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Ubisoft nel caos: i giochi con protagoniste donne non vendono e accuse di molestie

di: Luca Saati

Il noto giornalista Jason Schreier ha pubblicato un report su Bloomberg in cui ha scoverchiato il vaso di Pandora su Ubisoft e il maschilismo all’interno della compagnia.

Nonostante l’indagine interna che ha portato alla sospensione di più di un dirigente, nel report viene svelato che in realtà la situazione era già nota al CEO Yves Guillemot. Nell’indagine, che ha coinvolto oltre 40 dipendenti di Ubisoft, Schreier afferma che spesso il CEO della casa francese chiudeva un occhio pur di progettere il suo golden boy Serge Hascoet e dava un contentino alle sue vittime.

Hascoët è il nome che viene citato più spesso nel report. Il dirigente si circondava di collaboratori con atteggiamenti predatori nei confronti delle donne così come amava farsi circondare da collaboratrici donne. Il gruppo di Hascoet inoltre prendeva di mira tutti coloro che non facevano parte di questa cerchia. La situazione lavorativa per le donne non era quindi delle più facili e chi aveva la forza di denunciare è stato ‘ricompensato’ con un buono di 200 dollari.

Ma l’atteggiamento di Hascoet si è allargato anche alle produzioni videoludiche. Ne è un esempio Assassin’s Creed Odyssey. Nel report di Schreier scopriamo che inizialmente Kassandra doveva essere l’unica protagonista, ma il dirigente, insieme al reparto marketing, si è opposto “perché le donne non vendono”. Hascoet era colui che poteva far partire o morire un progetto in un attimo e dall’alto della sua posizione impose il protagonista di entrambi i sessi in Assassin’s Creed Odyssey. Ma questo modo di pensare ha colpito anche altri progetti come Assassin’s Creed Syndicate in cui il tempo su schermo di Jacob ed Evie Frye doveva essere identico ma alla fine la trama ha girato più sul ruolo di Jacob. Discorso simile per Assassin’s Creed Origins in cui Aya doveva essere la sola protagonista della seconda parte di gioco.

Il potere del dirigente però ha iniziato a scricchiolare dopo gli insuccessi di The Division 2 e Ghost Recon Breakpoint e Ubisoft aveva deciso di risolvere il problema alleggerendo il lavoro di Hascoet promuovendo sette vice-presidenti. Si è infine arrivati alla situazione odierna con Hascoet e altri dirigenti che hanno lasciato Ubisoft.

Il CEO Yves Guillemot ha commentato la vicenda scusandosi e affermando di voler cambiare Ubisoft dall’interno per il meglio modificando la cultura del lavoro:

“Miglioreremo completamente il dipartimento delle risorse umane. Abbiamo persone molto talentuose ed estremamente dedicate nelle nostre divisioni. Ammetto che in passato non abbiamo dato loro i mezzi necessari per rispondere al meglio a certi problemi. Implementeremo nuovi strumenti per fare in modo che le risorse umane siano più influenti e indipendenti.”