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Recensione Forza Horizon

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida

Sguinzagliate l’appagante modello di guida di Forza Motorsport 4 in una struttura di gioco open world alla Test Drive Unlimited, recuperate alcuni elementi di Burnout Paradise e avrete ottenuto Forza Horizon, inedito e quantomai inaspettato spin-off edito da Microsoft e sviluppato dagli inglesi di Playground Games con la supervisione di Turn 10.
Se quanto appena detto vi spaventa o vi lascia in qualche modo perplessi ma al contempo stuzzica la vostra curiosità e appetito videoludico, non vi resta altro da fare che montare in macchina e allacciare la cintura di sicurezza. Destinazione Colorado.

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Welcome to Horizon!

Avviato il gioco veniamo subito accolti da un menu dallo sfondo dinamico e caratterizzato dalla presenza di due sole voci: Single Player e Multiplayer. La prima ci vede protagonisti dell’Horizon Festival, un particolare evento motoristico dall’atmosfera “festaiola” dove ben 250 piloti pronti a tutto sono chiamati a darsi battaglia al fine di ottenere non soltanto la fama e la gloria ma anche premi in denaro e scintillanti autovetture. Non più tracciati originali o realmente esistenti ma una porzione del Colorado da attraversare a rotta di collo sfrecciando lungo strade sovrastate da canyon, tornanti di montagna, stradine di piccoli sobborghi, ridenti zone pianeggianti e superstrade a quattro corsie.
Per entrare subito nel mood di Forza Horizon veniamo catapultati a bordo di una rombante Viper SRT per un testa a testa che funge da tutorial. Poco dopo, vestendo i panni del nostro alter-ego (un pilota in erba dal piede pesante), raggiungeremo la Direzione Corse del Festival al volante di una Volkswagen Corrado VR6;

da qui in poi ci si parerà davanti un mondo corsaiolo costellato di eventi ufficiali (gare su circuito o da punto a punto), gare clandestine in mezzo al traffico (notturne o al sorgere del Sole), avvincenti testa a testa, stravaganti sfide contro aerei, mongolfiere (!) ed elicotteri ed infine particolari prove di velocità e corse contro il tempo.
In linea di massima, potremo scegliere di vagabondare senza meta o affidarci al navigatore satellitare passando quindi da un evento all’altro man mano che questi si renderanno disponibili ma, per quanto la libertà concessaci sia innegabile e ludicamente appagante, la progressione di gioco è comunque cadenzata e affidata ad una sorta di storyline (poco brillante, a dire il vero) condita di sequenze di intermezzo dai dialoghi talvolta scontati e comunicazioni radio altresì prevedibili. Una fiera degli stereotipi organizzata da Dom Toretto, insomma. Va comunque riconosciuto l’enorme lavoro di localizzazione.
L’accesso ai vari eventi è legato ai “braccialetti”: diverso il colore, diverse le competizioni a cui partecipare. Piazzamenti e vittorie, come prevedibile, ci faranno guadagnare crediti e punti giocatore, i primi utili per gli acquisti, i secondi per salire di livello e ottenere così i braccialetti successivi. Ma non è tutto, una condotta di guida spericolata ci farà guadagnare punti Popolarità: derapare, fare la barba alle auto in contromano, eseguire un burnout e sorpassare gli avversari sono solo alcune delle manovre capaci di entusiasmare il pubblico o attirare l’attenzione degli sponsor, così da scalare la classifica, sbloccare nuove sfide e guadagnare dei crediti extra. Considerando il buon numero di auto presenti e il costo astronomico delle più rare e performanti, dovrete sudare parecchio e spendere diverse ore di gioco prima di sbloccare tutto quanto e sentirvi dei veri sceicchi. A tal proposito, qualora voleste saltare la proverbiale “gavetta”, potrete scegliere di investire i vostri Microsoft Points nell’acquisto di particolari “gettoni”, da scambiare poi con le auto di fascia alta. Alternativa parecchio discutibile, a nostro avviso.
Oltre al traffico, che nelle gare clandestine rappresenta un’insidia da non sottovalutare, degna di menzione è la presenza di altri piloti da battere, veri e propri “rivali” alla pari dei boss di fine livello di giochi appartenenti a tutt’altro genere. Ben caratterizzati e dotati di specifiche abilità al volante, questi sfoggeranno un approccio alla gara dinamico grazie ad un’intelligenza artificiale governata da un buon algoritmo comportamentale che tiene fede al livello di difficoltà selezionato.
Ad ogni evento portato a termine, a prescindere dalla tipologia, il nostro miglior tempo verrà registrato con la conseguente possibilità di sfidare il “ghost” di chiunque avesse fatto meglio di noi, amici compresi, caratteristica “social” molto simile all’Autolog di EA.
Non tutto si esaurisce alle gare “regolari”, sono infatti numerose le attività collaterali che ci permetteranno di ingannare il tempo tra un evento e l’altro; ad esempio sparsi qua e là all’interno della mappa di gioco troveremo cento cartelli Upgrade che, una volta abbattuti, si tramuteranno in buoni sconto dell’1% ciascuno da spendere presso l’Officina di Dak Stewart.

Occasionalmente, poi, il chiacchiericcio dei dee-jay delle radio locali ci fornirà coordinate approssimative utili a scovare nelle zone più remote della mappa vecchie auto storiche da rimettere a nuovo. Saremo inoltre in grado di sfidare un qualunque altro concorrente che si incontri per strada e avviare un veloce testa a testa, settando pure nuovi record di velocità in prossimità degli innumerevoli autovelox.
Per spostarci istantaneamente da un punto all’altro della mappa ci vengono in soccorso i cosiddetti “Horizon Outpost” che, una volta scoperti, renderanno possibile il “fast travel” previo esborso di un piccolo quantitativo di crediti, oppure a costo zero solo dopo aver portato a termine tutte le relative sfide Stunt PR.
Similmente a quanto visto in Forza Motorsport 4, in Horizon potremo intervenire sulla meccanica ed estetica delle vetture acquistando potenziamenti, cambiando verniciatura e applicando decalcomanie standard o vinili personalizzati, il tutto grazie ad una sorta di HUB integrato nell’ambientazione. Per essere competitivi in tutte le gare che vi attendono, talvolta regolate da restrizioni di accesso ben precise, vi consigliamo caldamente di diversificare gli acquisti per classe (F, E, D, C, B, A, S, R3, R2, R1), tipo di trazione, categoria e periodo storico, senza quindi dedicarvi al potenziamento smodato di una sola vettura.

Il potere della Forza

Per quanto il modello di guida sia stato leggermente “edulcorato” per adattarsi al meglio allo spirito del gioco, Forza Horizon ripropone il medesimo motore fisico e sistema di controllo di Forza Motorsport 4, garantendo quindi un mix equilibrato tra divertimento spassionato e realismo.

Il feeling di guida è pertanto diversificato per ognuna delle vetture in base alla potenza, tenuta di strada e tipo di trazione: portare a spasso centinaia di cavalli richiede un’attenta parzializzazione del gas e del freno, a meno che non decidiate di attivare tutti gli aiuti alla guida disponibili (praticamente gli stessi del fratellone firmato Turn 10).
L’introduzione dei diversi chilometri di sterrato non ha in alcun modo sminuito il nome di Forza ma, al contrario, ha accresciuto e diversificato l’esperienza di gioco. Una piacevole ed inaspettata digressione, pollice in su.
Joypad alla mano, il sistema di guida risponde con assoluta precisione e trasmette sensazioni più che positive; tuttavia se siete desiderosi di coglierne tutte le sfumature resta consigliabile (ma non obbligatorio!) dotarsi di un buon volante con force feedback, sacrificando l’immediatezza in favore di una maggiore immedesimazione, specie utilizzando la visuale interna.

Prova a prendermi!

Il comparto online di Forza Horizon, pur ereditando molti degli elementi già visti in Forza Motorsport 4, come ad esempio la creazione di un Club, il multiplayer asincrono, la compravendita di auto, design e vinili, non raggiunge l’eccellenza del single player. Considerando la struttura open world del titolo, gli sviluppatori avrebbero potuto osare un po’ di più invece di proporre modalità cooperative e competitive che sanno di già visto. Al di là delle prevedibili Gare su Circuito e Gare su Percorso e varianti “giocose” come Gatto e TopoInfezione e l’inedita Re (una sorta di caccia all’uomo a tempo), degna di menzione è la possibilità di esplorare liberamente il Colorado in compagnia dei membri del Club o della Lista Amici, magari per scambiarsi qualche dritta circa il posizionamento dei cento cartelli sconto o delle nove auto nascoste. Alla stessa stregua del single player, anche nell’online la progressione è scandita dall’ottenimento di punti esperienza, variabili in base al piazzamento e alla condotta di gara. Il raggiungimento di un nuovo livello pilota prevede una ricompensa casuale, premi in denaro o nuove auto da aggiungere al garage.
Un’infrastruttura sì solida, per di più ricca di feature e capace sia di divertire sia di aumentare notevolmente la longevità totale del gioco, ma pur sempre priva di elementi davvero inediti ed originali.

Under the hood

Dal punto di vista tecnico, Forza Horizon è una vera gioia per gli occhi ed è evidente che l’hardware della console americana sia stato spremuto a dovere come un limone. La modellazione poligonale delle autovetture è di altissimo livello: non di rado vi soffermerete ad ammirare la genuina riproduzione delle forme e dei piccoli dettagli. Di contro c’è da dire che il parco auto, pur essendo variegato, non è poi così vasto, specie se confrontato con quello di Forza Motorsport 4.
I panorami del Colorado bucano letteralmente lo schermo e il passaggio dal giorno alla notte è gestito splendidamente, con riflessi e giochi di luce che tolgono il fiato.

Ma la qualità ha un prezzo: la vastità dell’ambientazione e l’introduzione del ciclo giorno/notte ha infatti spinto gli sviluppatori a preferire i 30 frame al secondo piuttosto che i 60 a cui il franchise ci ha abituati. Una scelta senza dubbio obbligata che per fortuna non inficia in alcun modo la fruibilità del titolo. La stabilità del frame rate non balbetta nemmeno nelle condizioni più estreme e la sensazione di velocità è sempre garantita.
L’unica critica che si può muovere ad un lavoro di così elevata fattura riguarda il modello di danni, per l’occasione estremamente semplificato e relegato a qualche ammaccatura e sverniciatura. Non aspettatevi dunque di forare una gomma o rompere il motore. Pollice verso anche per la fisica approssimativa delle collisioni, la cui scarsa verosimiglianza è forse da attribuire all’anima “simcade” del titolo.
E le condizioni meteo variabili? Del tutto assenti. Un vero peccato.
Il sonoro si avvale di un’eccezionale campionatura del rombo dei motori e di una soundtrack stellare e perfettamente in sintonia col clima festaiolo del gioco, con tracce dalle sonorità perlopiù rockeggianti ed elettroniche. E che dire dei simpatici siparietti messi in piedi dagli speaker radiofonici? Intrattenimento a tutto tondo. Giocare a casse spente è da stolti. In ogni caso, se siete allergici alle note musicali potrete in qualsiasi momento spegnere la radio e rimanere in compagnia della “voce” della vostra auto.

Sweet home Colorado

Atteso con riserva e qualche timore di troppo, Forza Horizon è un titolo che sorprende e convince.
I ragazzi di Playground Games e di Turn 10 sono riusciti a reinventare Forza senza sminuirne il nome, amalgamando con stile ed eccezionale competenza l’oramai collaudatissimo sistema di guida con la libertà tipica di un racing game open world.
Ciò che impedisce a Forza Horizon di raggiungere l’Olimpo dei racing game è una certa ripetitività di fondo, una fisica delle collisioni migliorabile ed un multiplayer poco audace. Ma ciononostante l’unico motivo valido per non giocarlo è odiare profondamente i giochi di guida. Se al contrario siete degli appassionati del genere, non possiamo che consigliarvene caldamente l’acquisto.
Preparate la valigia, le strade del Colorado vi attendono.