Max Payne 3: intervista a Jeronimo Barrera
XCN incontra il vice presidente per lo sviluppo del titolo
di: Redazione- Quanto è stato difficile prendere una progetto che ha avuto una determinata direzione con un altro sviluppatore? Avete provato a mantenere il tono dei titoli originali, oppure l’avete adattato secondo le vostre opinioni ed i vostri gusti?
Abbiamo voluto fare entrambe le cose, prendendo tutti gli elementi classici di un gioco targato “Max Payne” e spingendoli verso una direzione che fosse logica per il personaggio, cercando di creare allo stesso tempo nuove opportunità per la storia ed il gameplay.
Da un punto di vista narrativo, non erano rimaste molte opportunità creative nel lasciare Max a New York dopo gli eventi dei primi due titoli, Max non aveva futuro nella polizia. Un incarico come guardia privata in Sud America è esattamente il tipo di lavoro che un ex-agente in rovina e più in là con gli anni potrebbe trovare.
Dalla prospettiva del gameplay, il nostro obiettivo è sempre stato quello di essere all’altezza dell’eredità della serie e produrre un titolo “Max Payne” così come noi ritenessimo che dovesse essere nel 2012. Fondamentalmente l’action shooter più sofisticato e cinematico che potessimo creare su ogni livello, a partire dalle armi ed il sistema di mira, passando dalle animazioni e all’I.A. fino al modo in cui abbiamo presentato la storia attraverso la stessa storia. Abbiamo utilizzato tutta la tecnologia che abbiamo avuto a nostra disposizione per spingere in avanti gli elementi fondamentali del gameplay di Max Payne, che sia espandendo i modi in cui utilizzare il Bullet Time, oppure rendendo i movimenti di Max più realistici, o utilizzando tecniche di montaggio nuove di zecca per far sì che le scene del gioco e gli intermezzi si alternino fluidamente senza stacchi.
- Questo è il primo Max Payne che non sarà sviluppato dalla Remedy Entertainment né scritto da Sam Lake dai Rockstar Studios piuttosto. Potrebbe essere vista come un’opportunità per rinnovare o sperimentare qualcosa di nuovo?
Remedy ci ha lasciato una lunga storia, perciò è stato importante per noi trattare il personaggio ed il franchise con il dovuto rispetto. Si tratta dello stesso Max Payne che le persone hanno conosciuto nei titoli originali, noi lo abbiamo solo ambientato nei giorni nostri analizzando com’è la sua vita adesso, come un ex agente più vecchio che non si è mai realmente scrollato di dosso la tragedia dei primi due titoli. Così, anche se Max non lavora più per la polizia e sta cercando un’opportunità come guardia privata in Brasile, la storia progredisce in modo logico dagli eventi dei primi due titoli, e ciò si rivelerà a mano a mano che i giocatori progrediranno attraverso la trama.
Aggiungere per la prima volta il comparto multiplayer alla serie è stato un grande passo per noi,ma ancora una volta, l’obiettivo è stato quello di farlo in maniera molto logica e naturale, incorporando gli stessi scontri a fuoco, gli elementi della storia e la presentazione così come nella modalità singleplayer, ma creando qualcosa di molto profondo ed accessibile allo stesso tempo. E, ovviamente, implementando il Bullet Time nel multiplayer, cosa di cui siamo veramente orgogliosi.
- Il nuovo bullet-time ed il sistema di animazioni a 360° sembrano molto interessanti. Come funzionano? È possibile utilizzarli in ogni situazione?
Il Bullet Time e lo Shootdodging sono le mosse tipiche di Max Payne e hanno subito un’evoluzione notevole in Max Payne 3. L’indicatore del Bullet Time si riempie in tempo reale uccidendo i nemici e adesso è basato sulla precisione dei colpi, così adesso colpire un punto vitale lo farà riempire molto più velocemente. Però non è infinito, quindi è necessario utilizzarlo con oculatezza. Il classico shootdodging di Max è un altro modo di utilizzare il Bullet Time, permettendo al giocatore di ottenere un vantaggio sui propri nemici e divenendo più difficile da colpire. Una volta toccata terra in seguito allo shootdodge adesso è possibile rimanere proni a sparare a 360°, senza perdere di vista il bersaglio.
Il nostro obiettivo era quello di fondere l’accuratezza degli FPS assieme alla possibilità di vedere il proprio personaggio muoversi meravigliosamente e realisticamente, ovvero quello che è da sempre uno dei punti di forza dei TPS.
- Con l’introduzione di una modalità multiplayer, Max Payne 3 si appresta ad esplorare un nuovo aspetto della serie. Come pensate che reagiranno i fan dinanzi ad una simile scelta? Pensate che Max Payne 3 possa competere con giochi prettamente multiplayer del calibro di Gears of War e Call of Duty?
Spetta ai giocatori decidere come comportarsi, dal canto nostro possiamo solo dire che non avremmo mai inserito una modalità multiplayer solo per dovere di cronaca, o semplicemente per riproporre una copia carbone di qualcosa che è già possibile trovare in commercio. Il multiplayer di Max Payne 3 deve ricordare in tutto e per tutto Max Payne, pur regalando al giocatore un’esperienza nuova. Volevamo prendere tutto quanto di innovativo è presente nella campagna single player di Max Payne 3 e traslarlo direttamente all’interno del multiplayer. Questo si traduce in un sistema di mira estremamente fluido e preciso, fantastiche animazioni e l’abilità di utilizzare il Bullet Time in un ambiente multigiocatore.
- Nei precedenti episodi di Max Payne si trovavano alcuni passaggi in cui eravamo costretti ad agire sotto l’influenza di droghe ed incubi. Troveremo qualcosa di simile anche in Max Payne 3?
Non vogliamo svelare troppo, ma possiamo dire che Max ha trascorso molto del tempo che separa questo episodio dai precedenti bevendo ed assumendo antidolorifici nel tentativo di provare a dimenticare gli eventi narrati nei primi due giochi. Possiamo dire con sicurezza che Max vede un mondo filtrato dall’influenza di una qualche sostanza e che la sua vita sta iniziando ad assomigliare ad un incubo. Man mano che andremo avanti indietro nel tempo lungo il dipanarsi della storia, troverete un Max che cercherà di fare chiarezza sul come sia potuto finire così lontano da casa, ancora una volta nei guai fino al collo e con dei nemici che desiderano soltanto la sua morte.
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Osservando le cinematiche presenti nel gioco, quanto pensi che Max Payne 3 si avvicini ad un action movie?
Il nostro interesse non è quello di creare un action movie, ma di mettere assieme un action game fortemente cinematografico. Vogliamo che il nostro gioco sia un’esperienza non stop dall’inizio alla fine, così che non ci siano caricamenti per tutta la durata dell’avventura e proprio per questo abbiamo lavorato duramente per smussare le linee che separano il gameplay dalle cutscene, facendo in modo che il giocatore rimanga incollato all’azione. Stiamo impiegando tecniche di editing che non si sono mai viste prima in un videogame, tutto per spingere oltre l’esperienza del giocatore e le sequenze d’intermezzo realizzate sotto forma di motion-comic, modificano in tempo reale il gameplay restituendo un approccio più moderno rispetto alle classiche sequenze graphic novel che è possibile torvare nei precedenti episodi. Stiamo fondendo l’approccio fortemente cinematografico assieme ad elementi che è possibile ritrovare soltanto nei videogiochi. Osservare Max mentre spara un sacco di proiettili durante una kill-cam e vedere un nemico reagire in maniera realistica ad ogni colpo, mentre il giocatore rallenta le pallottole per sgattaiolare via è un qualcosa che non passa mai di moda.
- In occasione del Gathering tenutosi lo scorso anno, abbiamo avuto l’occasione di in anteprima Max Payne 3, il quale è sembrato sin da subito molto promettente. Inoltre ci era stato assicurato che il gioco non sarebbe stato lineare, ma avrebbe lasciato al giocatore la possibilità di scegliere in ogni momento cosa fare e dove andare, però la demo provata si è rivelata in realtà molto lineare. Ci troveremo davanti un titolo open world, oppure ogni scena sarà scriptata?
Max Payne 3 non è un gioco open world al pari di Grand Theft Auto o Red Dead Redemption, in quanto è un TPS fortemente ancorato ad una trama. La libertà è data dalle molteplici strategie che è possibile intraprendere negli scontri a fuoco. In Max Payne 3 i nemici sono estremamente intelligenti e nessuno scontro si rivelerà uguale a se stesso se affrontato due volte, poiché i nemici risponderanno sempre in maniera differente alle azioni del giocatore. Questa imprevedibilità tiene sempre il giocatore sul chi vive e rende ogni situazione estremamente rigiocabile e ciò è estremamente amplificato se si sceglie di affrontare la sfida ai livelli di difficoltà più alti.
- È necessario aver giocato i precedenti 2 episodi per apprezzare in pieno Max Payne 3?
Affatto. Se siete un fan della serie riconoscerete immediatamente Max e la sua storia, ma anche i novizi della serie potranno familiarizzare in fretta con Max ed il suo personaggio. Mentre il fulcro del gioco si svolge nella brasiliana San Paolo, un’ampia fetta dell’avventura si dipana a New York, poiché Max si ritroverà a riflettere sugli avvenimenti che lo hanno portato in questa terra a lui straniera ed estremamente pericolosa.
- Hai da raccontarci qualche aneddoto particolare che riguarda il periodo di sviluppo?
È stato fantastico avere nuovamente James McCaffrey come voce di Max, ma il modo in cui affrontiamo le sequenze di motion capture è cambiato radicalmente rispetto ai vecchi capitoli. Adesso facciamo numerose sessioni utilizzando attori in carne ed ossa e il fatto che McCaffrey si sia trovato a dover interagire con altre persone ha restituito al gioco un aspetto ed un feeling molto naturale. Naturalmente questo significa che McCaffrey si è dovuto cimentare in prima persona nelle sequenze d’azione, così stavolta vedremo veramente la faccia e la voce di Max saltare e tuffarsi nei panni di Max.