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The Witcher 3, CDPR all’inizio credeva che la storia non fosse adatta al mondo aperto

di: Donato Marchisiello

L’ex lead quest designer di Witcher 3, Mateusz Tomaszkiewicz, afferma che CDPR inizialmente temeva che la gente non sarebbe stata in sintonia con l’enorme storia dell’amato RPG in un’ambientazione open-world. L’ex CD Projekt Red e attuale director dell’atteso Blood of Dawnwalker, alla domanda inerente la particolare meccanica del tempo di Dawnwalker (il quale, sarà limitato in pieno stile Persona), la quale potrebbe allontanare alcuni giocatori, lo sviluppatore ha spiegato di avere una buona dimestichezza con l’assunzione di rischi nei giochi, avendo contribuito alla realizzazione di The Witcher 3, il primo vero open-world della serie RPG.

“Penso che non molti giochi stessero cercando di fare quello che abbiamo fatto noi all’epoca, cioè abbiamo cercato di combinare queste tecniche di narrazione davvero espansive che di solito erano costruite in giochi di ruolo più lineari, come quelli strutturati a corridoio, come The Witcher 2, per esempio, e abbiamo cercato di trasporle in un mondo aperto”.

“E c’era anche un rischio, come c’era un rischio nell’avere una storia così lunga come quella di The Witcher 3. Non sapevamo se le persone avrebbero davvero potuto giocare a un mondo aperto. Non sapevamo se la gente volesse davvero questo, se si adattasse davvero allo stile di gioco di un open-world. Ma abbiamo corso questi rischi. Abbiamo fatto il possibile per ridurli. Credo che, alla fine, abbia funzionato abbastanza bene”.