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Recensione Adventure Time: Finn and Jake Investigations

Adventure Time: Finn and Jake Investigations è il nuovo titolo della serie, prodotto Vicious Cycle Software in licenza da Cartoon Network. A differenza dei titoli fino ad ora usciti su console, questo si differenzia in quanto l’unica avventura grafica vecchio stile, con oggetti da utilizzare, scene da investigare, enigmi e tanti dialoghi. In passato, è uscita una sola avventura grafica, ma solo su iOS e solo per il mercato americano. Per questo motivo, Finn and Jake Investigations potrebbe essere un valido motivo per andare ad acquistare il titolo. Ma sarà sufficiente? Vediamo insieme.

di: Marco Licandro

Adventure Time: Finn and Jake Investigations è il nuovo titolo della serie, prodotto Vicious Cycle Software in licenza da Cartoon Network. A differenza dei titoli fino ad ora usciti su console, questo si differenzia in quanto l’unica avventura grafica vecchio stile, con oggetti da utilizzare, scene da investigare, enigmi e tanti dialoghi. In passato, è uscita una sola avventura grafica, ma solo su iOS e solo per il mercato americano. Per questo motivo, Finn and Jake Investigations potrebbe essere un valido motivo per andare ad acquistare il titolo. Ma sarà sufficiente? Vediamo insieme.

Strani avvenimenti (ancora più strani) nel Candy Kingdom.

Finn e Jake si trovano a casa tentando di trovare un senso alla giornata, così come accade pressappoco per tutta la serie, e discutono con BMO sul da farsi. Tutto cambia quando farà la sua comparsa un dispositivo appartenuto ai genitori di Jake, utilizzato per scovare opportunità di scene investigative. Inizia così una serie di missioni che vedranno Finn e Jake nel ruolo di investigatori.

Il giocatore può comandare Finn, mentre Jake verrà sempre dietro di noi, qualunque cosa facciamo. Potremo girare quindi i mondi di gioco ed interagire con oggetti e persone. Un tutorial tenterà di spiegare come farlo, ma rimaniamo subito sorpresi da una non personalizzazione dello stesso, con vaghi riferimenti a comandi e controller di gioco, senza mai specificarne uno.
Questo diventa problematico continuando a giocare, quando verranno introdotte le combinazioni tra oggetti, di cui discuteremo più avanti, in quanto non verrà spiegato assolutamente nulla su come far comparire l’inventario o interagire con esso.

Se inizialmente potrebbe sembrar strano, tutto ha senso se consideriamo che il titolo in questione esce per una vasta gamma di console, tra cui: Nintendo 3DS, Playstation 3, Playstation 4, Xbox One, Wii u ed infine PC.
Una pigrizia nel voler fare tutorial generici, sia per quanto il doppiaggio che per i testi, non spiegando come interagire con il mondo di gioco, è una pecca che non passerà certamente inosservata ai fini della recensione.

L’interazione con gli oggetti è abbastanza limitata. Parliamo di cinque, sei locazioni interattive, spesso ridotte ad una semplice descrizione presente per far numero, piuttosto che per un vero e proprio utilizzo. Vicious Cycle Software decide di far intuire al giocatore come interagire strutturando le icone in tre parti, quanto i bottoni dei pad. Ma non erano quattro?
Tre icone, quindi, disposte a sinistra, in basso e a destra. Se l’interazione è minore di tre, vedremo quindi due, o una sola icona. Non avendo le altre come riferimento, dovremo quindi far caso ad un piccolo cerchietto che fa da perno centrale, e da lì intuire in quale direzione si trovi l’icona. Inutile dire che questo sistema non solo funziona male, ma è anche inutilmente complesso e assolutamente non immediato.

Un’altra icona apparirà poi in alto a sinistra nello schermo, anch’essa senza spiegazioni su cosa sia o come utilizzarla. Intuiamo quindi che quello sia un inventario rapido, scrollabile tramite la pressione dei tasti L2 e R2 su Playstation. Tuttavia non è possibile utilizzare gli oggetti a proprio comodo. Intuiamo anche qui che l’utilizzo di essi è possibile solo quando, approcciando una zona interattiva, l’icona dell’oggetto compare nel menù.

“Enigmi”

Spostandoci invece sul fattore di gioco, non avremo di fronte a noi dei veri enigmi, quanto più alcune zone che richiedono per lo più di utilizzare l’oggetto corretto, o si tratterà di dialoghi che richiederanno una serie corretta di risposte. Una risposta sbagliata, e occorrerà ripetere tutti i dialoghi sin dall’inizio, così da darne un’altra, nella speranza che sia corretta.

Alcuni oggetti sono presenti nel gioco, ma saranno interattivi solo dopo aver completato una fase della missione, fattore che causerà al giocatore anche più di un grattacapo. Per fare un esempio, un nido d’api ci sembrerà palesemente l’oggetto chiave di un enigma, ma non sarà possibile raccoglierlo fin quando non procederemo con la missione, dialogando con alcuni personaggi specifici. Fin qui tutto bene, se non fosse che spesso l’oggetto ed i personaggi non sono collegati, e perciò esso è solo un limite imposto dallo sviluppatore per far fluire gli eventi di gioco come più gli aggrada, anziché tentare un’altra soluzione.

Nel proseguire delle missioni, verrà chiesto al giocatore di combinare insieme più elementi dell’inventario a due a due, anche più volte, fino a raggiungere una forma che ci permetterà di andare avanti. Per farlo occorre richiamare l’inventario tramite il tasto dedicato (nel caso di PS4 tramite la pressione fisica del touch pad), selezionare i due oggetti con il tasto quadrato, e combinarli tramite un altro tasto ancora.

Quell’ibrido tra avventura grafica e platform

Il mondo di gioco è fino ad ora il migliore graficamente realizzato, ma la verità è che il tutto è completamente scollegato. Continuamente vedremo l’ingresso di un’area di gioco o di una stanza, ma poco prima di entrarvici, lo schermo diventerà nero, e ci ritroveremo automaticamente nella suddetta, a mo’ di risparmio di risorse. Scelta comprensibile su console di vecchia data, ma considerando che quella più datata per questo titolo è una Playstation 3, non riusciamo a capire il motivo di questi stacchi privi di animazione.

Parlando di animazioni, esse sono ridotte all’osso, o spesso mancano del tutto. Finn potrà infatti camminare o correre (tramite la pressione di un tasto, mai accennato nel tutorial), ma la velocità di spostamento rimarrà pressoché identica. Jake potrà aiutare Finn a raggiungere postazioni più elevate. Oltre le citate animazioni, non si vedrà molto nel resto del gioco.

Fortunatamente, o sfortunatamente, vi sono alcune fasi del titolo che richiederanno invece riflessi e azione. Parliamo delle modalità di combattimento, dove i nostri protagonisti combatteranno contro vari nemici. Qui l’azione ed i pulsanti funzionano, e sarà possibile attaccare, schivare, e dopo aver messo a segno un po’ di attacchi consecutivi, anche effettuare qualche super attacco combinato con Jake tramite la pressione del pad. È anche vero che la parte d’azione stile platform stona parecchio in un’avventura grafica, e non a tutti potrebbe far piacere il mix.

I dialoghi con i personaggi sono vagamente in linea con la serie, anche se stereotipati e per nulla innovativi, ma spesso l’impossibilità di saltarli porta ad innervosire, soprattutto quando ci si ritrova bloccati, ed il dialogo in tre righe verrà ripetuto ancora ed ancora.
Manca la presenza di un dinamismo e di una velocità che caratterizzano la serie, mostrando invece scene con una camera statica per gran parte delle conversazioni.

Inammissibile la presenza di scritte chiaramente in bassa risoluzione e chiaramente destinate ad essere fruite su di un Nintendo 3DS.

Concludendo

Il gioco di per sé raggiunge a malapena la sufficienza. Anche se l’interazione, la combinazione di oggetti, e gli enigmi, sono alla fine sufficienti per proseguire con la storia, la pigrizia degli sviluppatori nello sviluppare per diverse piattaforme è presente e tangibile. Tra descrizioni di oggetti banali, animazioni ridotte all’osso, comandi inutilmente complessi e tutorial generico e, a tal punto, inutile, è con rammarico che ci rendiamo conto che Finn and Jake Investigations è semplicemente un titolo a basso budget, prodotto per tutte le piattaforme e sviluppato per nessuna di esse, tentando di guadagnare il massimo con il minimo sforzo. Sarebbe bello poter dire che solo i fan potrebbero rimanerne soddisfatti, ma non è questo il caso, portando anzi cattiva luce ad una delle migliori serie d’animazione degli ultimi anni, e rendendo le investigazioni tutt’altro che finntastic.