post-eventi di Assassin’s Creed Brotherhood; Connor nel pieno della rivoluzione americana; e infine Kassandra impegnata nella guerra tra spartani e ateniesi.

La storia di Assassin’s Creed Nexus VR sembra quasi un omaggio all’eredità di questa saga con il ritorno di personaggi e ambientazioni ben note ai fan. Anche nel presente ritroviamo gli assassini Shaun Rebecca ad assisterci mentre dalla parte dei templari troviamo in Dominika una new entry ottimamente interpretata dall’attrice Morena Baccarin che presta anche le sue sembianze per quella che è a tutti gli effetti l’antagonista del gioco. Il plot di Assassin’s Creed Nexus VR ha saputo intrattenermi pur non proponendo niente di davvero nuovo per un fan della saga come me che non ha saltato un appuntamento. Ritornare nei panni di Ezio, Connor e Kassandra ha pur sempre il suo fascino, ma non nascondo che sarei stato più incuriosito dallo scoprire un personaggio e un’ambientazione creati ad hoc per l’occasione. Peccato solo che il gioco non sia tradotto in italiano. Non che l’inglese dell’opera di Ubisoft risulti incomprensibile, anzi è molto semplice, ma trovo assurda la scelta dell’editore di non tradurre il gioco nella nostra lingua quando produzioni molto più piccole decidono invece di impegnarsi su questo fronte.

Diventa un assassino

Se c’è una cosa che ad Assassin’s Creed Nexus VR riesce benissimo è catturare l’essenza del gameplay della saga e riadattarlo in una formula nuova per i possessori di Meta Quest. Fortunatamente non sono un tipo che soffre di motion sickness e per questo non ho ritenuto necessario attivare i vari aiuti proposti dal gioco e quindi ho potuto godermi l’esperienza senza filtri, ma nell’eventualità sappiate che Ubisoft ha pensato un po’ a tutti con la possibilità di disattivare il movimento libero in favore del teletrasporto, così come di attivare un aiuto per chi soffre di vertigini e così via.

Assassin’s Creed Nexus VR si suddivide in livelli, ognuno con una mappa di dimensioni contenute che alterna esplorazione libera ad altre sequenze più lineari ambientate in zone più circoscritte. Il gameplay è quel mix di parkour, stealth e combattimenti che ha sempre contraddistinto la serie, ma questa volta in prima persona e con tutte le potenzialità della realtà virtuale. Combinando il movimento con la levetta analogica sinistra e la pressione del tasto A, il personaggio salta in automatico verso la sporgenza di prossimità con in più la possibilità di arrampicarsi con le proprie mani simulandone in tutto e per tutto il movimento e scegliendo quale appiglio afferrare mediante la pressione del tasto dorsale sul rispettivo controller. Ci sono anche altre mosse di parkour con ognuna che richiede il giusto movimento delle mani come la spinta in corsa su un’asta orizzontale, o il salto da una sporgenza all’altra. Il sistema funziona tuttosommato molto bene risultando preciso e divertente, con solo rarissimi momenti in cui le animazioni si incastrano tra loro. Scalare liberamente la torre più alta della città, ammirare il panorama per cercare punti di interesse e infine chiudere con il salto della fede si rivela un’esperienza molto gratificante esaudendo il sogno di tanti fan di questa saga.

Non mancano poi molti altri elementi tipici della saga come pedinare un personaggio nascondendosi in mezzo alla folla, lo stealth e i combattimenti all’arma bianca. Lo stealth si rivela molto efficace e l’elemento meglio riuscito nonostante un’intelligenza artificiale che non brilla particolarmente per scaltrezza. L’occhio dell’aquila permette di rilevare non solo i nemici ma elementi d’interesse come le casse con le munizioni o le campane che fanno scattare l’allarme. Quest’ultime sono sabotabili anche dalla distanza grazie ai coltelli da lancio in dotazione dei tre assassini. Più avanti nel corso dell’avventura si sbloccano arco e frecce (una balestra nel caso di Ezio) o una bomba fumogena per aumentare lo spettro di possibilità. Ovviamente non può mancare all’appello la lama celata, estraibile mediante la pressione del grilletto e di un semplice movimento della mano, che consente di effettuare uccisioni silenziose così come agguati dall’alto come da tradizione della serie. Non manca proprio niente, si può persino borseggiare un bersaglio per raccogliere un oggetto d’interesse o nascondere un corpo per non far scattare l’allarme.

Il combattimento è invece la componente più debole di tutta l’esperienza. Il tutto si limita ad aspettare il momento giusto per schivare o parare un colpo e procedere un attimo dopo a scagliare qualche fendente ai danni del nemico di turno. A poco servono alcune varianti dei nemici, al massimo c’è quello più resistente ai colpi e quello più agile, ma alla fine ci si comporta più o meno sempre allo stesso modo. E poi l’altro problema è che i nemici attaccano sempre uno alla volta rendendo queste sequenze più un fastidio piuttosto che qualcosa di davvero divertente d’affrontare. Diciamo che un motivo in più per non farsi scoprire dai nemici durante le fasi stealth è proprio l’evitare i combattimenti.

Peccato inoltre che gli sviluppatori di Ubisoft non si siano impegnati eccessivamente per rendere davvero unici i tre protagonisti. Ezio ha la doppia lama celata, Connor può anche lanciare la sua ascia, ma ad eccezione di queste piccolissime cose i tre personaggi hanno tutti le medesime abilità e armi a propria disposizione. Avrei preferito una maggiore differenziazione tra i tre personaggi con le missioni che si adattavano in base alle loro abilità uniche, ma invece purtroppo non è stato così.

I vari livelli sono anche arricchiti da piccoli elementi collezionabili e alcune sfide secondarie di parkour o di tiro con l’arco tutto sommato gradevoli in grado di allungare con piacevolezza l’esperienza di gioco. Inoltre dopo ogni livello le abilità vengono ulteriormente migliorate aumentando ad esempio il numero di minuzioni trasportabili e così via. Niente da cambiare drasticamente l’esperienza di gioco, ma in combinazione con i collezionabili e le sfide può essere una scusa per rigiocare alcuni livelli. Apprezzabili anche le brevissime sequenze di meta-narrativa mediante l’uso della realtà aumentata, peccato non aver sfruttato maggiormente questi momenti con puzzle più impegnativi.

Da Atene a Roma, da Venezia a Boston

Assassin’s Creed Nexus VR è sicuramente un titolo importante da un punto di vista tecnico per la realtà virtuale. Non tanto per la modellazione poligonale dei personaggi e i volti poco espressivi, ma per gli scenari realizzati con grande cura e un orizzonte visivo davvero impressionante. La versione Meta Quest 3 da me testata ha messo in mostra prestazioni solide con un frame rate che perde qualcosa solo nelle situazioni concitate con tanti nemici su schermo che si avventano verso la mia posizione. In generale comunque si avvertono gli sforzi di Ubisoft, da un punto di vista prettamente tecnico, di dover scendere a compromessi per far girare il gioco anche su un hardware più datato come Meta Quest 2. Senza quest’ultimo probabilmente ci saremmo ritrovati dinanzi un gioco decisamente più bello visivamente. Ottimo il comparto audio con i brani classici della serie che ritornano per l’occasione e un doppiaggio in inglese ben fatto.

Commento finale

Assassin’s Creed Nexus VR diventa di prepotenza una delle migliori esperienze per la realtà virtuale su dispositivi Meta Quest. Al netto di qualche difetto, il merito dell’opera di Ubisoft è quella di far sentire davvero i giocatori degli assassini omaggiando gli appassionati con il ritorno di tre personaggi amati.